Al Lanfranchi gli azzurri spezzano le reni all’Uruguay, una tier 2…come noi
Dopo una tale quantità di sconfitte che il pallottoliere ormai fuma riusciamo finalmente a trovare una vittoria: il fatto che ciò avvenga con una tier 2 NON è assolutamente casuale. Non lo è perchè oggi si è avuta la conferma di quella verità che la prosopopea da professionisti a tutto tondo con la quale ci pavoneggiamo in giro per il mondo ovale finisce per nascondere ai nostri stessi occhi. La realtà è che l’Italia, nelle gerarchie del rugby, è troppo debole per misurarsi con le squadre con le quali gli tocca di farlo abitualmente ormai solo ed esclusivamente per ragioni di carattere economico. Noi con quelle là non c’entriamo per nulla che non abbia a che fare con il bilancio. L’Uruguay, una onesta tier 2, ci ha messo talmente in difficoltà che alla fine non è riuscita a pareggiare anche grazie ad un occhio benevolo del sig. Craig Evans, fischietto gallese che probabilmente ama molto la cucina parmigiana e deve essersi sentito grato per le bontà assaggiate in questi giorni emiliani. Ma Evans a parte rimane il fatto che questa partita è stata una partita equilibrata fra una squadra più forte, che l’ha sfangata, ed una più debole appartenenti alla stessa categoria. 6 Nazioni o meno che sia. Che la cosa non ci faccia piacere e ci faccia storcere il naso non ne cambia la sostanza.
Primo tempo decisamente mediocre per gli azzurri, nervosi, farraginosi e in alcuni momenti addirittura smarriti in campo contro un Uruguay che si ancora alle tre misere cose che il suo livello gli consente: una touche quasi decente grazie a 3 schemi in croce che incredibilmente non leggiamo quasi mai, una mediana che si prodiga e tanta tanta aggressività sul punto d’incontro finchè avanza fiato condita da falli a profusione. Dopo una decina di minuti di acqua pestata nel mortaio arriva la prima occasione di piazzare che Garbisi fallisce abbastanza inspiegabilmente, ma al 12’ finalmente troviamo una breccia grazie all’esordiente Pierre Bruno che riceve un passaggio lungo con vantaggio in corso e non deve fare altro che fare pochi metri per la meta dell’esordio (7-0). La marcatura ottenuta non scioglie la tensione degli azzurri che cominciano anche ad ammonticchiare una discreta mucchia di falli che benevolmente il fischietto gallese Craig Evans tollera senza infierire con avvertimenti o peggio cartellini. Su uno di questi falli al 17’ Federico Favaro piazza con buona sicurezza ed accorcia sul 7-3. Gli azzurri non si scuotono manco per sogno e continuano con manovre tutt’altro che efficaci e che rendono facile il lavoro per gli avversari. La situazione non cambia nemmeno quando, al 32’, la nostra pressione ottiene una serie di falli avversari sulla quale il buon ref mostra il giallo allo scrumhalf avversario Federico Inciarte. Noi decidiamo di giocare una mischia sotto i pali, ma i Teros, fin lì massacrati in chiusa, ci mandano indietro e sul successivo punto d’incontro ci grillotalpano a terra. Fortunatamente riusciamo a chiudere avanti, otteniamo un penalty e stavolta Paolo Garbisi piazza e chiude la prima frazione sul 10-3.
Nell’intervallo si considera benevolmente che probabilmente alla lunga la fatica si farà sentire sui nostri avversari e che i pit stop di gran lunga più qualitativi dei nostri finiranno per scavare un gap molto grande a danno di un avversario che è totalmente privo di mischia chiusa, ha una touche leggibilissima e non ha la più pallida idea di cosa sia il gioco dei 3/4.
Non sarà così. Dopo 5′ pare addirittura che andiamo in meta con una maul decente, ma c’è il trucco perchè Bigi gattona come un duenne e Evans non si fa intenerire. Crowley decide di provare a spaccare la partita e cambia la prima linea contando sul fatto che i piloni uruguagi siano cottarelli e che i loro backups siano scartine. La mossa pare funzionare: il loro pack viene spazzato via e al 52′ da una nostra maul si stacca l’esordiente equiparato neozelandese Epalahame Faiva che va in meta vanamente contrastato dall’estremo avversario. La conversione di Garbisi ci porta sul 17-3 e ci si aspetta che adesso succeda quanto di solito succede in questi casi. Il più debole cala vistosamente ed il più forte dilaga. Solo ci vorrebbe che ci fossero in campo un più forte ed un più debole…Si perchè i più deboli non ci stanno a recitare la loro parte in commedia e provano persino ad attaccare. Gli azzurri commettono una quantità incredibile di falli, persino tre nel corso della stessa azione a pochi metri dalla linea di meta senza che il direttore di gara decida almeno di avvertire il nostro capitano che così non si fa. I Teros allora decidono di farsi giustizia da sé: al 60′ giocano veloce una punizione ai 5 metri e dopo alcuni pazienti pick&go è Matteo Sanguinetti a trovare l’affondo decisivo che genera il 17-10. La meta ottenuta esalta loro e spaventa noi che ormai difendiamo e facciamo fallo, facciamo fallo e difendiamo. Al 75′ potrebbe accadere l’irreparabile: loro vengono a giocare una penaltouche a seguito del nostro miliardesimo fallo. Il drive non va, ma loro pazientemente cercano il pertugio. Lo troverebbe Inciarte se Garbisi non facesse la cosa più importante della sua partita prendendolo per l’ultimo tacchetto ed evitando una meta fatta. Inciarte però riesce a passare la palla ad un compagno che viene placcato in anticipo senza palla da Fischetti a due metri dal try. Ne segue una mezza fagiolata al termine della quale Evans ferma tutto e deve prendere una decisione. Una delle opzioni sul tavolo sarebbe meta di punizione e giallo a Fischetti. Per nostra somma fortuna il gallese opta solo per il giallo e ci salva da un inglorioso pareggio. Finiamo con la palla in mano, ma con tanta paura che nonostante siamo in attacco e in buon avanzamento dentro i loro 22 Garbisi prende palla e calcia fuori appena scade il tempo. Del resto è quello che si fa quando si sta vincendo contro una squadra del proprio stesso livello. Finiamo il match, quindi, con tanti tanti equiparati (esordisce anche il figiano Ratuva Tavuyara) e giocatori di formazione non italiana in campo e forse la differenza fra noi e l’Uruguay sta tutta lì: loro non hanno soldi per permetterseli certi “acquisti”.
Vabbeh, si è vinto e possiamo esultare dopo, come si diceva all’inizio, una tonnellata di sconfitte. Poteva andare meglio, ma anche peggio. Il solito bicchiere mezzo pieno di un liquido mediocre. Per fortuna questo novembre per la Nazionale finisce qui. Ne usciamo con meno prosopopea e più equiparati. A febbraio arriva il 6 Nazioni e lì non troveremo né gli AB’s in versione boh, né i Teros che sono alla nostra portata. Probabilmente ci saranno più avversari come l’Argentina che ci ha rullato senza neanche impegnarsi troppo. Lì ci sarà poco da scherzare. Sul piano dei singoli l’unico giocatore che ci sentiamo di premiare è lo stesso che premiano i giornalisti: Pierre Bruno, bravo ragazzo con tanta grinta e voglia di far bene. Per il resto velo pietoso, salvo i buoni minuti dell’equiparato neozelandese Faiva. Buon Natale.
IL TABELLINO:
Parma, Stadio “Sergio Lanfranchi” – sabato 20 novembre, ore 14.00
Autumn Nations Series, Test Match – diretta Sky Sport e TV8
Italia v Uruguay 17-10 (p.t. 10-3)
Marcatori: p.t. 11’ m Bruno tr Garbisi (7-0), 19’ cp Favaro (7-3), 40’ cp Garbisi (10-3); s.t. 53’ m Faiva tr Garbisi (17-3), 59’ m Civetta tr Ormaechea (17-10),
Italia: Padovani; Bruno (74’ Tavuyara), Brex, Morisi, Ioane; Garbisi, Braley (62’ Fusco); Steyn, Lamaro (cap), Negri (62’ Licata); Ruzza, Fuser (56’ Sisi); Nemer (50’ Ceccarelli), Bigi (50’ Faiva), Fischetti (50’ Traoré, 72’ Fischetti); Non entrato: Carlo Canna
a disposizione: Faiva, Traorè, Ceccarelli, Sisi, Licata, Fusco, Canna, Tavuyara
all. Crowley
Uruguay: Silva (60’ Vinals); Favaro (56’ Ormaechea), Perez (73’ Alonso), Freitas, Mieres (69’ Silva); Etcheverry, Inciarte; Diana, Civetta, Ardao (72’ Lamanna); Leindekar (69’ Magno), Dosantos; Arbelo (78’ Peculo), Kessler (65’ Gattas), Sanguinetti (72’ Benitez)
a disposizione: Gattas, Peculo, Benitez, Magno, Lamanna, Ormaechea, Vinals, Alonso
all. Meneses
arb. Evans (Galles)
g.d.l. Cayre (Francia), Trainini (Francia)
TMO: Whitehouse (Galles)
Calciatori: Paolo Garbisi (Italia) 3/4; Federico Favaro (Uruguay) 1/2; Augustin Ormaechea (Uruguay) 1/1
Cartellini: 33’ cartellino giallo a Tomas Inciarte (Uruguay); 76’ cartellino giallo a Danilo Fischetti (Italia)
Note: Cielo coperto. Temperatura 9°. Terreno in ottime condizioni. Spettatori 3.750. Prima gara al Lanfranchi della nazionale maggiore maschile. Esordio con l’Italia per Pierre Bruno (Azzurro No. 713), Epalahame Faiva (No. 714) e Ratuva Tavuyara (No. 715).
Player of the match: Pierre Bruno (Italia)