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Il bilancino del 6 Nazioni

Scritto da jpr

Chiacchierata del lunedì sul weekend di 6 Nazioni: pesiamole!

Sistemiamo prima i numeri, risultati e classifica, poi ci facciamo le solite due chiacchiere:

Una giornata che ha già determinato alcuni equilibri questa seconda del 6 Nazioni! La partita più brutta è stata senza dubbio la più importante, quella dalla quale discendono le maggiori conseguenze. O, meglio, quella che avrebbe potuto chiudere una porta in maniera definitiva, ma poi la porta si è riaperta. La partita di Murrayfield, fra due squadre che sono state aiutate dal clima a fare una cosa che stavano già facendo per conto loro, cioè giocare male, restituisce al torneo, anzi evita di togliergli, una delle protagoniste più attese, cioè l’Inghilterra. Fino al 69’ la partita era in perfetta parità e l’impressione era che solo una cavolata di una delle due squadre avrebbe potuto permettere all’altra di sbloccare la situazione. La candidata più probabile alla cavolata era ovviamente la Scozia e la cavolata scozzese è arrivata puntuale con la seconda consecutiva stupidaggine (dopo la meta buttata all’Aviva Stadium) del giocatore più dotato di classe sopraffina ed esperienza internazionale del roster blunotte: Stuart Hogg. Il formidabile fullback blù si è trovato nella condizione di annullare una palla difficile sulla quale era però in netto vantaggio e lo ha fatto nel peggiore dei modi portandola dentro. Sulle prime sembrava addirittura che non fosse riuscito ad annullare (con meta bianca), ma le immagini del TMO hanno comunque assegnato ai bianchi l’unico possibile modo per segnare dei punti: con i calci che venivano portati via dal vento ed il gioco che non veniva, una bella mischia introduzione propria ai 5 mt era l’unica possibilità. Bravi gli inglesi a sfruttarla e a rimettersi in corsa per un torneo che con un pareggio sarebbe stato probabilmente chiuso per loro. Il match ci restituisce se possibile una squadra di Jones addirittura in regresso rispetto alla sconfitta di St. Denis sul piano del gioco (al netto delle condizioni atmosferiche), ma si sa che i risultati sono il miglior balsamo ed ora gli inglesi hanno due partite decisive da giocarsi in casa con Irlanda e Galles per poi prendere gli scontati 5 punti contro l’Italia. La Scozia, per conto suo, si porta a casa un punticino che serve a poco o nulla: il destino dei blu incrocia il nostro e l’incrocio sarà all’Olimpico: speriamo il fattore campo ci aiuti. Ma l’impressione lasciata è stata tutt’altro che positiva, il che autorizza qualche speranza in più per i nostri.

Nel frattempo un’Irlanda in crescita evidente rispetto alla prima uscita vinceva in maniera inaspettatamente facile e larga contro un Galles sempre più rabberciato (persi anche Adams e Biggar). I verdi di Farrell sono apparsi molto più fluidi nel gioco e l’impatto del rientrante Henshaw è stato molto positivo nel reparto arretrato, anche se poi è dovuto uscire. Importantissimo il conseguimento del bonus mete che mette gli irlandesi nella condizione di poter affrontare il prossimo match di Twickenham, davvero decisivo per il titolo, facendo anche qualche calcolo sul fatto che una sconfitta per 4-1 potrebbe non essere un dramma. Calcoli di cui di solito non si parla, ma che vengono spontanei. Per i gallesi, invece, la sconfitta piuttosto netta e senza punti rappresenta un passo indietro o, meglio, la riconsiderazione dell’effettivo peso della larga vittoria contro un’Italia di scarsissima consistenza al Millennium. La possibilità per i Dragoni di una riconferma nel torneo passa per il prossimo match casalingo contro la Francia e ancor di più per quello successivo a Twickenham. Ma le sensazioni non sono per niente buone e i rossi non sono secondo chi scrive fra i favoriti per la vittoria finale.

Infine la partita dello Stade de France dice che la Francia sa essere bellissima, ma anche pasticciona e talvolta si prende delle pause che possono mettere a rischio il lavoro fatto. Si tratta di una squadra che per quanto ricchissima di talento rimane poverissima di caps. Ma la bellezza del gioco quella no, non è andata affatto persa e i galletti di Galthiè anche in questa giornata sono quelli che ci hanno fatto divertire di più e fatto vedere le cose più interessanti ed innovative. Come l’Irlanda sono ancora in corsa per il Grand Slam e con in più il vantaggio di non dover andare a Twickenham, ma la partita del Millennium sarà per loro una specie di esame di maturità. Se lo dovessero superare positivamente diventerebbero di diritto i favoriti numero 1 per la conquista del torneo. Per parte sua l’Italia ha giocato a rugby e perso una partita di rugby: può sembrare poco, ma è tantissimo se il punto di partenza è la punizione di Cardiff. Certi meccanismi hanno cominciato a girare e la mischia non è rimasta sola. Anche la touche ha lavorato bene riuscendo anche a disturbare non poco quella avversaria. Certo la prova decisiva per Franco Smith sarà l’esordio casalingo contro la Scozia, partita sulla quale, come al solito, puntiamo tutte le nostre fiches per non restare a bocca asciutta. E ci sarà il dilemma-Parisse: l’ex capitano ha chiesto di giocare le partite casalinghe ed ora spetterà al tecnico decidere se e come inserirlo in un meccanismo che sembra trovare il suo funzionamento e con giocatori di qualità che abbondano nel reparto e sembrano garantire efficacia in vista della partita che non possiamo bucare.

Avrà due settimane per pensarci, noi nel frattempo ci guardiamo la foto TOP del secondo turno.

BACK FROM HELL! WE’RE STILL ALIVE!

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jpr