Chi merita un premio e chi va dietro la lavagna questa settimana in TOP12
Cari amici, innanzitutto ben ritrovati. Come avete passato l’estate? Io male, come sempre, perché oltre a detestare il caldo detesto l’astinenza da pane&salame, cioè dal rugby che amo di più, quello visto dal campo, quello paesano dei giocatori con cui puoi farti due chiacchiere ed una birra a fine partita. Lo confesso, guardo con piacere il grande rugby, di solito in tv e qualche volta dal vivo, ma l’emozione ed il coinvolgimento che provo quando vedo il “mio” rugby pane&salame è qualcosa che non ha paragoni. Ieri, quindi, per me è stata una giornata di festa e, finalmente, di pane&salame, dopo troppi mesi di forzato digiuno. Quest’anno si è partiti con alcune novità: come sapete tutti non c’è più l’eccellenza, ma il TOP12 ed anche questa indegna rubrichetta si adegua con un restyling del nome. Inoltre è partita ieri la trasmissione in diretta streaming sul canale tutubo della Federazione e, da quanto mi riferiscono, pur con qualche problemuccio iniziale le cose sono andate bene. Lasciatemi dire che già partire con la certezza delle trasmissioni alla prima giornata è una bella novità, quindi, una volta tanto, una carezza di incoraggiamento mi sento di darla a questa iniziativa. Quanto al campo la giornata di ieri non fornisce grandi spunti per distribuire premi e punizioni: risultati piuttosto netti e per lo più scontati (le forti contro le deboli…). Vera battaglia solo su un campo, quello di Firenze espugnato di misura dalle “valorose” teste quadre di Reggio Emilia, ma per il resto divari larghi. Ravanando, però, qualcosa da rimarcare salta fuori tanto in positivo, quanto in negativo; e quindi:
La carezza della settimana va a: David Odiete o il ritorno del fulmine

Essì, dev’essere la settimana delle teste quadre questa, se l’impresa di giornata la fa il team del presidente cowboy Enrico Grassi e la prestazione più squillante arriva da un suo concittadino migrato altrove. David Michael Odiete è in giro da un pezzo per i nostri campi, quindi, magari, molti penseranno “vabbè, ma è vecchio…”. A parte che vorrei essere vecchio come lui, il fulmineo ragazzo dell’Enza è un ’93, cioè tiene 25 anni, e forse è un po’ presto per considerarlo “andato”, non vi pare? David, gambe cicloniche ed imprevedibilità esagerata, un fulmine, ha cominciato con l’atletica veloce (ma vah?) ed ha conosciuto l’ovale nella sua città. Passando per l’Accademia federale è arrivato fino al grande rugby pro con le Zebre segnando la storica meta che diede alla squadra parmigiana la sua prima vittoria in Pro12 contro i Cardiff Blues nel 2013. Poi, però, le prestazioni divennero incostanti e David, dopo essere passato anche da Treviso, se ne scese in Eccellenza, prima a Mogliano e dallo scorso anno a Rovigo. In mezzo anche la maglia azzurra, come la foto qua sopra si incarica di ricordare agli smemorati. La scorsa stagione in rossoblù non è stata brillantissima e chissà quanti di noi avevano cominciato a relegare il fulmineo David nel cassetto dei ricordi polverosi (si mi piacciono le immagini retoriche….). Il ragazzo, che è intelligente, sa che se da quel cassetto vuole uscire può fare affidamento solo su sé stesso e le sue splendide gambe e quest’anno è partito in tromba subito: ieri esordio col botto con ben 4 mete, una di quelle prestazioni che servono a ricordare a tutti che i cassetti sono fatti anche per aprirsi, non solo per chiudersi. D’accordo, l’avversario non era l’Eire della foto sopra, ma, caro David, la strada è quella giusta: guarda questa foto e continua a far girare le gambe, che la strada davanti ti aspetta! Bentornato fulmine!
Lo scappellotto della settimana va a: Rugby San Donà, la pannocchia avvizzirà?
Lo confesso, dare scappellotti non mi piace; doverne dare uno, poi, ad una squadra che nel cor mi sta è ancora più duro. Diciamo quindi che non è uno scappellotto, ma un buffetto di incoraggiamento, perché il risultato di ieri a Viadana è di quelli che fanno davvero male. I panociari (per me saranno sempre quei dee panoce) l’anno scorso hanno subito una grande delusione, come sempre accade quando sfumano i sogni. Oltre ai sogni sono sfumati anche un bel po’ di schei, ed anche nel nostro piccolo rugby, senza schei persino comprarsi il pane&salame non è cosa facile. Quindi molti nomi importanti sono partiti e gli arrivi sono stati un pochino inferiori; nel frattempo la sfiga (tecnicismo, non me ne vogliate) ha fatto il suo con un discreto mazzuolo di infortuni. E ieri il crac: partita a Viadana contro una buona squadra di livello leggermente, solo leggermente superiore e sconfitta pesantissima, senza scusanti e senza reazioni. D’accordo quest’anno i playoff sono un tantinello fuori portata, ma San Donà non può farsi prendere a sberle come una neopromossa contro i campioni d’Italia! Il piccolo Valsugana può anche avere il diritto di inchinarsi all’esordio contro il grande Petrarca, ma San Donà non può farsi strapazzare in questo modo da una squadra di livello paragonabile al proprio. Per fortuna in panchina siede una vecchia e saggia volpe come Craig Green. Perché la pannocchia non deve avvizzire.