Il Petrarca gestisce il ritorno e vola in finale: Fiamme battute 24-10
Vince anche al ritorno il Petrarca di Andrea Marcato e conquista in tutta tranquillità una finale che, invero, sembrava già ampiamente ipotecata al termine del match di andata. In una Guizza gremitissima i ragazzi in nero sfoderano una prestazione di un’autorevolezza impressionante, dando un significato preciso al concetto di forza tranquilla. Il Petrarca non gioca una partita di rugby, la gestisce: fa quello che vuole, quando vuole, gestisce addirittura l’avversario stabilendo quando lasciarlo giocare e quando no, dando un’impressione di totale controllo che non viene meno neppure nelle circostanze in cui sarebbe logico aspettarsi qualche difficoltà. Di fronte una squadra volenterosa, encomiabile che dà davvero tutto e che merita un plauso per il coraggio con cui, sia all’andata che al ritorno, ha affrontato un avversario che appare davvero di una diversa categoria. E non solo rispetto alle Fiamme Oro, ma a tutta quanta l’Eccellenza.
Le Fiamme la partita, in effetti, la cominciano con grande voglia, impegnandosi al massimo e provando a buttare in campo tutto quello che hanno; dall’altra parte non c’è una squadra, ma un muro. Un muro che rimbalza gli avversari, tarpandone qualunque iniziativa: i petrarchini arretrano, ammortizzano, neutralizzano e rimbalzano 30/40 metri indietro affidandosi alla colubrina incredibile che una magica combinazione di DNA ha avvitato alla caviglia di Andrea Menniti-Ippolito. Dev’essere davvero frustrante giocare contro una squadra così; proprio frustrante. Ciononostante i cremisi ci provano e troverebbero anche una meta con un bellissimo sfondamento di Jacopo Bianchi (un ragazzo che andrà dritto in nazionale in un paio d’anni al massimo), che però secondo l’arbitro Piardi (una scoperta per chi scrive: un arbitro davvero di grandissima competenza e attenzione) è inficiato da un doppio movimento. Così è il Petrarca ad aprire il tabellone al 30’ con un piazzato di Menniti che porta i suoi sul 3-0 praticamente alla prima azione d’attacco sfruttando un offside: i neri sono di un’efficienza semplicemente micidiale e segnano anche se a giocare è l’avversario. L’avversario, però, continua imperterrito a provarci e riesce a chiudere avanti 5-3 grazie ad un bello sfondamento dell’ex Iacob che conclude una serie di pick&go: la meta suona come un premio alla buona volontà, ma non cambia nulla circa il fatto che la partita è saldamente in mani patavine.
Nell’intervallo la sensazione è quella di due squadre di categoria diversa: come spesso accade quella inferiore si è prodotta in uno sforzo mostruoso cozzando contro un muro che ha gestito con un livello di impegno tecnico-fisico minimo. L’immagine che viene in mente è quella del cofano di una macchina di grossa cilindrata, una fuoriserie, con i giri tenuti al minimo: se ne percepiscono le basse e sorde vibrazioni e si capisce cosa potrà accadere quando il pilota ingranerà la marcia e pigerà sull’acceleratore…
Il pilota, in effetti, ad un certo punto dopo pochi minuti della ripresa decide che è ora di levarsi di dosso un po’ di povere e fare una sgroppatina. Il ritmo petrarchino cambia di colpo ed il ritmo è quello della Ragusi-dance, una sorta di house-music frenetica gestita dal deejay milanese con il 15 che imprime accelerazioni alla fuoriserie che mandano fuori giri il Ducato cremisi. Su uno di questi strappi arriva il fallo grazie al quale Menniti affonda dentro i 22. A questo punto il pilota decide di inserire una marcia più alta, la marcia-Saccardo, che entra, porta giù una touche perfetta da cui si imposta una maul; la maul fiacca la difesa, la disunisce e Francescato è lesto a capire l’intervallo, saltare l’apertura e servire la scheggia di nome Riera che entra come una lama nel vuoto (non c’era nemmeno il burro…) e sorpassa 10-5 al 47’. Qui, poco dopo, arriva il momento difficile per il Petrarca: un momento difficile che si tradurrà in un’autentica dimostrazione di potenza. Il bravo Piardi, infatti, al 51’ mostra il giallo a Scarsini, da poco entrato, che paga la precedente fallosità dei neri (Piardi aveva ripetutamente avvertito capitan Nostran in proposito) e le Fiamme ne approfittano subito al 52’ per andare in meta con Quartaroli al termine di una serie di assalti ripetuti (10-10, Buscema sbaglia ancora la trasformazione). Le Fiamme provano a sfruttare l’abbrivio e al 56’ un avanti volontario di Santamaria determina un altro giallo per il Petrarca che adesso deve difendere in 13. Potrebbe essere un momento difficilissimo: per una squadra normale lo sarebbe, per il Petrarca no. Proprio qui i neri dimostrano tutta la loro mostruosa forza ed è uno dei loro uomini migliori, Simone Rossi, a sfoderare un’azione difensiva da grandissimo campione placcando e togliendo palla a Bacchetti lanciato verso il try. Una difesa che arriva come una manganellata sulla testa dei poliziotti. La partita finisce lì (non la qualificazione, che era finita già 7 giorni fa…). Il Petrarca, che nel frattempo ha messo dentro la solita serie di cambi che suona come un insulto alla miseria (i neri possono permettersi il lusso di tenere in panchina gente che sarebbe titolarissima ovunque), torna in 14 e chiude anche ufficialmente la contesa di giornata andando in meta con tutta la squadra in maul welsh-style al 66’ (17-10) con stoccata finale di Delfino. Al 68’ dal binario (dei) 22 fischia infine il direttissimo FrecciaRossi che viene servito e parte a palla di cannone travolgendo il mondo intero e terminando un incredibile coast-to-coast in mezzo ai pali: semplicemente insensato che un giocatore simile (potenzialmente il George North italiano) non sia fra i professionisti. Siamo quindi 24-10 a 10’ dalla fine e non succede più nulla per il semplice motivo che al master, il Petrarca, non serve succeda nulla.
Nel Petrarca il Mom viene dato al bravo capitano di giornata Nostran, ma a parere di chi scrive anche Rossi e Menniti-Ippolito avrebbero meritato l’ex-aequo; il tutto senza contare che tutti in questa squadra, a turno, fanno cose superlative e determinanti, come oggi si è visto da parte di Trotta, Ragusi, Riera e Saccardo. Una squadra francamente inaffrontabile per chiunque, che può solo battersi da sola se sbaglia qualcosa. Le Fiamme, mi ripeto, meritano solo elogi per il coraggio e la voglia con cui si sono misurate con un avversario di una forza mostruosa. E questa è una cosa da veri rugbysti: bravi! Tra due settimane, dunque, finale al Plebiscito: il Petrarca aspetta chi fra Calvisano e Rovigo prevarrà per provare a battere gli imbattibili.
I Tabellini:
Padova, Stadio “Memo Geremia” – sabato 5 maggio
Eccellenza, Semifinale play-off (ritorno)
Petrarca Padova v Fiamme Oro Rugby 24-10 (3-5)
Marcatori: p.t. 30’ c.p. Menniti-Ippolito (3-0); 39’ m. Iacob (3-5); s.t. 47’ m. Riera tr. Menniti-Ippolito (10-5); 54’ m. Quartaroli (10-10); 72’ m. Delfino tr. Menniti-Ippolito (17-10); 74’ m. Rossi tr. Menniti-Ippolito (24-10)
Petrarca Padova: Ragusi (71’ Rizzi); Capraro (64’ 74’ Delfino) (76’ Navarra), Bettin, Riera, Rossi; Menniti-Ippolito, Francescato; Trotta (56’ Lamaro), Nostran (cap.), Conforti; Cannone (59’ Michieletto), Gerosa (46’ Saccardo); Rossetto (44’ Scarsini), Santamaria, Borean (62’ Acosta)
All. Marcato
Fiamme Oro Rugby: Edwardson; Sepe, Quartaroli (2’-5’ Massaro), Gabbianelli, Bacchetti (70’ Massaro); Buscema, Parisotto (75’ Calabrese); Amenta (cap.) (70’ Licata), Cristiano, Bianchi (76’ Bergamin); Cornelli, Fragnito (49’ Duca); Iacob (70’ Iovenitti), Kudin (70’ Moriconi), Zago
A disposizione non entrati: Roden
All. Guidi
Arb. Andrea Piardi (Brescia)
TMO Stefano Roscini (Milano)
AA1 Gianluca Gnecchi (Brescia), AA2 Simone Boaretto (Rovigo)
Quarto Uomo: Ferdinando Cusano (Vicenza)
Quinto Uomo: Nicola Franzoi (Venezia)
Cartellini: al 51’ giallo a Scarsini (Petrarca Padova), al 60’ giallo a Santamaria (Petrarca Padova)
Calciatori: Menniti-Ippolito (Petrarca Padova) 4/4, Buscema (Fiamme Oro Rugby) 0/2
Note: giornata primaverile. Presenti circa 1600 spettatori.
Punti conquistati in classifica: Petrarca Padova 4, Fiamme Oro Rugby 0
Man of the match: Luca Nostran (Petrarca Padova)
jpr