Nazionali

Tripudio di cardi a Murrayfield!

Scritto da Rugby.it

A Murrayfield una grande Scozia devasta il Galles nel secondo tempo: 29-13

Una grandissima partita, una grandissima battaglia uno straordinario pomeriggio di rugby: questo resterà negli occhi degli 80.000 che hanno affollato il glorioso Murrayfield per questo terzo turno del 6 Nazioni 2017. La Scozia rabberciata, coraggiosa e ormai consapevole del livello raggiunto dopo anni a contendere il cucchiaio di legno agli azzurri si propone assolutamente come una delle potenze continentali e avanza una candidatura non banale addirittura alla conquista del torneo. Dall’altra parte un Galles che sembra decisamente arrivato a fine corsa; una squadra che, probabilmente, ha bruciato gli ultimi fuochi di un glorioso ciclo decennale nella sfortunata sfida di 15 giorni fa al Millennium Stadium e che deve accontentarsi di un ruolo di secondo piano nelle attuali gerarchie ovali, aspettando un risorgimento in un prossimo ciclo. Ma questo è il tempo dei cardi, e per i daffodyl è il momento di ripiegare gli steli.
Il tema di questa sfida stava tutto nella formazione degli Highlanders, che ci arrivavano decimati dagli infortuni (pesantissimo, fra gli altri, quello del leader e piazzatore principe Graig Laidlaw): era facile aspettarsi che la maggior profondità della rosa e della panchina gallese avrebbero avuto la meglio a lungo andare. Invece la Scozia si è battuta alla grande nel primo tempo ed è addirittura esplosa nella seconda frazione, proprio quando era lecito aspettarsi una flessione favorita dalla migliore qualità dei rincalzi galllesi.
Ad ogni modo la partenza è stata quasi tutta del pack blu, aggressivo sui punti d’incontro ed abrasivo nelle carryes, mentre gli ospiti sembrano alquanto attendisti come coloro che sanno di poter piazzare il colpo quando vogliono. Infatti, dopo due piazzati di Finn Russell al 6’ e di Leigh Halfpenny all’ 11’ è proprio il Galles a mettere il primo colpo pesante al 23’. Da una mischia chiusa i dragoni ottengono un fallo che Rhys Webb gioca velenosamente in velocità lanciando uno scardinante J. Davies che libera Halfpenny permettendogli di lanciare Liam Williams per l’ultimo sprint sull’out sinistro. Il punteggio va sul 3-10 e i successivi piazzati di Russell ed Halfpenny sembrano solo ribadire lo status quo. Ma proprio quando il tempo sta per scadere la Scozia dimostra di volersi ribellare all’andazzo ed è il fuoriclasse Stuart Hogg a devastare la difesa al largo inventando un grubber per Visser che la difesa argina a fatica rifugiandosi in touche. Dalla rimessa, però, i blu capitalizzano ottenendo un piazzato che Russell sfrutta per chiudere vicinissimo la prima frazione sul 9-13.
Alla ripresa del gioco si comincia a fare il conto alla rovescia aspettando il momento in cui, complici i cambi, si creerà quella attesa disparità di valori che dovrebbe favorire i più profondi gallesi. Il film sarà molto diverso da come ce lo si aspettava. Subito in avvio Halfpenny commette un errore esiziale in una presa alta concedendo una mischia in fase offensiva agli scozzesi. Dalla piattaforma statica parte una velocissima sventagliata che trova Stuart Hogg spostato sull’out destro; colui che il vostro scrivano ritiene il più forte giocatore europeo ha con l’ovale un contatto di una minuscola frazione di secondo: un attimo che serve ad uccellare l’estremo difensore gallese e lanciare in meta Tommy Seymour. E’ in questo momento che gli dei ovali mostrano di aver scelto il loro vincitore, perché la trasformazione di Russell, da un angolo impossibile, tocca il palo esterno e, ciononostante, carambola dentro! Sorpasso, e non solo nel senso di 16-13, ma sorpasso nelle gerarchie fra le due squadre! Il Galles è morto e ancora non se n’è accorto quando Jonathan Davies produce un’accelerazione delle sue, vanificandola, poi, con un errore di trasmissione. Da qui in poi tutte le cose, grandi e piccole, racchiuse nell’universo di Murrayfield girano stabilmente dalla parte scozzese. La Scozia lotta, ma non sembra fare la minima fatica, perché tutte le iniziative dei rossi si spengono, come avessero un esiziale timer, nelle braccia della difesa degli Highlanders. Così, appena lasciato l’elmetto e uscita dalla trincea difensiva la Scozia, in mezzo al campo, affida l’ovale al folletto Ali Price che inventa un gioco di prestigio ubriacante e costringe la difesa ospite ad un fallo che Finn Russell capitalizza per il 19-13, segnalando che i padroni di casa hanno tagliato gli ormeggi e stanno lasciando i gallesi sulla panchina. Reagisce, solitario, il collega di Price, Rhys Webb (i mediani di mischia, da sempre, sono il metronomo di una squadra di rugby) che raccoglie una palla vagante che esce incontrollata da una mischia e inventa un’azione personale fino alla quasi-meta: il grande 9 dei dragoni ha sfiorato il gesso laterale e la meta non c’è. Come detto ogni cosa, grande o piccola, gira dalla parte scozzese, oramai. Adesso manca solo l’ultimo quarto e solo un crollo fisico dei padroni di casa potrebbe cambiare il verso di questo match. Ma se hai dietro un intero popolo che canta e che da tempo immemorabile aspettava di tornare grande, se ti chiami Scozia ed in campo hai un immenso fuoriclasse come Stuart Hogg nulla può fare paura. E’ ancora lui, il fenomenale 15 blu ad inventare un passaggio geniale che libera Tim Visser per il colpo di grazia del 26-13 al 66’. E’ finita per il Galles e l’orazione funebre la recita il Mom Finn Russell che chiude il tabellone al 73’ con il conclusivo 29.13.
La Scozia è una grande squadra e, udite udite, ha anche una rosa profonda e di qualità: fra 15 giorni si giocherà la storia, l’onore, il sogno, Calcutta cup e…6 Nazioni sul campo del nemico più detestato.
Il Galles torna tristemente a casa con la consapevolezza che una bella e lunga favola è ormai finita; la sagoma del non coach Warren Gatland in tribuna, da questo punto di vista, era assai eloquente. Sappiamo, però, che Cymru è un luogo fiabesco in cui le eroiche epopee sanno sempre trovare nuove stagioni: non sarà questa, ma siamo certi che ne vivremo altre in futuro.

I Tabellini:

Scozia: 15. Stuart Hogg 14. Tommy Seymour 13. Huw Jones 12. Alex Dunbar 11. Tim Visser 10. Finn Russell 9. Ali Price 1. Gordon Reid 2. Fraser Brown 3. Zander Fagerson 4. Richie Gray 5. Jonny Gray 6. John Barclay (C) 7. John Hardie 8. Ryan Wilson
A disposizione: 16. Ross Ford 17. Allan Dell 18. Simon Berghan 19. Tim Swinson 20. Hamish Watson 21. Henry Pyrgos 22. Duncan Weir 23. Mark Bennett
Marcatori Scozia
Mete: Seymour (43′), Visser (66′)
Conversioni: Russell (44′, 67′)
Punizioni: Russell (6′, 29′, 40+2′, 54′, 72′

Galles: 15. Leigh Halfpenny 14. George North 13. Jonathan Davies 12. Scott Williams 11. Liam Williams 10. Dan Biggar 9. Rhys Webb 1. Rob Evans 2. Ken Owens 3. Tomas Francis 4. Jake Ball 5. Alun Wyn Jones (C) 6. Sam Warburton 7. Justin Tipuric 8. Ross Moriarty
A disposizione: 16. Scott Baldwin 17. Nicky Smith 18. Samson Lee 19. Luke Charteris 20. Taulupe Faletau 21. Gareth Davies 22. Sam Davies 23. Jamie Roberts
Marcatori Galles
Mete: L. Williams (23′)
Conversioni: Halfpenny (24′)
Punizioni: Halfpenny (11′, 33′)

jpr

Informazioni sull'autore

Rugby.it