Top 12

Top12, i Diavoli tornano ad allenarsi. Manghi: “ma in modo facoltativo, a piccoli gruppi e senza contatto”

Scritto da Rugby.it

A piccoli gruppetti, il Valorugby ha ripreso ad allenarsi. Le disposizioni speciali del CONI per gli atleti di alto livello (nel caso del rugby: giocatori di nazionali, franchigie, Top12) lo consentono, purché l’attività sia svolta in assenza di pubblico e sotto stretta supervisione medica.
Questo è il nostro lavoro, il rugby è la nostra professione –tiene a precisare Roberto Manghi, direttore sportivo del Valorugby- Non vorrei che passasse un messaggio negativo e che le persone pensassero che in qualche modo trasgrediamo le regole giustamente imposte a tutti. La Canalina in questo momento è chiusa al pubblico ed è periodicamente igienizzata; insomma, è come se fosse una casa privata, e pulita alla perfezione. I ragazzi si allenano solo atleticamente, senza contatto fisico; utilizzano i guanti e il gel igienizzante, mantengono le debite distanze e gli attrezzi sono disinfettati dopo l’utilizzo”.
All’inizio di questa settimana, dopo un periodo di limbo e incertezza, il club ha scelto di provare a ridare avvio al programma di allenamenti. In modo facoltativo. Quindici giocatori hanno accettato e ora si preparano alla Canalina divisi in quattro gruppetti. Prima di ogni sessione, un medico dello staff misura la temperatura a tutti.
Nessuno dei giocatori che hanno scelto di venire ad allenarsi convive con persone anziane, su questo siamo stati chiari fin dall’inizio –spiega ancora Manghi- In questo momento ci piacerebbe essere infermieri o trasportatori per poter dare una mano, ma i nostri rugbisti sono per l’80% studenti. Abbiamo anche diversi giocatori non reggiani né parmigiani che si trovano qui un po’ isolati, senza famiglia; l’allenamento è anche un modo per toglierli per un paio d’ore al solitario confino casalingo. I sudafricani hanno aderito, i due ragazzi neozelandesi invece hanno preferito rimanere a casa”.
Geronimo Albertario, il seconda linea italo-argentino, è arrivato a Reggio nel momento peggiore; è ancora in città? “Albertario era in prova con noi già da qualche tempo prima che ne annunciassimo l’ingaggio, quindi si trovava a Reggio già da diversi giorni quando è sorta l’emergenza sanitaria. Giocava in Italia anche l’anno scorso e ora ha ottenuto la cittadinanza. L’altro seconda linea, Du Preez, è ormai quasi reggiano, mentre altri stranieri arrivati da meno tempo si trovano in questo momento lontani dal proprio mondo e dalle proprie famiglie. Del resto anche mio figlio è in Sud Africa e al momento impossibilitato a tornare; ma per fortuna là si trova bene”.
Quali scenari vi figurate per questo Top12, c’è qualche possibilità di terminare la stagione? “E’ ancora troppo presto per fare previsioni. Se il picco dell’epidemia arrivasse entro dieci giorni, forse in maggio si potrebbe tornare a giocare, ma è una speranza ottimista. Se non dovessimo riuscire a finire il campionato, peccato, ma sappiamo che in questo momento l’emergenza generale è più importante dello sport. E conserveremmo almeno il ricordo di aver sempre giocato alla pari con le grandi squadre del torneo”.
Il Top12 deve disputare ancora dieci giornate della fase a girone e i play-off; dopo le ultime modifiche le semifinali erano in programma a fine maggio e la finale il 6 giugo, ma sarà impossibile rispettare questo calendario. Al momento nessuno può prevedere se e come procederà questo campionato.

(da Il Resto del Carlino di Reggio Emilia)

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