Rugby World Cup 2019

Sebastian che fuggì dallo Zimbabwe per giocare in Italia

Scritto da Rugby.it

(da World Rugby)

La storia atipica di Sebastian Negri testimonia forza di carattere e una grande solidità familiare di fronte alle avversità della vita

E’ una delle tante belle storie di questa Coppa del Mondo. Nel 2003 il giovane Sebastian Negri e la sua famiglia dovettero fuggire dallo Zimbabwe; a soli nove anni, Sebastian non potè che portar con sé la propria mazza da cricket e un pallone da rugby. Così traumatizzante, questa esperienza segnò il debutto di una epopea che ora, sedici anni più tardi, ha condotto colui che è diventato un giovane uomo ben piantato (195 cm, 110 kg) nel Paese del Sol Levante, per disputare la sua prima Coppa del Mondo con l’Italia.

E’ SOLO RUGBY. Sempre presenti, mamma Diana e papà Janusz saranno in tribuna per incitare il loro cucciolone che prende il volo. E senza dubbio durante i momenti più difficili sul prato verde Sebastian Negri si ricorderà le avventure di un tempo nei grandi spazi verdi dello Zimbabwe.
«Quando guardo i miei genitori ripenso al modo con il quale hanno superato quelle avversità. Non si sono arresi e perciò ci hanno donato un futuro. Questo mi permette di capire la relatività di certi piccoli colpi duri come una ferita, una sconfitta o una mancata convocazione”.

RIFORMA AGRARIA E MIGRAZIONE FORZATA. La famiglia Negri fece parte dei quattromila agricoltori che furono costretti ad abbandonare le proprie terre quando il presidente Robert Mugabe (morto pochi giorni fa) promulgò una serie di riforme agrarie per riconsegnare quelle terre alla popolazione autoctona.
«La mia famiglia ha molto sofferto e ringrazio i miei genitori per tutti i sacrifici che hanno fatto per noi –confida Sebastan, che ha accettato di aprire il pesante carapace dei ricordi- E’ difficile andare avanti quando perdi la tua casa e tuo padre si ritrova senza lavoro”.
Altri celebri rugbisti hanno conosciuto analoghe peripezie. Come Negri, anche David Pocock ha dovuto costruire il proprio successo lontano dallo Zimbabwe, fino a diventare uno dei migliori giocatori al mondo con la maglia dell’Australia. David Denton, zimbabwese anche lui, ha vestito per quarantadue volte la maglia dei cardi scozzesi e proprio questo lunedì annuncerà la fine della propria carriera.

VACANZE. Al momento della partenza Sebastian fu benevolmente ingannato: “nostro padre ci disse di fare i bagagli per una vacanza. Immaginavo un breve viaggio, così presi solo mazza da cricket e palla da rugby. Guardando indietro mentre ci allontanavamo pensai che sarei stato di ritorno l’indomani o alla fine del weekend, non ho mai più rivisto la mia casa”.

TRATTENERE LE COSE POSITIVE. Questa partenza fu l’inizio di un periplo che condusse i Negri fino in Sud Africa. “Fu un periodo difficile per tutta la famiglia. Ero ancora un po’ troppo piccolo per comprendere bene tutto; ci fermammo a Durban. In quella città ho comunque avuto tante opportunità perché i nostri genitori hanno fatto tantissimi sacrifici per noi –per me, i miei fratelli e mia sorella-, per darci la miglior educazione possibile”.
Ora Sebastian Negri accoglie tutto ciò che arriva come una benedizione. Difficile da credere, lui non cambierebbe nulla del proprio passato. “Mio padre ci dice sempre ‘pensate che saremmo come siamo ora se non avessimo vissuto tutto questo? La risposta è no!’. Nella vita nulla avviene per caso; credo che non avremmo goduto delle stesse opportunità se non fossimo stati messi di fronte a una così dura prova”.

UNA VITA IN VIAGGIO. Il padre di Seb, Tom, era partito da Milano per lo Zimbabwe. Un’origine che ora permette al giovane rugbista di difendere i colori azzurri.
Dopo Durban, Negri ha scoperto Città del Capo e l’accademia rugbistica Western Province, prima di volare verso l’Inghilterra e l’Hartpury College grazie a una borsa di studio universitaria.
Mentre compiva i suoi studi in management sportivo, Negri ha ricevuto la chiamata del selezionatore italiano Conor O’Shea. Nel 2016 il debutto con la maglia dell’Italia è stato coronato da un successo, 24-20 agli USA. A tre anni di distanza la sua collezione di cap ha ormai raggiunto quota venti. Dopo aver contribuito alla promozione dell’Hartpury nel Championship inglese (seconda categoria dopo la Premiership) Seb è entrato nel 2017 nel Benetton Treviso.
Forse un modo per chiudere il cerchio.

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