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Al via la nuova (ultima?) stagione del TOP10

Scritto da jpr

TOP10 nuovo: le regole, le rose, le gerarchie per la stagione della rinascita e forse dell’addio

Parte sabato prossimo 25 settembre la nuova e forse ultima avventura del TOP10 che rinasce con il pubblico dalle catacombe nelle quali lo aveva confinato la pandemia a partire dalla abortita mezza stagione 2019-2020. Questa volta dovremmo esserci. Dopo il mezzo prologo degli ultimi playoff che sono stati uno sguardo gettato sul futuro, la nuova stagione nasce con l’ambizione ed il desiderio di essere tutta in presenza e possibilmente senza partite che saltano e che poi si recuperano chissà quando. Già questa prospettiva, che solo fino a prima che la parolaccia “covid” facesse irruzione nel nostro immaginario era assolutamente la norma, ci fa fremere di emozione e di entusiasmo per questa nuova-vecchia avventura. Per molti sarà un agognato ritorno alle care usate abitudini: lo stadio, e quanto ci è mancato!

Ma questa stagione della rinascita potrebbe anche essere quella dell’addio. Potrebbe trattarsi, infatti, dell’ultima stagione del domestic per come lo conosciamo. Dalla prossima annata, infatti, il format attuale dovrebbe essere sostituito da una non meglio precisata “Superlega stile NBA” (sic!) che nei piani della nuova presidenza federale dovrebbe avere caratteristiche completamente diverse dall’attuale. Al posto del nobile merito sportivo il criterio di accesso sarà più terrenamente il denaro: farà parte della nuova Superlega chi avrà i soldi, detta brutalmente, e non ci saranno né promozioni a premiare i meriti sul campo di chi arriva dal basso, né retrocessioni a punire i demeriti di chi scende dall’altro in un tipo di format che avrà come imperativo la solidità finanziaria e la tutela degli investimenti. Ancora non è dato sapere chi ne farà parte e in base a cosa. Né se tutto questo avverrà veramente: al momento questo è tutto quel che si sa. Piace? Non piace? Ciascuno ovviamente avrà le sue idee in proposito, ma ci sarà tempo per parlarne.

NUOVE REGOLE

Intanto novità interessanti, come si diceva, ci sono già da quest’anno a partire da quella, fortissimamente voluta dal neopresidente, che riguarda la finale del campionato. L’evento clou della stagione, infatti, non si svolgerà più sul terreno della finalista che si sarà meglio classificata durante la regular season, ma in campo neutro. Un campo neutro che quest’anno lo sarà per davvero, essendo stato individuato nella struttura federale del Lanfranchi di Parma, quindi non in uno stadio che potrebbe coincidere con quello di una delle finaliste. Lo scopo è evidentemente quello di fare della finale un evento da preparare mediaticamente per ottenerne un maggior ritorno in termini di incassi e risonanza. Dall’altro lato si può obiettare che una scelta di questo tipo ha sicuramente dei vantaggi economici e mediatici, ma sul piano sportivo finisce per essere un po’ una mortificazione della stagione regolare, cui verrà tolto molto dell’interesse. Capita spesso infatti che le quattro destinate ai playoff diventino evidenti con un certo anticipo e a quel punto, se arrivare primi non comporterà più il “premio” della finale sul terreno amico (con tutto quel che ne consegue) si rischia di vedere un finale di stagione a ciapanò, con squadre che si risparmiano consce che lottare fino all’ultimo non comporta particolari vantaggi. Pro e contro: vedremo cosa prevarrà.

Ma regole nuove ci saranno anche direttamente sul terreno di gioco, come spiega in una circolare Claudio Giacomel dal centro studi del CNAR. Si tratta di regole volute da World Rugby e che sono state già sperimentate nei due turni di Coppa Italia, ma forse vale la pena ricapitolarle per non perdere l’orientamento. Secondo le direttive del neoresponsabile dell’”alto livello” Franco Smith “le modifiche proposte sono motivate dalla volontà di:
• Aumentare la velocità di ripresa del gioco da mischia e, conseguentemente, il
minutaggio di gioco effettivo.
• Mantenere viva la competitività della gara.
• Incentivare il gioco finalizzato alla segnatura di una meta.
• Giocare per vincere.

Andiamo perciò a vederle in breve.

REGOLA 5 – TEMPO
Quando l’arbitro fischia per assegnare una mischia il tempo verrà fermato e il cronometro verrà
fatto ripartire solo nel momento in cui il mediano di mischia introdurrà il pallone in mischia.
Le squadre dovranno ingaggiarsi entro 30 secondi dall’assegnazione della mischia. Se una
delle due squadre ritarderà l’ingaggio oltre tale termine verrà sanzionata con un Calcio Libero.
Se una volta che il pallone è stato introdotto in mischia si verifichino delle situazioni che
richiedono un reset, l’arbitro non fermerà il tempo e concederà alle squadre un nuovo ingaggio
entro 30 secondi dal suo fischio per comandare il reset.
Anche in questo caso, se una delle due squadre ritarderà l’ingaggio oltre i 30 secondi verrà
sanzionata con un Calcio Libero.

Una regola che vede chi scrive letteralmente entusiasta. Nella speranza che gli arbitri la sappiano applicare con fermezza e spirito volto al favorire il gioco e non le perdite di tempo. .Non sarebbe stato male avere qualcosa di simile anche per le touche..

REGOLA 9 – ANTIGIOCO
L’espulsione per un Cartellino Rosso diretto o come somma di due cartellini gialli verrà gestita
come segue:
• Se un giocatore viene espulso con un cartellino rosso, può essere sostituito dopo 20
minuti da un altro giocatore. I 20 minuti da quando un giocatore riceve un cartellino
rosso a quando può essere sostituito vengono misurati come “tempo di gioco”. Questo
segue la stessa misurazione del tempo già in atto per un giocatore che riceve un
cartellino giallo.

Questa regola ci lascia alquanto perplessi. Lo spirito è quello di punire di più il giocatore e non la squadra per non penalizzare lo “spettacolo”(manco fosse uno show…). Temiamo, però, che l’effetto-deterrenza verso i comportamenti violenti e pericolosi per la salute possa esserne troppo mitigato. Ma anche qui il tempo sarà giudice.

PUNTI IN CLASSIFICA
I punti in classifica saranno assegnati nel seguente modo:
• 4 punti alla squadra vincente.
• 2 punti ad entrambe le squadre in caso di pareggio.
• 0 punti alla squadra che perde.
• 1 punto di bonus alla squadra che perde con 7 punti o meno di scarto.
• 1 punto di bonus alla squadra che segna 3, o più mete, più dell’avversario.

Questa novità è, a mio modesto avviso, un modo serio ed intelligente, oltre che già sperimentato,  di stimolare un gioco più propositivo e mantenere interessanti tante partite che, col vecchio sistema di punteggio, si “afflosciavano” dopo che la squadra più forte aveva fatto la quarta meta. Bene così.

LE ROSE DELLE CONTENDENTI

Molti movimenti e molti sforzi economici (soprattutto da parte di alcune società) hanno dato volti nuovi alle rose che affronteranno il nuovo campionato. In una sorta di anticipo della plutocratica Superlega che verrà alcune squadre sono state costruite con ampiezza e qualità che paiono inusitate rispetto al recente passato. Ma la vera novità delle rose di quest’anno è in realtà una sorta di ritorno all’antico, a quell’epoca, cioè, in cui il campionato italiano sembrava una succursale della UAR, una sorta di Argentina B. Stimolate dall’impulso regolamentare della nuova Fir, infatti, le nostre società si sono buttate a capofitto alla ricerca di argentini con ascendenti italiani da far giocare nel campionato italiano. I maligni (chi scrive fa parte da tempo di questa malsana categoria) ci vedono un abbandono di quel concetto di “formazione italiana” che negli scorsi anni aveva caratterizzato le rose dei club ed un tentativo di sopperire per via alloctona alle figuracce accumulate negli ultimi anni dalla nazionale italiana. Il tutto in concomitanza con il graduale smantellamento del sistema Accademie-CDF che è stato il prodromo delle ultime annate di U20 e U18.  Ma sono (siamo) solo maligni. Al di là delle malignità è innegabile che quest’anno molti gauchos saranno protagonisti della stagione. Non sappiamo quale ne sarà la qualità: come al solito alcuni saranno buoni altri meno. Certamente con curiosità ne attendiamo soprattutto uno, vale a dire il numero 9 del Valorugby Emilia Gonzalo Garcia che ha tutti i numeri per essere un vero crack a questo livello, avendo calcato il campo nientemeno che nella prima squadra dei Pumas in campo contro gli Allblacks! Potrebbe essere uno dei giocatori più forti mai sbarcati in Italia: complimenti a Grassi e Manghi per esserselo accaparrato, immaginiamo con uno sforzo non banale. Sicuramente, però, non vestirà l’azzurro…

LE GERARCHIE

Tanti movimenti e tanti sforzi economici non possono non riflettersi sulle gerarchie del torneo che va ad incominciare. Vogliamo concludere questa presentazione della stagione con una sorta di giochino. Abbiamo diviso le magnifiche 10 in “fasce di ambizione” all’interno delle quali abbiamo messo le squadre in ordine di “forza”. Non pretendiamo che quella lì tratteggiata sia la classifica finale. E’ una fotografia statica della qualità delle squadre (intese come somma di rosa, staff e società). Poi durante la stagione gli equilibri possono cambiare, ma questa è la griglia di partenza secondo chi scrive.

Prima Fascia: le Big

Le Big sono le più forti. Secondo chi scrive il prossimo (e forse ultimo) Campione d’Italia sarà sicuramente una di queste tre.

Petrarca, la Corazzata

Senza dubbio alcuno è la più forte di tutte e non di poco. Lo è perché ha una rosa-monstre sia per quantità che per qualità e potrebbe tranquillamente schierare due squadre al completo che sarebbero entrambe da titolo. Ha uno staff tecnico di grande valore, perché l’accoppiata Marcato-Jimenez  potrebbe tranquillamente guidare anche squadre di più alto livello. Ha aggiunto ad una rosa che era già la più forte elementi che potrebbero senza problemi giocare in celtic, come Casolari, Canali e i benettoniani Sgarbi ed Esposito, gente con fior di presenze in nazionale maggiore. Ha alle spalle una società finanziariamente solidissima. Ha anche il tifo appassionato del neopresidente federale che, probabilmente, sogna di poter effettuare una premiazione finale col sorriso sulle labbra e non con l’espressione di chi è stato raggiunto da un avviso di accertamento coattivo dell’Agenzia delle Entrate. Naturalmente questo non influisce sul risultato, ma fa morale. Non significa che vincerà, ma una sua non-vittoria sarebbe una notizia, secondo me.

Valorugby, i costretti a vincere

Come rosa è solo leggermente inferiore alla “Corazzata Petrarkin”. Ha aggiunto ad un organico che lo scorso anno ha sfiorato la finale alcuni pezzi pesantissimi, a partire dal giocatore top degli ultimi playoff, vale a dire Diego Antl, oltre all’attesissimo Garcia ed al connazionale Diaz, pilone che si presenta con credenziali elevatissime. Meno forte appare lo staff tecnico che al momento è ancora imperniato su Roberto Manghi e sulla fantomatica consulenza di Jacques Brunel, con Chistolini che dovrebbe occuparsi della mischia oltre che giocare. Dal punto di vista societario è una squadra “che sta bene”: il presidente Grassi anche quest’anno non ha badato a spese, ma l’impressione è quella che abbia posto a Manghi una sorta di aut-aut del tipo: per quest’anno non metto limiti di budget, ma voglio vincere, altrimenti…

Rovigo, i campioni

Sono i campioni in carica, che hanno perso pezzi importanti, ma come sempre non si sono risparmiati sul mercato. Innanzitutto incuriosisce l’arrivo in panchina di Allister Coetzee: uno che ha allenato gli Springboks, anche se in disgrazia, non può che essere atteso con grande interesse. Sono arrivati anche grossi nomi, come il ritorno di Bibi Quaglio e l’arrivo nel reparto arretrato di uno come Leo Sarto che molti avrebbero visto ancora papabile per una franchigia e per la maglia azzurra. Senza contare che arriverà da Viadana Alessandro Ciofani, il miglior giocatore italiano dello scorso campionato che molti si sarebbero aspettati di vedere in celtic. Insomma, anche se non in primissima fila i Bersaglieri per il titolo ci sono eccome. Dal punto di vista societario Zambelli è dimissionario come al solito, quindi la solidità del club è fuori discussione…

Seconda fascia: le outsider che ci provano

Qui troviamo le squadre che non dovrebbero essere in lizza per il titolo e la cui ambizione massima è fare da quarto incomodo al gran ballo delle pretendenti. Ma si tratta di squadre “che ci possono provare” e in certe giornate possono giocare brutti scherzi

Fiamme oro, i solidi

Pasquale Presutti. E potrei finirla qui. Ma non è solo quello. La rosa è di alto valore e quest’anno si sono aggiunti giocatori importanti come i neocampioni d’Italia Gianmarco Vian e, soprattutto, l’Alchimista Andrea Menniti-Ippolito. Con un piazzatore infallibile come lui Pasquale Presutti, tecnico con il quale in passato i poliziotti hanno raggiunto i loro migliori risultati, può sviluppare al meglio il suo gioco incardinato su fasi statiche solide e capitalizzazione delle occasioni. Potrebbe essere la classica squadra-diesel che ha una grande costanza di rendimento di buon livello e che perde solo se l’avversario gioca al meglio delle sue possibilità. Insomma, ha tutto per mettere alla prova le big. Se poi dovesse poter contare sui giocatori che di solito è costretta a farsi scippare dai federali celtici allora potrebbe diventare anche qualcosa di più. Sulla solidità della società è inutile discutere…

Calvisano, i corti

E’ stata l’indiscussa protagonista dell’ultimo decennio ed oltre ed ogni anno era la favorita di tutti. Ma da un paio di stagioni sembra che il suo ciclo stia volgendo al termine. Dal punto di vista qualitativo ha poco da invidiare alle migliori, ma la rosa, probabilmente per ragioni economiche, risulta molto ristretta e poco adatta al passo lungo di un’intera stagione che richiede un’amministrazione delle risorse che i gialloneri non appaiono nelle condizioni di potersi consentire. Lo staff tecnico è guidato da un tecnico esperto e profondo conoscitore della categoria come Guidi e da un giovane che sta crescendo, Cittadini. La società sembra meno solida che in passato e potrebbe condizionare il clima della squadra. Una squadra che in partita secca può battere chiunque, ma che non sembra in grado di arrivare in fondo.

Colorno, gli ambiziosi

La società emiliana è stata la sorpresa della recente campagna acquisti: ha letteralmente rivoluzionato la rosa accomiatando i “dilettanti” e formando una rosa da vero TOP10 e di buona qualità, oltre che di dimensioni ragguardevoli. Alcuni acquisti, innanzitutto quello del pilone azzurro Derrick Appiah hanno lasciato a bocca aperta e l’arrivo di giocatori da squadra di vertice come Lucio Rodriguez, Koffi e De Santis, la permanenza del piccolo fenomeno Gesi (che molti vedevano in franchigia), fanno pensare ad una stagione ambiziosa. Ma il vero colpo a sorpresa è stata la formazione di un coaching-staff composto di 3 tecnici ciascuno dei quali potrebbe tranquillamente essere head coach: il neoscudettato Umberto Casellato ed il più volte finalista Pippo Frati si sommeranno al precedente tecnico Cristian Prestera. Chiaro che dietro tutto questo non può che esserci una società che vuole crescere ed ha i mezzi per farlo.

Terza fascia, le tranquille

In questa fascia troviamo le squadre che possono affrontare il torneo avendo come unica ambizione quella di…giocare a rugby al loro meglio cercando di togliersi magari, se capita, qualche soddisfazione come quei ciclisti che partecipano alle grandi corse a tappe senza puntare alla classifica e cercando successi di giornata.

Viadana, i belli

Poche storie, se nella scorsa stagione il Petrarca è stata complessivamente la squadra più forte e Rovigo quella più vincente, non c’è dubbio che la più bella sia stata quella mantovana. Un gioco bellissimo, arioso, divertente, che ha messo in luce talenti notevoli come Ciofani (volato altrove), rivelato ottimi giocatori come Casado Sandri e rivitalizzando giocatori che sembravano assopiti come Keanu Apperley. Il merito è stato senza dubbio di German Fernandez, il bravissimo tecnico argentino che solo l’insipienza altrui ha consentito a Viadana di confermare realizzando l’acquisto migliore. Ma anche dal mercato qualcosa di buono è arrivato, sempre con un occhio al bilancio che una società oculata cerca sempre. Lo scorso anno è stata la migliore delle non big. Quest’anno parte un po’ più indietro perché almeno due squadre che lo scorso anno le erano dietro sembrano meglio attrezzate. Ma sono certo che Fernandez e la sua banda ci faranno divertire ancora.

Mogliano, i duri

Pochi movimenti durante l’estate per la squadra solidamente guidata da Salvo Costanzo, un tecnico che sta crescendo piano, ma…in linea col suo cognome. Interessante il ritorno alla base del Mozza Semenzato che garantirà classe ed esperienza ad una squadra giovane, ma di grande solidità. E’ una squadra da cui non ci aspettiamo grandi lampi, ma nemmeno sfondoni. Ha tutto per vincere con chi le sta al pari e sotto, ma sembra sempre avere una cilindrata troppo bassa per quelle superiori. Di certo, però, non regalano niente: per batterli devi metterli sotto. E se, per caso, una volta capita di dover giocare…a pallanuoto sul loro campo può cadere anche qualche scalpo inatteso.

Quarta fascia: si salvi chi può

In questa fascia ci sono quelle che devono salvarsi. Crudo dirlo, ma è così. Del resto qualcuno ultimo deve arrivare e loro due hanno come obiettivo…che tocchi all’altra

Lyons, gli attrezzati

La scorsa stagione sono stati bravi a sfruttare la fortuna di essere rimasti quasi indenni dalle partite saltate causa covid, il che ha garantito loro quella continuità di gioco ed allenamenti che ne ha fatto una delle squadre che hanno fatto meglio in relazione ai mezzi. Sembrano decisamente attrezzati per conseguire l’obiettivo che è quello di evitare la retrocessione. Hanno perso elementi importantissimi come Masselli e Katz, vere colonne, e li hanno sostituiti pescando ampiamente in Argentina. Lo staff tecnico è ottimo: il sergente Garcia è da un po’ sui taccuini di molte società importanti nella categoria e Carlo Orlandi è uno dei tecnici degli avanti più esperti e rinomati in Italia. La società garantisce tranquillità ed i piacentini devono solo stare attenti a non esserlo troppo tranquilli!

Lazio, mai dire mai

I biancazzurri sono da innumerevoli stagioni già retrocessi. Anzi no. Insomma, all’inizio di ogni stagione si dà per scontato che scenderanno in serie A. Poi, per un motivo o per l’altro, salvano sempre la ghirba. O perché non ci sono retrocessioni o perché…la ghirba la lascia qualcun altro. Quindi anche se la pelle dell’orso laziale sembra sul bancone aspetterei a darla per venduta. Intanto hanno comprato un po’ all’estero, cosa non nelle loro abitudini. Il che significa che la propria pelle sembra star loro a cuore, altrimenti lascerebbero perdere. La rosa è da ultimo posto. Lo è sulla carta, vedremo se lo sarà anche in classifica.

…E le trasmissioni?

Al momento in cui scriviamo non è dato sapere se le partite del campionato saranno ancora visibili in streaming come lo scorso anno sul Canale Youtube della federazione, sulla pagina Facebook della medesima, o su entrambe le piattaforme, o nel microonde di casa o…nella fantasia di ciascuno. Sarebbe bello saperlo. Ci auguriamo che qualcuno si degni di comunicare se ci sarà o non ci sarà. Magari sarà annunciato nella presentazione ufficiale del campionato: all’ultimo minuto, come sempre. Per non parlare del fantomatico “TMO su tutti i campi”. Ma questa sembra una delle tante “non novità” della “renovata FIR”, così tanto simile nei difetti alla decrepita fir del brutto, sporco e cattivo: le cose o non c’erano o venivano fuori due giorni prima del via, alla faccia della tanto invocata trasparenza e programmazione.

Buon TOP10 a tutti!

Possibilmente sui campi, che è più bello sempre e per di più, al momento, senza alternativa…

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jpr