Bastano 11’ di fuoco ai Wallabies per battere gli indomiti Pumas nel quarto turno del Championship
Una bella partita, un risultato probabilmente troppo severo per i coraggiosi Pumas, ancorchè meritato per dei Wallabies che, finalmente, riescono ad unire un po’ di cinismo alla solita tecnica ed eleganza. Il risultato si decide, sostanzialmente, negli scioccanti 11’ iniziali, nei quali gli scatenati padroni di casa travolgono una squadra argentina ancora negli spogliatoi. In seguito i Pumas reagiscono con coraggio e un di più di confusione, arrivano a rimettere in discussione una partita che sembrava già chiusa, ma il danno di una partenza disastrosa è troppo per essere rimediato. Senza contare che alla creatività del gioco Pumas mancano, e davvero moltissimo, il genio e la tecnica del “mago” Hernandez.
Ma andiamo con ordine. Non passa neanche un minuto dal fischio iniziale di Wayne Barnes che i Wallabies sono già in meta: un pessimo calcio di liberazione di Tuculet consente ai padroni di casa di impostare una facile azione che Samu Kerevi conclude in meta al largo e così il match per gli ospiti inizia subito ad handicap 7-0. La sberla è di quelle che stordiscono, i Pumas pasticciano senza combinare nulla di buono e da una touche ben giocata Cooper lancia Haylett-Petty nel nulla della seconda linea di difesa e al 7’ è già 14-0. Ma il punto più nero della notte albiazul arriva all’11’ quando Will Genia (ieri su livelli che non gli vedevamo da tempo) sporca il passaggio di un lento Sanchez e corre a recuperare l’ovale schiacciandolo oltre la linea fatale: siamo all’inizio della partita e il tabellone dice 21-0. Come ci si rimette in piedi dopo una serie di colpi così? Ci vuole tanto coraggio e tanta efficacia, ma, purtroppo, i Pumas di oggi sembrano avere soltanto il primo: l’assenza di Hernandez ed un Cubelli meno elettrico del solito Landajo tolgono molto alla precisione ed elusività dell’attacco, la cui regia rimane tutta sulle spalle del solo Sanchez. Ci provano, comunque, gli argentini con una resilienza davvero ammirevole: attaccano, caricano, sfondano, vengono respinti e ripartono con energie fisiche e nervose prese da chissà dove. Ma dall’altra parte c’è una squadra cinica, una squadra che esplora oltre ogni limite il metro di giudizio invero permissivo di Wayne Barnes, e difende, sporca, rompe di qua e più spesso di là del limite. Gli argentini, dopo aver cercato il bersaglio grosso rinunciando a piazzare più volte, accorciano con Sanchez al 22’, ma i falli continuano. Si devono incolonnare ben 10 falli consecutivi dei Wallabies prima che il fischietto inglese si decida, al 32’, a mostrare il giallo a Scott Sio, ultimo dei suoi compagni ad andare oltre il regolamento; Sanchez capitalizza ancora e porta i suoi sul 21-6. Ma gli australiani sono bravi a superare la prima parte del periodo di inferiorità con grande maestria e cinismo, riuscendo a conservare il possesso e “allungando il brodo” ogni qual volta se ne presenta la possibilità.
Finisce così il primo tempo che i Wallabies stanno vincendo con largo margine, ma che i Pumas hanno giocato comunque con ardore pari alla confusione.
Nel secondo tempo i ragazzi di Hourcade fanno capire subito che, qualunque cosa stia dicendo il tabellone, loro non rinunciano a provarci sempre e comunque. Al 43’ uno straordinario break di Tuculet crea le condizioni per far arrivare la palla al largo dove Santiago Cordero pianta il piede, elude l’ultimo placcaggio e manda Sanchez a convertire per il 21-13. E’ partita vera, adesso, e gli argentini buttano in campo tutto quello che hanno, anche se purtroppo devono rinunciare al loro leader morale Agustin Creevy, che esce dal campo dopo un placcaggio durissimo. Purtroppo, come è noto, la panchina degli argentini non è all’altezza dei titolari e la qualità, già non eccelsa, scende ulteriormente insieme alla lancetta del serbatoio del carburante. Will Genia corona, così, la sua bella prova personale al 51’, sfruttando una disattenzione delle guardie Pumas in un breakdown ad un metro dalla meta e chiude virtualmente il match: l’Australia riscappa via 26-13 e sulla schiena degli argentini il masso di Sisifo si appesantisce viepiù. Fra i padroni di casa entrano, poi, cambi di ben altra efficacia rispetto a quelli ospiti: al posto di uno spento Pocock entra un Sean McMahon pieno di voglia di far vedere il proprio valore. Intanto la linea di difesa argentina mostra chiaramente la corda e per Cooper è un gioco da ragazzi mettere il quasi omonimo Hooper in mezzo ai pali (33-13) al 63’. Lo stesso Cooper, quattro minuti dopo, si rende responsabile di un orribile placcaggio di sola spalla al volto e per giunta senza palla ai danni di Sanchez, che Barnes sanziona con un giallo dalle nuances arancioni. Ma il tempo è avaro per i Pumas che, comunque, con ultimo atto di volontà ottengono al 71’ una meta di caparbietà con Facundo Isa (forse il migliore albiazul) al termine di una maul. Al 74’, poi, è Hodge a fissare il punteggio sul conclusivo 36-20 piazzando da lontano.
In conclusione Cheika conquista la seconda vittoria consecutiva e l’autostima dei Wallabies si tira un po’ su, ma non bisogna commettere l’errore di prendere tutto come oro colato, dimenticando l’anomalia di una partita anomala e fortemente influenzata da un avvio schock. Per gli argentini ci sarà da riflettere e recuperare gli infortunati eccellenti; per fortuna il torneo concede ora una pausa benefica da questo punto di vista.
I Tabellini:
Sabato 17 settembre, ore 12.05 – nib Stadium, Perth
The Rugby Championship – Qaurto turno
AUSTRALIA – ARGENTINA 36-20
Australia: 15 Israel Folau, 14 Dane Haylett-Petty, 13 Samu Kerevi, 12 Bernard Foley, 11 Reece Hodge, 10 Quade Cooper, 9 Will Genia, 8 David Pocock, 7 Michael Hooper, 6 Dean Mumm, 5 Adam Coleman, 4 Rob Simmons, 3 Sekope Kepu, 2 Stephen Moore, 1 Scott Sio
In panchina: Tatafu Polota-Nau, James Slipper, Tom Robertson, Rory Arnold, Lopeti Timani, Sean McMahon, Nick Phipps, Tevita Kuridrani, Henry Speight
Argentina: 15 Joaquín Tuculet, 14 Santiago Cordero, 13 Matías Moroni, 12 Santiago González Iglesias, 11 Lucas González Amorosino, 10 Nicolás Sánchez, 9 Tomás Cubelli, 8 Facundo Isa, 7 Juan Manuel Leguizamon, 6 Pablo Matera, 5 Matías Alemanno, 4 Javier Ortega Desio, 3 Ramiro Herrera, 2 Agustín Creevy, 1 Nahuel Tetaz Chaparro
In panchina: 16 Julian Montoya, 17 Lucas Noguera, 18 Enrique Pieretto, 19 Marcos Kremer, 20 Leonardo Senatore, 21 Martín Landajo, 22 Gabriel Ascarate, 23 Matías Orlando
Arbitro: Wayne Barnes
Marcatori: 1′ m. Kerevi tr. Foley, 8′ m. Haylett-Petty tr. Foley, 12′ m. Genia tr. Foley, 23′ cp. Sanchez, 34′ cp. Sanchez, 44′ m. Cordero tr. Sanchez, 53′ m. Genia, 64′ m. Hooper tr. Foley, 72′ m. Isa tr. Sanchez, 75′ cp. Hodge
Cartellini gialli: 33′ Sio, 67′ Cooper
Per effetto dei risultati di ieri il Rugby Championship 2016 ha, incredibilmente, già un vincitore dopo soli quattro turni. Assai meno incredibilmente si tratta degli Allblacks.
Classifica:
1 Allblacks 20, 2 Wallabies 9, 3 Springboks 6, 4 Pumas 5.
jpr