Un Galles orgoglioso, come sempre perde 36-22 contro gli Allblacks, feroci come sempre
E’ sempre così quando giochi con loro: riesci a lottare spalla a spalla finchè reggi, poi loro accelerano e ti lasciano lì. Di solito ne consegue una specie di crudele esecuzione che dura una mezzoretta, una caterva di punti e la pubblica umiliazione dell’avversario, ma talvolta, come in questo caso, l’avversario non ci sta e reagisce con l’orgoglio. Capita spesso quando l’avversario ha una maglia rossa ed un Dragone come emblema.
Si ritrovano dopo 7 giorni i campioni di tutto, gli Allblacks e i Dragoni del Galles per il secondo appuntamento di questo difficile tour voluto da Warren Gatland per misurare il livello del proprio team con il metro più efficace in circolazione. La partenza del match è macchinosa e non succede granchè fino al quarto d’ora, quando un piazzato di Biggar muove il punteggio sul 0-3. Ma dura poco: Israel Dagg, che si riprende oggi la maglia numero 15 con spostamento di Ben Smith all’ala conseguente alla bocciatura di Julian Savea (beati loro che possono permettersi certi lussi!) contrattacca alla grande su un calcio alto e serve Naholo che si procura un fallo; dalla susseguente touche Cruden apre veloce per il proprio estremo che buca la difesa e fa 7-3, con la trasformazione della stessa apertura, al 19’. La partita rimane equilibrata e Aaron Cruden, dopo aver segnato il 10-3 dalla piazzola, subisce un brutto infortunio al collo che lo costringe a lasciare il posto all’idolo di casa Beauden Barrett, che sarà autore di una grande prestazione. Ma sul fil di sirena i Dragoni vanno al pareggio, grazie ad un grande break di Jonathan Davies che produce una ferita nella unitissima linea nera; una serie di fasi ben guidate da Webb riporta la palla ancora al 13 rosso che, con un bel salto di uomo lancia in meta al largo Alun Wyn Jones. Con la trasformazione di Biggar si chiude in parità il primo tempo sul 10-10.
La merenda del vostro scrivano porta i soliti pensieri: bel primo tempo, ok, ma quanto durerà il Galles? Si dice spesso della crudeltà del rugby e di come la squadra più forte riesca sempre a punire l’avversaria quando la sua tenuta fisica cala. Ed il secondo tempo sembra confermare il copione.
I primi 10’ vedono il Galles scemare lentamente: il calo comincia dalla perdita di controllo delle fasi statiche. La mischia rossa rincula, ma è soprattutto la touche a subire pesantemente la poderosa contraerea nera capitanata da Kieran Read e Sam Whitelock, che obbligano i Dragoni a rifugiarsi ripetutamente in furbe avventurose e leggibilissime. Al 50’ l’accelerazione nera diventa violenta: i campioni del mondo forzano tutte le ruck gallesi ed impongono alle proprie un ritmo forsennato, proponendo passaggi frustati e sequenziali che mandano fuori giri i rossi, che provano disperatamente a resistere affidandosi alla protervia difensiva di capitan Warburton, autore di un paio di cacciate di livello stratosferico. Ma è come cercare di contenere la falla in una diga con un dito: funziona solo nei cartoni animati. I tuttineri dilagano sull’ennesima touche abbattuta da Read, che lancia Barrett in un gran movimento a richiamare la difesa in slalom per poi lanciare in meta Ben Smith. Con la trasformazione i neri cominciano a scappare portandosi sul 17-10. Adesso è durissima per i gallesi che in 15’ beccano tre mete come tre mazzate. Prima è Barrett a marcare dopo l’avanzamento della chiusa ben gestita da Aaron Smith, poi è Naholo, lanciato dallo stesso piccolo 9 a volare in bandiera. Infine, al 65’, i campioni del mondo danno vita ad una di quelle azioni che, di solito, spezzano gli avversari nel fisico e nel morale: Aaron Smith ruba palla nei propri 22 e lancia un contrattacco gestito da Naholo e Ben Smith che lanciano Ardie Savea fino alla meta. Con la trasformazione si va sul 36-10 e ci si chiede quanto debba durare ancora questa punizione dei poveri inermi gallesi. Solo che loro sono Gallesi e a farsi sculacciare non ci stanno. Infatti reagiscono da Dragoni con energie prese da chissà dove e, al 73’ con Liam Williams, autore di un prodigioso break, e 3 minuti dopo con Jonathan Davies che conclude un’azione nata da un intercetto di un ormai consumato Jamie Roberts, il punteggio si addolcisce fissandosi sul finale 36-22. L’orgoglio, poi, consente ai gallesi di resistere anche all’ultimo assalto degli Allblacks, probabilmente piuttosto infastiditi dalla reazione della propria “vittima”; c’è da crederci che la settimana prossima vorranno punirla questa inattesa “ribellione”.
Nei padroni di casa buona prova del rientrante Dagg e del capitano Read e dell’astro nascente Naholo, ma, soprattutto, gran bella partita di Beauden Barrett che, con Aaron Smith, ha composto una mediana veloce, fantasiosa ed inventiva. Nel Galles grandi soprattutto Liam Williams e Jonathan Davies, ma l’elogio va esteso all’intera squadra, capace di giocare in sofferenza senza farsi abbattere.
I Tabellini:
Nuova Zelanda: 15 Israel Dagg, 14 Ben Smith, 13 Malakai Fekitoa, 12 Ryan Crotty, 11 Waisake Naholo, 10 Aaron Cruden, 9 Aaron Smith, 8 Kieran Read (c), 7 Sam Cane, 6 Jerome Kaino, 5 Sam Whitelock, 4 Brodie Retallick, 3 Owen Franks, 2 Dane Coles, 1 Joe Moody
Riserve: 16 Nathan Harris, 17 Wyatt Crockett, 18 Charlie Faumuina, 19 Patrick Tuipulotu, 20 Ardie Savea, 21 TJ Perenara, 22 Beauden Barrett, 23 Seta Tamanivalu
Mete: Israel Dagg (20), Ben Smith (51), Beauden Barrett(54) ,Waisake Naholo (59), Ardie Savea (65)
Conversioni: Aaron Cruden (21), Beauden Barrett (52), Beauden Barrett (55), Beauden Barrett (66)
Punizioni: Aaron Cruden(29)
Galles: 15 Rhys Patchell, 14 Liam Williams, 13 Jonathan Davies, 12 Jamie Roberts, 11 Hallam Amos, 10 Dan Biggar, 9 Rhys Webb, 8 Taulupe Faletau, 7 Sam Warburton (c), 6 Ross Moriarty, 5 Alun Wyn Jones, 4 Luke Charteris, 3 Samson Lee, 2 Ken Owens, 1 Gethin Jenkins
Riserve: 16 Scott Baldwin, 17 Rob Evans, 18 Tomas Francis, 19 Bradley Davies, 20 Ellis Jenkins, 21 Gareth Davies, 22 Rhys Priestland, 23 Scott Williams
Mete: Alun Wyn Jones (39), Liam Williams(73), Jonathan Davies (76)
Conversioni: Dan Biggar (40), Dan Biggar (74),
Punizioni: Dan Biggar (16),
jpr