Come contro Calvisano a tempo scaduto arriva la meta vincente
Arriva in polesine il tredicesimo titolo a fare pari e patta con quelli vinti dal Petrarca, sconfitto oggi in una partita incerta fin oltre l’ultimo secondo. La vince Rovigo che ha avuto il merito di crederci sin dall’inizio, senza scoraggiarsi nemmeno quando sembrava che la partita stesse scivolando dalle mani che l’hanno ghermita sin dal fischio d’avvio. Perchè Rovigo ha giocato il match di oggi non tanto come se fosse la rivincita della finale di 10 anni fa, ma come se fosse la continuazione di quella della semifinale di ritorno contro Calvisano: giocandola allo stesso modo l’ha vinta allo stesso modo: puntando sul ritmo e l’impeto e con una meta all’ultimo secondo che è arrivata come un maglio a sgretolare la muraglia invano eretta dai neri di Marcato. Muraglia che stavolta ha mostrato le crepe prodotte anche da troppe assenze pesanti. Che però non inficiano minimamente i meriti dei neocampioni d’Italia che si prendono quest’anno ciò che la sorte ed il covid gli avevano probabilmente tolto un anno fa.
Dunque come dicevamo Rovigo parte sostanzialmente continuando la semifinale di ritorno impostando un gran ritmo sulla spinta di un monumentale Diego Antl che gioca la sua ultima partita in maglia rossoblù come fosse l’ultima della sua carriera. Dall’altra parte anche il Petrarca mostra il suo solito volto: palla all’avversario e difesa dominante che arretra, avvolge e vanifica. E come spesso accade nelle partite dei neri, dopo 10’ di continua pressione e possesso avversario entra in scena Scott Lyle che con una pedata imperiale conquista un 50-22 a pochi metri dalla linea fatale. Touche che Rovigo non disturba in volo e non riesce a contrastare a terra e che viene conclusa in meta da Tommaso Cugini che, grazie anche alla non facile trasformazione di Lyle, porta i neri avanti 7-0. Il colpo scuote Rovigo che rischia di compromettere la sua partita già all’inizio: l’ex di lusso Andrea Menniti-Ippolito, che su questo campo vinse da protagonista lo scudetto del 2018, sbaglia il restart e su calcio lungo susseguente alla mischia al centro giocata dal Petrarca commette un gravissimo in avanti a pochi metri dalla meta. Ma la resurrezione rossoblù parte da qui, dalla mischia leviatanica dei ragazzi di Casellato che sderenano gli avversari ed escono dall’angolo buio. La partita allora riprende sui suoi binari: impeto rossoblù versus raziocinio nero. I rossoblù attaccano a tutto organico e conquistano un penalty su fuorigioco avversario che Andrea Menniti-Ippolito usa per darsi una svegliata e accorciare sul 7-3 al 23’. Sul successivo restart Rovigo, che fa e disfa, concede a sua volta un offside su in avanti e Scott Lyle, anche se da posizione difficile, rimette le distanze sul 10-3 al 25’. Altro fallo nero al 27’ al breakdown e ancora il 15 rossoblù riporta i suoi sotto break al 28’ sul 10-6. Rovigo prende fiducia e sospinta dal suo condottiero Antl mette in croce la difesa avversaria: al 31’ l’argentino inventa una giocata sontuosa andandosene da solo verso la meta e scaricando su Nicotera che spinge Tito Tebaldi al fallo da cartellino giallo. Rovigo come spesso fa in queste situazioni la gioca subito veloce e l’assalto decisivo è di Davide Ruggeri che sfonda sotto i pali e porta i suoi avanti per la prima volta sul 10-13. Il vantaggio esalta i rovigoti che cercano di incrementare il vantaggio approfittando della superiorità numerica, ma il Petrarca difende da par suo, Paradossalmente, però, il rientro di Tebaldi dal sin bin allo scadere coincide con la marcatura rossoblù che chiude la prima frazione: a conquistarla è la solita mischia dominante guidata dall’inverosimile Jacobus Christoffel Entienne Swanepoel che dopo aver messo in croce la mischia di Calvisano fa a pezzi anche quella petrarchina mandando Andrea Menniti-Ippolito a scrivere il 10-16 che chiude la prima frazione.
Durante l’intervallo non si può non considerare come la partita sia stata sostanzialmente fatta da Rovigo, con un Diego Antl che anche se tende un pò a strafare è il vero motore che determina quello che succede nel bene e nel male. Questa volta, però, rispetto alla partita vinta in semifinale, ad aiutarlo in fase di regia è un Andrea Menniti-Ippolito che dopo la bambola iniziale ha cominciato a dare sostanza e cervello fino alla manovra. Con la geometria di Menniti e il ritmo fantasioso di Antl la difesa petrarchina non riesce ad essere dominante come sempre le è accaduto in stagione. La domanda è: riuscirà Rovigo a mantenere questo ritmo assassino?
L’avvio di ripresa sembra dare respiro alle speranze dei padroni di casa, perchè questa volta sono loro a gestire possesso e territorio e Rovigo sembra un pò sulle ginocchia. A peggiorare le cose per i rossoblù arriva l’infortunio pesantissimo a Swanepoel, fin lì determinante nel confronto dei pacchetti. L’effetto si vede subito alla prima mischia che viene stravinta per la prima volta dai neri che conquistano un penalty e vanno in touche. Il lancio è efficace e il multifase successivo viene gestito magistralmente da Tebaldi che sfinisce la difesa ospite chiamandola vicino al punto d’incontro per poi aprire improvvisamente per lo stupendo angolo di corsa del neoentrato James Faiva che intelligentemente corre mettendo il palo fra sé e l’accorrente avversario e palna sotto i pali per il controsorpasso 17-16 al 55′. Il colpo è durissimo per i ragazzi di Umberto Casellato, ma un infortunio allo Swanepoel del Petrarca, l’ex Federico Pavesi, rimette in gioco la mischia rovigota che può tornare a far sentire la sua voce. Vista la mala parata Andrea Marcato rimette chili nel motore del pacchetto con l’ingresso di Luca Beccaris rimettendo le cose in pari e con una mischia stabile i neri arrivano ad un soffio dalla marcatura con Lyle vicino alla bandierina che non riesce a marcare ma si procura una mischia con propria introduzione in zona pericolosa. L’azione è gestita come al solito da Tebaldi, conquista un vantaggio e continua a bussare, ma stavolta la difesa rossoblù è granitica e non concede altro oltre alla punizione già seganalata da Mitrea. I neri ci pensano un pò su e decidono di non giocare e piazzare con Lyle che scava un minibreak sul 20-16 al 66′. Il Petrarca allora prova a gestire come suo solito, lasciando la palla agli avversari e difendendo come sa. Ma come dicevamo nella formazione petrarchina ci sono troppe assenze importanti e l’efficacia della difesa non è quella solita. Rovigo, che incredibilmente ne ha ancora, infatti avanza, erode terreno e sembra poter passare da un momento all’altro. Al 75′ ci vuole una difesa al limite dell’inverosimile da parte di Andrea Bettin che aiutato da capitan Trotta che riesce a potare fuori campo Cadorini a mezzo millimetro dalla linea di meta dopo uno sfondamento di Greef lanciato da un’azione di touche. Petrarca riparte dai suoi 22, ma non ha la forza di tenere palla. E qui il film sembra davvero la ripetizione degli ultimi secondi giocati da Rovigo contro Calvisano; e anche il primattore sarà lo stesso. Dicevamo, Petrarca come Calvisano non ha la forza di gestire il possesso e Rovigo ha ancora stille di energia più nervosa che fisica da spendere. Ci provano in tutti i modi i rossoblù prima con le trovate di Antl, poi con gli sfondamenti degli avanti e i neri stanno fuori dai raggruppamenti facendo densità. Ma la sproporzione fra le energie è evidente, come contro Calvisano. Al centomiliardesimo pick&go la palla è in mano a Carel Greef che sfonda e pare raggiungere la riga fatale. Mitrea è di questo avviso con il solo dubbio di un possibile doppio movimento che, però, il TMO non ravvisa. Finisce così: sorpasso all’ultimo respiro, 20-23 per Rovigo con Andrea Menniti-Ippolito che mette il sigillo dalla piazzola chiudendo la sua carrierà rossoblù (l’anno prossimo sarà alle FFOO) con due punti contro il suo passato.
Vince quindi Rovigo lo scudetto che probabilmente avrebbe meritato già lo scorso anno. Una grande soddisfazione per Umberto Casellato che lascia da campione per andare a Colorno per cominciare una nuova avventura. Saranno tanti i rossoblù a cambiare maglia e fra di loro alcuni dei protagonisti assoluti di questa sera, come Diego Antl che andrà a Reggio e Matteo Canali che vestirà proprio la maglia degli sconfitti di oggi. Insieme a loro vanno citati il MoM Davide Ruggeri e il fondamentale Swanepoel che, invece, dovrebbero restare. da parte nera il rammarico di una sconfitta che arriva al termine di una stagione dominata e che forse ha visto i ragazzi di Andrea Marcato arrivare un pò corti, come forse anche la sofferta semifinale contro Reggio aveva lasciato intravedere. Ci riproveranno l’anno prossimo Andrea Marcato ed i suoi, che sarenno raggiunti da una ragguardevole quantità di campioni che ne rafforzeranno l’organico. Anche se perderanno il migliore di questa swera, e forse dell’intera stagione, vale a dire Scott Lyle. Ma, ne siamo certi, troveranno anccora Rovigo, che sarà guidato dall’ex coach degli Spingboks Allister Coetzee, sulla loro strada.
Tutte le foto presenti in questo articolo sono di Stefano Delfrate – www.stefanodelfrate.com
I TABELLINI
02/06/2021- Padova – Stadio Plebiscito
Finale scudetto: Petrarca-Rovigo: 20-23
Petrarca: Lyle; Coppo, Colitti, Broggin, Bettin; Zini, Tebaldi; Trotta (cap.), Cannone, Catelan; Galetto, Bonfiglio; Pavesi, Cugini, Borean
A disposizione: Braggiè, Carnio, Mancini Parri, Beccaris, Ghigo, Navarra, Faiva, Panozzo
All. Marcato
Mete: Cugini, Faiva
Trasformazioni: Lyle (2)
Punizioni: Lyle (2)
Rovigo: Antl; Cioffi, Coronel, Uncini, Bacchetti; Menniti-Ippolito, Trussardi; Ruggeri, Lubian, Vian; Ferro (cap.), Canali; Swanepoel, Nicotera, Leccioli
A disposizione: Cadorini, Pomaro, Brandolini, Sironi, Greeff, Borin, Cozzi, Visentin.
All. Casellato
Mete: Ruggeri, Greeff
Trasformazioni: Menniti-Ippolito (2)
Punizioni: Menniti-Ippolito (2)