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2019: dodici mesi in dodici foto

Scritto da Rugby.it

GENNAIO. Con l’attività per squadre nazionali ancora sonnacchiosa, l’inizio dell’anno diventa il palcoscenico del Pro14, delle coppe europee e del campionato italiano. In gennaio il Benetton è strepitoso: nel torneo celtico i verdi battono Glasgow, che si rivelerà poi finalista del torneo, e pareggiano sul campo dell’Ulster, poi semifinalista; in Challenge Cup Allan e i suoi compagni vincono nettamente contro Agen e Grenoble e mancano d’un soffio la prima qualificazione di sempre ai quarti di finale. Nel Top12 comandano a metà stagione Petrarca, Rovigo e Calvisano.
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FEBBRAIO. Nella terza gioranta del Sei Nazioni femminile l’Italia sconfigge l’Irlanda 29-27 a Parma, al termine di una partita emozionante e spettacolare. Due mete di Franco (nella foto, come una tigre in agguato nell’ombra), una di Stefan e una della emergente Muzzo. Le azzurre si portano per 24 ore clamorosamente al comando del torneo; torneo che chiuderanno in marzo in una favolosa e mai prima raggiunta seconda posizione, dietro solo all’Inghilterra.
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MARZO. L’Italia maschile chiude il Sei Nazioni con cinque sconfitte. In marzo arrivano prima un sonoro ko Twickenham e poi una molto amara sconfitta all’Olimpico contro la Francia: amara perché la vittoria appare a lungo a portata di mano (14-17 a metà secondo tempo, poi giallo nel finale ai francesi) e ancor più amara e dolorosa per l’infortunio occorso a Leonardo Ghiraldini. E’ il 57’ di gioco e anche dagli spalti si capisce subito che il problema fisico occorso al Ghira dev’essere grave. Il destino un po’ crudele si riaffaccerà in autunno sotto forma di tifone, annullando in Giappone la partita del tanto voluto rientro in nazionale (e al contempo dell’addio al rugby) del tallonatore azzurro: quella contro la Francia all’Olimpico potrebbe dunque rimanere l’ultima partita da rugbista di Leonardo.
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APRILE. Dopo le azzurre anche gli azzurrini U18 conquistano uno scintillante secondo posto nel Sei Nazioni di categoria, un torneo collaterale rispetto al Sei Nazioni vero e proprio. In territorio britannico la squadra di Dolcetto batte la Scozia all’esordio e poi nettamente il Galles nella terza e ultima giornata: 34-13, cinque mete a una!
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MAGGIO. Il Kawasaki Robot Calvisano vince il Peroni Top12, in diretta Rai, battendo in modo nettissimo Rovigo. Dalla piazzola Pescetto sfrutta a ripetizione il dominio degli avanti, poi arrivano anche le mete di Manfredi e Bruno. Terze a pari merito il Petrarca, dominatore della prima parte della stagione, e il sorprendente Valorugby Emilia, vincitore della Coppa Italia.
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GIUGNO. Nel primo giorno di giugno si gioca anche la finale scudetto femminile. A Calvisano la sfida tutta veneta tra Villorba e Valsugana vede la vittoria delle trevigiane sulle padovane, 18-15. Per le gialloblù segnano due mete Furlan e una Barattin, ma il premio di miglior giocatrice della finale, intitolato per la prima volta a Rebecca Braglia, va ad Aura Muzzo. Sugli spalti duemila spettatori, comprese le tante giocatrici della tappa finale di Coppa Italia ospitata dallo stesso stadio.
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LUGLIO. Svaniscono anche stavolta i sogni dell’Italia di partecipare alle Olimpiadi. Nei due tornei europei 7s di qualificazione sia gli azzurri, capitanati da Pratichetti, sia le azzurre, guidate da Magatti, terminano lontano dal podio, al settimo posto.
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AGOSTO. Il mese del solleone vede gli All Blacks insolitamente di un nero stinto. Nel Championship, ridotto a sole tre giornate per via dell’imminente Coppa del Mondo, i tutti neri incappano in una serie di prestazioni deludenti: vittoria faticosa contro l’Argentina, pareggio in casa con il Sud Africa e, il 10 agosto, sconfitta netta in Australia (47-26). Dopo quasi dieci anni di dominio continuo del ranking la Nuova Zelanda perde il trono del ranking mondiale, un trono che, come quello famoso “di spade”, sarà conteso da tante nazioni e nel giro di due mesi passerà tra tante mani, come non era mai successo prima: Nuova Zelanda, Galles, quindi Irlanda, ancora Nuova Zelanda, poi Inghilterra e infine, e tuttora, Sud Africa.
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SETTEMBRE. Ai Mondiali, dopo aver battuto largamente ma in modo poco convincente la Namibia nella prima giornata, gli azzurri producono una prova maiuscola con il Canada nella seconda, vincendo per sette mete a una. Alla ribalta la giovane e dirompente terza linea composta da Polledri, Negri e Steyn. Il match di Fukuoka si rivelerà, purtroppo, l’apice della spedizione iridata azzurra, poiché successivamente arriveranno la sconfitta in chiaroscuro con il Sud Africa e l’annullamento della partita con gli All Blacks, a causa del maltempo.
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OTTOBRE. Il tifone Hagibis (“Il repentino”, in lingua filippina) piomba sui Mondiali giapponesi e stravolge il programma: annullate tre partite, compresa la da noi tanto attesa Italia-Nuova Zelanda. Si levano subito molte polemiche, anche da parte azzurra, ma le notizie che iniziano, giorno dopo giorno, a riportare il conteggio del numero delle vittime causate dal tifone invitano ben presto a smorzare i toni. Gli azzurri tornano a casa senza aver potuto disputare l’ultimo match, il più atteso non solo per il carisma degli avversari ma anche per altri significati. Doveva essere la partita del ritorno di Ghiraldini (dopo l’infortunio al Sei Nazioni) e anche quella del suo addio al rugby. Era forse l’ultima partita anche per Zanni e Parisse, gli altri due gloriosi “monumenti” della squadra attuale. Il Dio dei Venti del Pacifico dispone diversamente e cancella la loro tanto attesa apparizione finale. Avranno Leo, Ale e Sergio una nuova occasione in azzurro nel Sei Nazioni 2020? Parisse probabilmente sì, poiché ha già dichiarato di voler giocare ancora in nazionale; più difficile sarà vedere Zanni (comunque ancora attivo nel Benetton) e quasi impossibile rivedere Ghiraldini, che ha abbandonato anche l’attività di club.
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NOVEMBRE. Nella finale della Coppa del Mondo il Sud Africa schianta l’Inghilterra che in semifinale aveva schiantato la Nuova Zelanda. Un successo un poco a sorpresa, quello degli Springboks, ma meritato: come da proverbio rugbistico (“la mischia decide chi vince, i trequarti decidono di quanto si vince”), è il poderoso pack dei Boks a decidere la vittoria con una prova maestosa e sono le due ali nel finale a rendere fin troppo largo il successo.
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DICEMBRE. La lunga serie dei test match 2019 si chiude a inizio dicembre con due match d’eccezione al Millennium di Cardiff: Galles-Barbarians e Galles-Barbarians femminile. Nella storica squadra a bande nere e bianche vengono invitati George Biagi e Silvia Turani (indicati dalle frecce nella foto). Silvia è la prima “barbarian” donna di sempre per l’Italia. Le “BaaBaas” vincono 29-15 e Turani gioca un ottimo primo tempo, prima di venir sostituita; i “BaaBaas” escono invece sconfitti, Biagi entra negli ultmi ventitré minuti. E’ bello sapere che nel variegato mondo del rugby esiste questa antica e così affascinante squadra a inviti, lunga vita alla sua tradizione.
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