A Madrid esordio con vittorietta dell’Italia A contro una Spagna che quasi quasi…
Potevano vincerla loro. E’ questa la frase che sinceramente, alla vigilia di questa partita, onestamente non pensavamo di poter dire. Invece i leoni di Santi Santos ci sono andati più vicino di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi. E lo hanno fatto con tutti i loro evidenti limiti, sia dal punto di vista delle qualità individuali che d’insieme. Ma se un paio di cosette fossero andate diversamente (e per puro caso non è successo) staremmo qui a parlare di una meritata umiliazione.
Inizia dall’ Estadio Universitario Central de Madrid questa nuova avventura della Nazionale A, fortemente voluta dal nuovo vertice federale come squadra “di rincalzo” della maggiore e per questo motivo circondata da aspettative ed attese di gran lunga superiori a quelle riservate alla periclitante e malsopportata Nazionale Emergenti che la vecchia Fir quasi dimenticava di avere. Negli auspici dei nuovi vertici i giocatori di questa selezione dovrebbero essere quelli che fremono alle spalle dei “fratelli maggiori”. Se questo era l’auspicio al momento rimane tale: un auspicio.
Nella prima frazione succede davvero pochissimo e quel poco è quasi tutto di marca “roja”. I padroni di casa, infatti, partono con maggiore convinzione rispetto agli azzurri, oggi bianco-sbiaditi, che appaiono piuttosto spaesati e slegati in campo. I ragazzi di Santi Santos, invece, giocano semplice e scolastico, ma con buon ritmo e capacità di avanzamento superiore a quanto potevamo aspettarci. Soprattutto è la loro nota rolling-maul a metterci in difficoltà, supportata da una touche efficiente. Evidentemente anche i nostri non se lo aspettavano e alle maul bene organizzate e nascenti da touche ben eseguite oppongono solo falli che l’irlandese Murphy sanziona sino al giallo che al 10’ tocca a Tommaso Menoncello reo di un plateale, per quanto non pericoloso, speartackle ai danni di un avversario. Gli spagnoli intelligentemente decidono di piazzare e l’apertura Bautista Guemes la mette dentro all’11’ per il 3-0 a favore dei padroni di casa. Si aspetta una reazione degli azzurri che non arriva anche perché la capacità di mantenere il possesso è piuttosto aleatoria. Gli spagnoli, invece, evidentemente in fiducia provano anche giocate “garibaldine” da vere camicie rosse ed in un paio di occasioni è solo l’errore di handling dell’ultimo ricevitore a vanificare fughe per la meta che avrebbero uccellato la nostra retroguardia. Gli azzurri si riprendono un po’ solo negli ultimi 10’ soprattutto grazie ad un inizio di predominio in mischia chiusa, avanzante in maniera distruttiva dal lato dell’equiparato sudafricano Swanepoel che prima conquista un fallo nella zona centrale e poi un altro davanti ai 22. Marin decide di andare in touche, ma la maul si sfalda immediatamente ed in maniera improvvida Cannone parte da solo isolandosi ed esponendosi alla cacciata a terra degli attenti spagnoli. Si va così al riposo sul 3-0 per i padroni di casa.
La sensazione nell’intervallo è che gli spagnoli abbiano speso molto, giocando anche sopra ritmo e che potrebbero pagare lo sforzo nel secondo tempo. Sempre che noi gliene diamo motivo…
Ma l’avvio di ripresa è pessimo: al 41’ capitan Pettinelli prende un giallo (diciamo un arancione via…) per tentativo di decapitazione di un avversario. Per nostra fortuna l’irlandese Murphy grazia il nostro capitano e si limita al minimo della sanzione prevista. Gli spagnoli in superiorità numerica attaccano su tutto il fronte della linea e gli azzurri oppongono solo falli che, però, non bastano ad impedire che al 46’, giocando un vantaggio, un grubber di Guemes entri nei nostri 22. Menoncello potrebbe facilmente farlo suo, ma incredibilmente se lo lascia sfuggire regalandolo all’incredulo John Bell che raccoglie e deposita oltre la linea. Sull’8-0 (la conversione da posizione difficile non trova i pali) gli azzurri hanno una scossa di orgoglio che trova il suo vessillifero in Riccardo Favretto (che uscirà poi malconcio ad una spalla) che in mezzo al campo pesta sulle gambe e guadagna metri. In affanno gli spagnoli commettono fallo e Leo Marin decide di piazzare accorciando al 51’ sull’8-3. I cambi portano freschezza agli azzurri, che recuperano Pettinelli, diventano tutti italiani con l’uscita dei due equiparati e sembrano avere una marcia in più. Anche se, forse, sono gli spagnoli a cominciare a perdere colpi. Il neo-entrato Matteo Canali si fa immediatamente notare rubando splendidamente una touche e i nostri avversari si sfilacciano. Al 59’ una nostra giocata veloce per quanto confusa (e forse viziata da un in avanti non visto) libera Leo Marin all’ingresso dei 22; gli spagnoli sembrano fermarsi e il giovane trevigiano vola indisturbato sotto i pali dopo un placcaggio lisciato, segnando il sorpasso sull’8-10. La Spagna si presenta all’inizio dell’ultimo quarto davvero sulle ginocchia, come del resto accade quasi sempre alle squadre inferiori, ma l’impeto degli azzurri sembra già finito. L’ultimo sussulto arriva al 63’ quando ancora Marin piazza il calcio del massimo vantaggio sull’8-13 punendo un mancato rotolamento al breakdown che ha tutto l’aspetto del debito di ossigeno. L’Italia ora potrebbe scavare il fossato, ma non lo fa essenzialmente per incapacità: vengono a galla tutti i limiti di una squadra appena assemblata e pochissimo coesa. Forse neanche troppo “assatanata”. Così l’ultimo scorcio di partita si trascina via fra una squadra spagnola che ci prova, ma senza avere le energie per fare granchè ed una squadra azzurra che pare aver finito il compitino. Al 65’ brivido per il capitano azzurro Pettinelli che entra di spalla sul collo di Munilla: Murphy va a vedere il video e poi decide per il nulla di fatto, forse anche perché non gli va di dare un secondo giallo ad un capitano. Ci va di lusso. Al 68’ la Spagna, con le ultime stille di energia ottiene un calcio piazzabile per Bautista Guemes che riduce a due il gap 11-13. La Spagna ci prova, ma si vede che non ce la fa, noi continuiamo a giocare senza idee e con poco possesso, buttando nel bidone della differenziata i pochi ovali di cui disponiamo. L’ultima azione è per la Spagna che butta il cuore oltre l’ostacolo e cerca un fallo azzurro. Forse lo trova anche, con un sospetto offside della linea azzurra, ma Murphy ed i suoi collaboratori non lo rilevano ed il tempo finisce con gli azzurri “vittoriosi” per 11-13.
Davanti ad una prestazione così viene da esclamare solo “Mah…”. La struttura di gioco è apparsa inesistente e le uniche cose buone sono venute da spunti individuali, ora del pilone sudafricano, ora di Favretto, ora di Marin con qualche spruzzata di Gesi. La mischia ha fatto il suo nel primo tempo segnando un’alzata d’orgoglio, ma per il resto è stato tran tran. Sul piano dei singoli francamente non ci sentiamo di elogiare nessuno in particolare. Gli attesissimi stranieri sono stati mediocri come i loro compagni. Particolarmente in ombra il neozelandese Faiva, notato solo perchè inquadrato a lanciare le touche (decentemente). Anonimo l’attesissimo franco-italiano Capuozzo, apparso estraneo a schemi che peraltro nemmeno c’erano. Del sudafricano abbiamo riferito in cronaca. Note particolarmente negative per Pettinelli, spento ed indisciplinato (dovrebbe accendere un cero agli antenati del fischietto irlandese…), Menoncello e Violi apparsi davvero molto molto sotto la linea della sufficienza. Ma squadra e singoli hanno tempo per crescere: in fondo era l’esordio e cara grazia che non si è perso come poteva tranquillamente accadere. E come forse avrebbe meritato una Spagna volenterosa ed ordinata finchè ha avuto fiato, stretta attorno alla sua apertura ed abbarbicata alle proprie maul perchè conscia di non avere un evoluto sistema di gioco nel reparto arretrato. Fra gli iberici molto bravo l’anziano Gavidi, uscito letteralmente bollito nel secondo tempo, ma generosissimo sui punti d’incontro e sempre pronto al sacrificio. Meritavano di più loro. Ah, con l’Uruguay, se si gioca così, le buschiamo. Sicuro.
I TABELLINI:
Madrid, Estadio Universitario Central – sabato 30 ottobre ore 16.45
Spagna v Italia A 11-13 (3-0)
Marcatori: p.t. 12’ c.p. Guemes (3-0); 46’ m. Bell (8-0); s.t. 52’ c.p. Marin (8-3); 59’ m. Marin tr. Marin (8-10); 63’ c.p. Marin (8-13); 68’ c.p. Guemes (11-13)
Spagna: Bell (72’ Carrion); Losada, Stewart, Gimeno (53’ Casteglioni), Minguillon; Guemes, Aurrekoetxea (54’ Munilla); Dominguez, Ferrer, Gavidi (58’ Barrera); Sanchez (68’ Hogg), Leauma; Zabala (62’ Aboitiz), Ovejero (48’ Miejimolle), Lopez (cap) (52’ Dedieu)
All. Santos
Italia A: Capuozzo; Trulla, Menoncello, Drago (60’ Lucchin), Gesi; Marin, Violi (60’ Casilio); Favretto (67’ Izekor), Cannone, Pettinelli (cap); Zambonin, Krumov (52’ Canali); Swanepoel (52’ Neculai), Faiva (52’ Nicotera), Traorè (52’ Borean)
All. Troncon
Arb. Frank Murphy (IRFU)
Cartellini: Al 10’ giallo a Menoncello (Italia A); al 42’ giallo a Pettinelli (Italia A)
Calciatori: Guemes (Spagna) 2/3; Marin (Italia A) 3/3