Sconfitta molto più netta di quanto dica il tabellino di Murrayfield per un’Italia che “vive” 10’ nella prima del 6N
Per la serie “poteva andare anche peggio” un’Italia che è stata davvero poca, pochissima cosa per 70’ riesce a portare a casa un punteggio decente e addirittura tre mete segnate (evento più unico che raro) grazie alla distrazione indisciplinata dell’avversario ormai pago e, va comunque detto, ad un po’ di buona volontà ed orgoglio. Ma il punteggio tutto sommato non umiliante (anche se nettamente peggiore di quello dello scorso anno) non deve nascondere la cruda realtà dei fatti che parlano di una squadra letteralmente inesistente in attacco (prima dei 10’ finali la nostra presenza nei loro 22 era nettamente inferiore al minuto) e con fasi alterne in difesa fino a quando, a 10’ dalla fine, la Scozia non ha deciso che, una volta incamerati i 5 punti, era inutile continuare a sprecare energie che in un torneo duro e lungo come questo è meglio serbare per altri impegni. Ma la “cosmesi” del punteggio non deve distrarci dal giudizio sulla prestazione complessiva che, comunque, seguirà al racconto dei fatti.
Si parte già con una “tegola” sui nostri che devono rinunciare a Tebaldi cui subentra Gullo Palazzani che, comunque, non farà assolutamente rimpiangere il nocetano. Al fischio d’inizio di Mr. Pearce le cose si mettono subito come poi continueranno ad essere per 70’: il possesso, il territorio, l’avanzamento ed il controllo sono saldamente nelle mani dei nostri avversari, cui contrapponiamo solo una difesa non disprezzabile nella quale si mette in mostra soprattutto l’estremo neozelandese Hayward, probabilmente il migliore in campo degli azzurri. Dopo 3’ potremmo essere già sotto se non venisse ravvisato ai nostri avversari un doppio movimento in fase di grounding. Dopo un’altra “quasi meta” sprecata dai cardi paradossalmente è l’Italia ad andare in vantaggio al 9’ con Tommy Allan che piazza da posizione non facilissima grazie ad una scorrettezza scozzese (0-3). Ma neanche 3’ dopo Blair Kinghorn dà il via al suo pomeriggio di gala volando sulla fascia e raccogliendo uno splendido kick-pass di Finn Russell che rifinisce un pallone rubato in ruck (5-3). L’Italia è solo difesa, placca, sale, recupera, sbuffa, tampona come può, ma non è in grado di proporre nulla di nulla, priva di tutto: di idee, di strategia e, soprattutto, del pallone il cui possesso senza avanzamento sfiorisce appena sboccia. La Scozia, pur pasticciando e sprecando il suo crea invece tantissimo e dalla mole di gioco arriva la seconda meta: Laidlaw è bravissimo con un movimento impercettibile a mandare la nostra difesa da un lato e aprire dall’altro; con il suo rovesciamento repentino il 9 del cardo crea per Hogg lo spazio necessario per involarsi e mettere in meta ancora Kinghorn al largo: al 21’ il punteggio è 12-3. Nulla comunque cambia in campo: il gioco è sempre nelle mani dei nostri avversari che non arrotondano soprattutto per due motivi: la splendida prestazione difensiva di Hayward (ordinato, attento e rapido nel soccorrere le defaillances dei compagni) ed una certa imprecisione nelle manovre, che dipende probabilmente dal fatto che non solo noi, ma anche gli scozzesi schierano una squadra piena di sostituzioni forzate.
Nell’intervallo è tanta la preoccupazione per una squadra che finora ha retto, ma che rischia moltissimo essendo del tutto priva di alternative alla pura e semplice resistenza passiva: una situazione logorante tanto sul piano fisico che su quello mentale e che potremmo pagare caro alla lunga.
L’inizio del secondo tempo si incarica di inverare immediatamente i timori: gli scozzesi decidono di assestarci il colpo di grazia partendo all’assalto e dopo pochi minuti ed un paio di occasioni sprecate l’ispiratissimo Russell rifinisce una paziente serie di cariche con un grubber sul quale Stuart Hogg arriva a velocità doppia dei nostri e “grounda” la palla quel niente che basta per fare 19-3 al 47’. L’Italia adesso non riesce più nemmeno a difendersi, nonostante gli avversari non siano proprio pulitissimi nelle scelte e nelle esecuzioni, ma basta un po’ di volume di gioco per portare la palla ancora a Blair Kinghorn che si beve mezza difesa con una finta e fa la meta del bonus al 55’ (26-3). Ancora qualche minuto e la Scozia chiude virtualmente la partita al 62’ con una splendida iniziativa di Hogg che sventra la nostra difesa e viene poi conclusa dal neo-entrato Harris al (33-3). A questo punto la Scozia coi 5 punti tranquillamente in saccoccia decide chiaramente di risparmiarsi e di lasciarci giocare: basta guardare le statistiche fino a quel momento e quelle da lì in poi per capire che lì è finita una partita e qua ne comincia un’altra poco più che platonica. La Scozia lascia fare, quindi, e ci contrasta evitando di affaticarsi e ricorrendo ai falli. Pearce, dopo aver avvertito gli scozzesi, al quarto fallo consecutivo caccia Beghan al 70’ e troviamo subito la meta giocando veloce e dando palla a Gullo Palazzani che fa la classica meta del mediano di mischia che scivola rasoterra contro un avversario che palesemente non ha voglia di piegarsi troppo (33-10). In 14 e già con la testa negli spogliatoi gli scozzesi giochicchiano e lasciano fare tanto che segniamo subito un’altra meta con Edo Padovani che sfrutta un 3 vs 1 (33-15) grazie soprattutto ad un pregevole assist di Ruzza che, al 78’ lancia ancora Campagnaro il quale assiste il liberissimo Angelo Esposito che marca (33-20) e cerca di droppare veloce (sbagliando la trasformazione) per cercare una quarta meta che potrebbe portare addirittura due punti, ma che non arriva.
Tre mete segnate in meno di 10’ sono una cosa che l’Italia non mostra spesso: dobbiamo credere rappresentino il nostro potenziale? Non lo credo: è sempre antipatico dire “abbiamo segnato perché ce lo hanno consentito quando non contava nulla”, ma credo proprio che in questo caso sia vero. Ritengo più utile concentrarmi sui primi 70’ di nulla in cui il solo Jayden Hayward merita una menzione per la splendida prestazione difensiva ed i calci di spostamento precisi e potenti. Oltre al barbuto neozelandese si può lodare la buona volontà di Palazzani ed i notevoli mezzi tecnici di Ruzza che continua a fare inspiegabilmente troppa panchina. Ma il resto è stato nulla farcito di niente. Nella Scozia c’è molto da rivedere e non credo, sinceramente, che questa squadra possa dire molto nel prosieguo del torneo, a meno che non recuperi i tantissimi infortunati che potrebbero ridare ordine ad un gioco pasticciato ed impreciso: al di là delle mete di Kinghorn e dell’ispirazione di Russell i cardi sono sembrati una squadra in netto regresso rispetto alle ultime uscite.
Se invece vogliamo inebriarci con la bella sensazione di aver limitato le dimensioni della sconfitta e sfiorato due punti, possiamo farlo. Non so a cosa potrebbe servire, ma possiamo farlo. Anzi, se vogliamo che quei 10’ servano a qualcosa proviamo a chiederci perché non abbiamo fatto nulla di lontanamente paragonabile nei primi 70’.
MURRAYFIELD STADIUM – EDIMBURGH – 02/02/2019
Torneo VI Nazioni – Prima giornata: Scozia-Italia 33-20
Marcatori: p.t. 9’ c.p. Allan (0-3), 12’ m. Kinghorn (5-3); 21’ m. Kinghorn tr. Laidlaw (12-3); s.t. 47’ m. Hogg tr. Laidlaw (19-3); 55’ m. Kinghorn tr. Laidlaw; 62’ m. Harris tr. Russell (33-3); 70 ‘ m. Palazzani tr. Allan (33-10); 74’ m Padovani (33-15); 78’ Esposito (33-20)
Scozia: Hogg; Seymour, Jones (58’ Harris), Johnson, Kinghorn; Russell, Laidlaw (cap) (58’ Price); Wilson (71’ Graham), Ritchie, Skinner (14’ Strauss); Gilchrist, Toolis; Nel (50’ Berghan), McInally (63’ Kerr), Dell (58’ Bhatti)
a disposizione non entrati: Hastings
all.Townsend
Italia:Hayward; Esposito, Morisi, Castello (49’ Padovani), Campagnaro; Allan (26’-35’ McKinley) (71’ McKinley), Palazzani; Parisse (cap), Steyn, Negri (59’ Tuivaiti); Budd (51’ Ruzza), Sisi; Ferrari (63’ Pasquali), Ghiraldini (59’ Bigi), Lovotti (51’ Traorè)
all.O’Shea
arb.Pearce (Inghilterra)
Cartellini: al 70’ giallo a Berghan (Scozia)
Calciatori: Allan (Italia) 2/2, Laidlaw (Scozia) 2/3; Russell (Scozia) 1/1; McKinley (Italia) 0/1; Esposito (0/1)
Note: Italia con il lutto al braccio in memoria di Pete Gleeson, padre di Dean Budd scomparso la settimana scorsa in Nuova Zelanda.
Punti conquistati in classifica: Scozia 5; Italia 0
Man of the match: Kinghorn (Scozia)