Dopo una grandiosa carriera azzurra Veronica Schiavon lavora e gioca da cinque anni nella terra dei ramen e della carta di riso
Se nella “Butterfly” di Puccini Cio-Cio-San rimaneva in trepida e vana attesa di un fil di fumo in arrivo dall’altra parte del mondo, Veronica Schiavon non ha posto indugi e quel fil di fumo è andato a cercarselo: lasciata cinque anni fa l’Italia per inseguire la propria passione, Veronica vive e gioca da allora in Giappone, la nazione nella cui lingua si è laureata.
L’ex mediana di apertura e capitana dell’Italia (82 presenze, 351 punti) abita a Yokohama, la grande città che forma con la vicina Tokyo una megalopoli senza soluzione di continuità e nella quale si disputerà fra meno di un mese la finale mondiale di rugby.
La lunghissima carriera di Veronica (ha debuttato in nazionale nel 2002, un anno prima di Parisse) e il fatto che sia scomparsa dai nostri radar da diverse stagioni potrebbero far pensare che lei sia ormai una “old” ma l’ex leader azzurra ha solo 36 anni, un’età ragguardevole per un’atleta ma non eccezionale.
Nata a Maserada sul Piave, Veronica ha mosso i primi passi nel Benetton ma ha poi quasi ininterrottamente vestito la maglia del Riviera del Brenta; nel 2008 è stata una delle pioniere delle allora rare e ora numerose rugbiste italiane con la valigia, andando a disputare una stagione a Richmond, in Inghilterra. Nel 2014, dopo sei scudetti conquistati e un Campionato Europeo vinto in maglia azzurra, il grande salto: Veronica ha deciso di seguire la propria passione e la propria laurea, provando a trasferirsi nella terra del kanji e della carta di riso.
L’inizio non è stato facile, tra visti temporanei e la necessità di trovare un lavoro per non essere rimpatriata, ma ora Veronica è il punto di riferimento della sua squadra Yokohama TKM, dopo le prime stagioni trascorse nelle Tokyo Phoenix.
Nonostante il dominio continentale della nazionale giapponese (hanno vinto gli ultimi tre campionati asiatici XV e gli ultimi sette campionati 7s) il rugby al femminile laggiù sembra ancora in stato embrionale, almeno secondo un’intervista di tre anni fa a Polesine Sport.
Com’è la tua esperienza sinora? “Qui il rugby è tanto allenamento e poche partite, purtroppo. Si, il Seven è l’attività principale, ma i tornei che contano sono solo quattro, cinque. Per la stagione a quindici è lo stesso: quattro, cinque le partite che contano, poi ci sono amichevoli e piccoli tornei. Se si riuscisse a fare un campionato più consistente sarebbe più piacevole”.
Schiavon è figlia e sorella d’arte: la madre Mansueta Palla (niente nomen omen stavolta: la palla da rugby è tutto tranne che mansueta, è scivolosa, matta e traditrice…) è stata a sua volta nazionale azzurra e la sorella Valentina, mediana di mischia, è comparsa per molti anni nei tabellini a fianco di Veronica sia in campionato sia in nazionale. Veronica ha collezionato 82 cap azzurri e 383 punti in nazionale (secondo Wikipedia, 351 secondo la FIR), quest’ultimo dovrebbe essere ancora un record imbattuto. Nel 2013 ha vinto anche la prima edizione del Ladies Rugby Club Award, assegnato alla miglior giocatrice italiana.
Il suo addio alla nazionale è avvenuto appena due anni fa: Di Giandomenico la richiamò per disputare la Coppa del Mondo in Irlanda, conclusa dalle azzurre con un ottimo nono posto dopo la finalina vinta ai supplementari sulla Spagna. Quella irlandese è stata la sua seconda Coppa del Mondo: la prima in Spagna nel 2002 (partita d’esordio proprio contro il Giappone) e la seconda quindici anni dopo. Una carriera lunga quasi quanto quella di Parisse.
Questo è un piccolo articolo scritto pochi giorni fa da Veronica per il blog della sua squadra
“Ciao a tutti!
Sono Veronica.
GIAPPONE e ITALIA hanno vinto la prima partita! Yeah!
Non sono riuscita a comprare un biglietto per i Mondiali ma abbiamo in programma di guardare quante più partite possibili in club house, nelle fan zone e in TV!
E l’altro giorno sono stata invitata a partecipare a un talk show pubblico sull’Italia al Rinko Park! Quel giorno fa era in programma una partita dell’Irlanda e mentre camminavo dalla stazione di Minato Mirai a Rinko Park c’erano molte persone che indossavano maglie e trapunte verdi! Tantissimi erano già riuniti davanti allo schermo!
Io ho cercato una maglia azzurra. La prima partita dell’Italia? Certo che l’ho vista… tanti errori, ma anche sette mete, quindi penso che sia stato un buon inizio! FORZA ITALIA !!
Noi come Yokohama TKM prenderemo parte nei prossimi giorni al torneo di Kanto. Il 13 e il 20 ottobre ci sono partite importanti per passare alla fase successiva. Sostenete anche noi mentre guardate i Mondiali!
Veronica”