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Alì il mediano persiano alla conquista del TOP10

Scritto da jpr

Chiacchierata con Alì Esteki fra Iran e Italia sempre pensando al rugby

Oggi, cari amici di rugby.it, anziché parlare noi, che notoriamente non ci capiamo una fava, facciamo finalmente parlare qualcuno che il rugby lo conosce perché lo vive e lo pratica tutti i giorni e fa parte della sua vita. Incontriamo Mohammad Alì Esteki, giovane mediano di mischia della Lazio Rugby e nostro affezionato lettore che, bontà sua, accetta di rispondere a qualche nostra domanda. Alì è nato ad Esfahan, in Iran, il 25 agosto del 1997, ma vive in Italia sin da piccolo e…ma che dite se queste cose ce le facciamo raccontare direttamente da lui? Meglio no?

Ciao Alì, innanzitutto saremmo curiosi di conoscere la tua storia. Potresti raccontarci in breve quando e come tu, nato ad Esfahan nel cuore dell’Iran, sei arrivato in Italia?

Innanzitutto ciao a tutti e grazie per questa chiacchierata, io come hai detto benissimo sono Persiano. Quando avevo 6 anni con tutta la mia famiglia, grazie al mio papà che è un commerciante e già lavorava a stretto contatto con l’Europa, ci siamo trasferiti in Italia, precisamente a Modena. Dove i miei genitori continuano con la loro attività e noi figli abbiamo tutti intrapreso un percorso di studio, nel mio caso anche sportivo

Cosa ricordi della tua città natale?

Beh è una città fantastica, piena di opere d’arte e si respira una grande cultura. Mi ricorda molto parecchie città italiane come ad esempio Firenze o Roma (dove ho vissuto grazie al rugby) non tanto per lo stile ma appunto come dicevo prima, per il fatto che siano circondate da monumenti e arte

Quando si parla di rugby e Iran, la prima cosa che viene in mente sono le immagini delle rugbyste con il velo. Quelle giocatrici con il capo coperto e la calzamaglia lunga incuriosiscono noi occidentali. Questa curiosità, che implica forse un senso di superiorità, dà un po’ di fastidio a voi iraniani? 

Io personalmente sono cresciuto con una mentalità occidentale, anche in famiglia. Ma secondo me non si tratta di “superiorità” o per lo meno sarebbe sciocco pensarlo, perché quando si entra in una sfera religiosa e culturale, il vero superiore è colui che non mette a confronto le due situazioni, ma impara ad accettarle, perché finché ogni persona fa quello che meglio crede senza danneggiare le altre persone dovrebbe essere sempre ben accetto. In tal proposito tanto di cappello a loro, che nonostante il capo coperto e il resto, continuano a praticare lo sport che amano e stanno ottenendo grandissimi risultati e sono in enorme crescita numerica.

La Federazione dell’Iran è appena stata ammessa come membro a tutti gli effetti in World Rugby, un passo storico. Qual è la situazione del rugby iraniano? Esiste un buon movimento? 

Il movimento è in costante crescita grazie al presidente della federazione iraniana rugby Hassan Mirzaaghabeik che sta facendo grandi sforzi per tutto il movimento e ci tiene tantissimo . Si stanno formando moltissimi allenatori certificati con l’Asian rugby e la World Rugby stessa; la nazionale organizza anche molti ritiri con conseguenti amichevoli con squadre europee ed asiatiche, ad esempio la nazionale di beach rugby partecipa spesso al torneo di Lignano Sabbiadoro qua in Italia. Poi come obiettivo principale hanno quello di fare bene nell’Asian Championship che è il torneo principale per cui si preparano durante l’anno che poi può permettergli in futuro anche di provare a qualificarsi per un mondiale. Un’altro importante investimento che stanno facendo è quello di puntare sui giovani, nelle scuole e nel minirugby per far diffondere di più il rugby in tutto lo stato

Esiste un campionato nazionale in Iran? Tifi per qualche squadra?

Si c’è il massimo campionato iraniano che si chiama “Iranian league”, composto da 10 squadre suddivise in due gruppi da 5. È un campionato che è nato nel 2000 e sta crescendo molto sia come popolarità che come livello dei giocatori. Non tifo in particolare una squadra, ma sono affascinato dalla voglia che hanno di fare bene in questo sport

Sei mai stato convocato nella nazionale iraniana?  

Si. Siamo in contatto da un po’ di anni, però abbiamo sempre aspettato che l’Iran entrasse ufficialmente nella famiglia della World Rugby. Ora sicuramente ci risentiremo, mai dire mai. Rimane sempre un grande onore rappresentare il proprio paese.

Veniamo all’Italia: cosa ne pensi della decisione di mandare avanti il Peroni Top10 nonostante la situazione sanitaria? Voi giocatori desiderate continuare a giocare o avete perplessità a riguardo? 

È un anno non particolare, ma di più! Questa pandemia ha colpito chiunque e tutti i settori, ovviamente anche il nostro sport e il nostro campionato. Le società del TOP10 stanno cercando in tutti i modi di tutelare i propri giocatori, seguendo un protocollo e sottoponendoci a tamponi 1/2 volte a settimana. È ovvio che noi giocatori abbiamo il desiderio di giocare, dato che comunque siamo anche un po’ “privilegiati” potendo fare ancora ciò che ci piace in questo periodo dove ci sono parecchie restrizioni, poi è vero che è una situazione soggettiva e dipende da giocatore a giocatore, essendo che in questo campionato giocano molti giovani che vivono ancora con i genitori,fratelli e sorelle. Immagino quelli che sono dei papà, quindi rischiano qualcosa in più è sicuramente loro avranno una visione diversa dalla mia.

Come ti trovi alla Lazio e che ricordo hai della tua esperienza con I Medicei?

A Roma mi sto trovando molto bene, siamo un gruppo molto giovane e molto affiatato e sotto la guida del nostro staff sono fiducioso che sarà un anno in cui avremo molte soddisfazioni.Per quando riguarda Firenze e i Medicei è stata un esperienza fantastica, una sorta di “trampolino di lancio” per me, una squadra e una città che rimarrà sempre nel mio cuore

Quali sono i tuoi obiettivi per quest’anno e quelli per la tua carriera?

Quest’anno come detto prima siamo una squadra giovane che ha voglia di far bene e sopratutto puntiamo ad essere una spina nel fianco per chiunque.Come obiettivi per la carriera invece, sono un giocatore a cui piace crescere e imparare sempre. Per ora mi auguro di fare bene alla Lazio, poi si vedrà, ovviamente mi piacerebbe fare un esperienza nelle franchigie o provare anche a giocare all’estero, però prima bisogna meritarselo e dimostrarlo in campo.

Classe ed aggressività: George Gregan, un modello in campo per il nostro Alì

Hai un tuo giocatore preferito o uno a cui ti ispiri come modello?

Il mio giocatore preferito che giocava nel mio ruolo è George Gregan, giocatore che ha rivoluzionato il ruolo di mediano di mischia, un punto fermo in difesa e una minaccia costante in attacco. Invece per quanto riguarda il giocatore preferito in generale… per me è Jonny Wilkinson, semplicemente perché è stato unico nel suo genere

Infine raccontaci qualcosa di te come persona: cosa ti piace mangiare, che musica ascolti e quali hobby hai?

Beh io a parte il rugby studio e sono al secondo anno di economia e commercio a Firenze, per quanto riguarda il cibo è facile intuire che tra cucina italiana e iraniana sono molto viziato.Adoro la musica in generale, però  di solito ascolto rap e mi piacciono tanto i cantautori italiani come Battisti, Celentano…Tra studio e rugby è un po’ difficile coltivare altri hobby, ma nel tempo libero mi piace molto leggere e ci scappa anche una partitina a Fifa alla play

Un ragazzo con le idee chiare il nostro amico Alì; gli auguriamo di raggiungere i suoi obiettivi sia in campo che fuori e lo salutiamo ringraziandolo della cortesia e disponibilità.

 

Per la foto di apertura ringraziamo il fotografo Andrea Lezzi,

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