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Coppa del Mondo 2021, qualche voto dopo la fine dell’avventura azzurra

Scritto da Rugby.it

(Foto di Hannah Peters – World Rugby/World Rugby via Getty Images)

Stamattina, poco prima dell’alba, l’Italia ha giocato e perso il quarto di finale mondiale contro la Francia: 3-39. Meta francese al largo dopo appena due minuti, poi quasi un’ora di strenua resistenza italiana nella propria metà campo, alleggerita da un calcio di punizione messo a segno da Sillari attorno al 30′. Dopo la seconda meta francese, al 60′, le azzurre hanno pian piano abbassato la determinazione nei placcaggi e le Blu sono andate a segno altre tre volte. E’ stata l’ultima partita in nazionale, a quanto sappiamo, per almeno tre eroine azzurre: Manuela Furlan, Melissa Bettoni, Michela Merlo. Ancora a quasi caldo, proviamo a dare una nostra pagella della partita di oggi e del viaggio mondiale dell’Italia.

Difesa: 8, almeno per un’ora. Bravissima la squadra italiana, dopo la troppo facile marcatura concessa, a non subire mete dal 2’ al 59’, con dieci minuti pure in inferiorità numerica. Bene le touche, bene la mischia, infiniti ed efficaci i placcaggi. Ma le francesi erano più forti, e una volta rotto l’argine hanno esondato. Del resto se azzurre come Fedrighi, Sgorbini e Arrighetti sono solo alcune delle tante giocatrici di un campionato francese che al loro fianco propone decine di rugbiste bleues, non ci si può aspettare che la nazionale prodotta dal movimento italiano sia alla pari con quella prodotta dal molto più consistente movimento francese.

Calci in touche: 5. Stavolta non hanno proprio funzionato. Né Madia né Rigoni, giustamente celebrate dalla stampa internazionale dopo le prime partite per tecnica e intelligenza registica, hanno trovato la giornata giusta: i calci in touche finivano perennemente in campo o troppo corti. Questa è parsa la debolezza più grande in questa partita.

Furlan, Bettoni, Merlo: 10 e lode. Nonostante la sconfitta, nonostante gli acciacchi, è stato per loro un bellissimo finale di carriera azzurra, con il raggiungimento storico dei quarti di finale e due vittorie da ricordare contro le “eagles” USA e le “sakura” giapponesi.

Barattin, Gai, Sgorbini, Turani & C.: 10. E’ stata una splendida Coppa del Mondo; bello svegliarsi all’1.40 per seguire le azzurre, bello vederle vincere e segnare mete, belli gli stadi con gli spalti in erba, bello il contorno.

Pubblico: 6. Dal pubblico neozelandese però ci aspettavamo un po’ di più. Nella fase iniziale la folla si è fatta vedere solo per i match della nazionale di casa e chi giocava a inizio sessione, come l’Italia, si è ritrovata con poche centinaia di spettatori e tanti seggiolini vuoti.

Ostuni Minuzzi e Muzzo: menzione d’onore per le due giovani frecce azzurre. Esaltanti le loro mete nelle prime partite. Dopo la fase a gironi sia Muzzo sia Ostuni comparivano nelle Top5 per metri percorsi e clean break. “Carino” stamattina anche il gesto di Ostuni Minuzzi, quando ha cercato di schermare con il corpo il forte vento di Whangarei per permettere a Turani di rimettersi una lente a contatto. Per fortuna, in una squadra con tante gloriose veterane, Vittoria e Aura (che nomi radiosi!) hanno ancora tanti anni di carriera avanti a sé.

Rai: 7. Bravi a far vedere la Coppa in diretta su Rai Due, ma… i quarti di finale? Erano stati promessi però dal palinsesto di Rai Sport sembrano spariti. Al posto di Nuova Zelanda-Galles stanno trasmettendo la replica di Francia-Italia.

Fusco: 5. Spiace dare voti negativi anche perché sicuramente al suo posto non faremmo meglio, ma il telecronista designato dalla Rai ci è parso non all’altezza di un evento iridato. Le frasi un po’ vuote, il chiamare mille volte per nome il proprio co-commentatore (quanti siete a fare la telecronaca? In trentuno? C’è bisogno di dire ogni volta “Cristina”?), il non sapere –apparentemente- quali azzurre termineranno la carriera internazionale con questa Coppa del Mondo, il non riuscire a tradurre le parole in inglese di Sillari (“Ah, con quest’ultima frase Michela ha rivelato che chiuderà qui la propria carriera in azzurro”, ma lei si riferiva a Furlan)… rendono per noi non sufficiente la prestazione del pur simpatico telecronista Rai.

TMO: 7. L’idea di un giudice televisivo che può interrompere il gioco e andare ad analizzare al replay un’azione per cercare un’infrazione ci sembrava, agli albori dell’introduzione del TMO, un’idea fredda e assurda, contraria allo spirito del rugby nel quale anche gli errori dell’arbitro fanno parte del gioco e si accettanno. In parte conserviamo ancora quell’impostazione, ma va ammesso che l’opera del tiemmeò sa essere molto utile: su quanti campi di serie A, B e C, privi di arbitro televisivo, le due mete francesi fatte annullare da Whitehouse per knock on, non visti dall’arbitro e dalla maggior parte di noi spettatori, sarebbero state concesse? Su quasi tutti. Bene dunque l’introduzione di questo strumento che rallenta e raffredda un po’ il gioco ma gli dona anche maggior equità.

Di Giandomenico: 13 e lode. Voci giornalistiche hanno rivelato che il tecnico potrebbe terminare qui la propria lunga avventura sulla panchina azzurra, tredici anni dal 2009 al 2022. Forse sarebbe giusto così: Andrea ha segnato un’intera epoca del rugby femminile italiano, ha raggiunto enormi traguardi (secondo posto nel 6N 2019, quinto posto nel ranking mondiale, quarti di finale in questa Coppa del Mondo) e, ancor giovane (è del 1975), sembra pronto per aiutare il rugby italiano con altri ruoli. Chiudere insieme ad alcune delle proprie pupille renderebbe poi la decisione in qualche modo più naturale e meno dolorosa.

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