Chi merita un premio e chi va dietro la lavagna questa settimana in Eccellenza
Un’altra giornata di premi e castighi che si conclude senza particolari sorprese con le favorite della vigilia che escono tutte vittoriose, anche se con meriti e demeriti assai diversi. Intanto è stata una giornata assai meno “sparagnina” di quella che l’ha preceduta e nella quale si erano registrati punteggi piuttosto bassi. Una menzione speciale alla partita dello Zaffanella, vinta da Viadana, ma con un punteggio che è difficile non associare alla sconfitta Lazio Rugby di Daniele Montella, lo Zeman del nostro rugby: con il suo gioco ogni partita della nostra eccellenza può diventare…Super Rugby! Il tutto senza dimenticare il risultato tecnicamente più importante, vale a dire la vittoria di Rovigo contro le Fiamme Oro nel primo big-match di stagione.
Ma bando alle ciance e veniamo a noi.
La carezza va a: Juan Leòn Novillo, il Mozart tucumano
Juan Novillo è uno di quei giocatori che non possono non piacere: elegante, divertente, fantasioso pur nella sua esiziale efficacia. Argentino del ’92, uno che ha vestito due volte la camiseta número diez de los Pumas (quelli veri, mica pippe!) ed è stato nel roster dei Jaguares. Anche se, essendo argentino, il richiamo musicale più immediato dovrebbe essere la fisarmonica di Piazzolla o la voce di Gardèl, in realtà vedendolo giocare non riesco a non sentire nelle orecchie la musica di Mozart, con la sua gaia leggerezza piena di sostanza e nerbo. Nel secondo tempo di Calvisano-Reggio il genietto tucumano entra a miracol mostrare e piovono applausi e mete. Ad un certo punto prende palla, corre in diagonale e si inventa un sombrero che siede il diretto avversario, per poi riprendere la palla e lanciare l’amico Paz in orbita e la tribuna se ne viene giù. Tutto bello? No, perchè le elettriche gambe del genietto nascondono un lato oscuro: ad un certo punto si tocca dietro la coscia e il passo non è più fluido. Dopo una mezzoretta scarsa deve già uscire. I primi riscontri parlano di stiramento e la memoria di tutti va alla scorsa stagione quando un infortunio apparentemente lieve lo tenne fuori per mezza stagione. Una carezza al piccolo Mozart de Tucumán sperando torni presto a regalar meraviglie.
Lo scappellotto va a: Petrarca (refrain…)
Sgombriamo il campo dagli equivoci: non ho alcuna antipatia nei confronti dei neri patavini, anzi. Diciamo che li ho in simpatia per interposte amicizie, ragion per cui il secondo scappellotto in due settimane (la famosa altra guancia…) fa quasi più male a me che lo do anzichè a loro che lo prendono. Ma insomma, non si può non punire con la stessa punizione chi continua a commettere lo stesso errore. Il progetto-Petrarca è ad una sorta di ripartenza dopo il cambio in panchina e l’ennesimo mercato da prima pagina e quindi una dose di incompiutezza è ancora comprensibile. Ma se si vuole (si deve: gli investimenti fatti lo richiedono!) davvero competere al massimo livello non si può assolutamente buttare al vento le occasioni. Anche questa settimana i neri erano nelle migliori condizioni per centrare il risultato pieno: dopo un ottimo primo tempo in avvio di ripresa il bravissimo Simone Rossi marca una meta entusiasmante, la terza. C’è tutto il tempo e la possibilità tecnica per cercare la quarta. Invece no, invece il Petrarca si siede a contarsi i peli sulla pancia, sceglie i pali anzichè la touche e poco ci manca che si faccia rimontare! Così non va assolutamente bene, così non si va da nessuna parte e non si fanno progressi. S-ciaff, un altro scappellotto e via a lavorare!
jpr