Nazionali

Il gradito ritorno dell’onorevole sconfitta

Scritto da jpr

Nel ritorno all’Olimpico una coriacea italia perde ma non soccombe: 5-34

Alzi la mano chi non avrebbe sottoscritto, prima del fischio d’inizio di Pascal Gauzere, l’esito finale del ritorno degli azzurri a casa fra un lockdown e (speriamo di no) l’altro! Contro un’Inghilterra scesa a sud per accumulare più punti possibili ai fini della conquista del torneo e presentatasi in formazione de luxe i pronostici catastrofici (cui il vostro scrivano non si era affatto sottratto) erano la norma e pochi si sarebbero attesi che, ad esempio, i bianchi del Batrace (poco affettuoso nickname del coach austrsaliano che nel visus ricorda il Jabba the Hutt di Star Wars) dovessero aspettare fino a 13’ dalla fine per ottenere quel punto di bonus che nessuno si sarebbe sorpreso di registrare nella prima mezzora. E invece gli azzurri di oggi ci hanno piacevolmente sorpreso con una prestazione lontana eoni luce da quella mediocrissima vista solo 7 giorni fa a Lansdowne Road in cui si mostrarono inermi davanti ad un avversario che aveva disposto di loro a proprio piacimento. Invece oggi la musica è stata completamente diversa ed il suo ritmo monotono, ma costante ha finito per mandare in melma la testa dei nostri avversari erodendone concentrazione e fiducia e costringendoli ad una prestazione molto sottotono. Attenzione, però: se loro han giocato male (e questi saranno affaracci loro) buona parte del merito è di come i nostri ragazzi gli hanno incasinato le idee.

E pensare che l’inizio è stato di quelli che avrebbero convinto molti a spegnere la tv e farsi una delle ultime passeggiate che forse potremo fare prima di rinchiuderci in casa. Già al 5’ è Owen Farrell a bersi come un frappè il malcapitato Violi (che alla fine giocherà un ottimo match) e servire Ben Youngs per la corsetta sotto i pali dello 0-7. Ma l’impeto comincia a scemare quasi subito e i bianchi in qualche modo debbono rendersene conto se al 12’ Farrell decide di non fare lo sborone cercando il bersaglio grosso e si accontenta dei 3 punti dello 0-10 a punire un fallo al breakdown di Steyn. Si, perché la difesa puntuale e per una volta mai sfilacciata dei nostri, solidi anche negli impatti specie per merito di seconde e terze con la collaborazione di un eroico Carletto Canna, rende farraginoso e pasticciato il gioco avversario. Proprio il baffetto col 12 al 17’ è rapinoso come una lontra ad approfittare di una topica del dinosauro Sinckler e servire il nostro bisontino preferito, Jake Polledri che fa a sportellate con gli avversari e trepesta in bandiera per una bella ed inattesa meta che purtroppo Garbisi non riesce a convertire portandoci sul 5-10. La banderilla manda in bambola gli inglesi che non ne combinano più mezza di decente e al 22’ restano in 14 per un placcaggio alto di Hill su Padovani che deve lasciare il campo al giovane Federico Mori. Gli inglesi perdono focus e noi prendiamo iniziative, come al 37’ quando una nostra buona maul sembra arrivare in fondo, ma (vi lascio immaginare le imprecazioni del sottoscritto) viene tenuta alta. Purtroppo la successiva mischia ci vede fallosi e i nostri avversari risalgono il campo fino a giocare a loro volta una touche nei nostri 22. Sulla susseguente maul Jake Polledri con un’entrata laterale si becca un corretto cartellino giallo, ma, praticamente, evita una meta quasi certa. Gli angli però non sono in vena ed il tempo si potrebbe addirittura chiudere con una marcatura pesante degli azzurri grazie ad una splendida iniziativa personale di Mori, giocatore che milita nel domestic col Rugby Calvisano, che calcia a seguire e per un soffio non schiaccia in end-zone.

Il primo tempo finisce così 5-10 e non posso che concluderne che questa frazione di gioco è la cosa migliore fatta vedere dagli azzurri da N anni a questa parte. Una bella sorpresa davvero. Ora però fa paura la prospettiva di iniziare la ripresa in 14 contro avversari incz, ehm, piuttosto contrariati.

E infatti i bianchi partono a tavoletta ed è ancora Ben Youngs a sfilare sotto i pali con troppa facilità al 41’ per il 5-17. Ma i ragazzi di Smith comunque tengono ancora botta e i loro avversari faticano assai a prendere il sopravvento. Devono aspettare il 51’ quando una maul molto ben costruita permette a Jamie George di portare i suoi sul 5-24. Ma chi si aspetterebbe un crollo dei nostri deve aspettare ancora: certo, l’altra metà campo non la vediamo praticamente più, ma nella nostra vendiamo carissima la pelle e scassiamo le balle non poco agli increduli bianchi che pestano l’acqua nel mortaio sull’orlo di una crisi di nervi. Il cedimento, però arriva al 67’ quando Tom Curry raccoglie una palla attorno ad un punto d’incontro e purtroppo non c’è una nostra guardia a bloccarlo: 5-29 e agognato bonus raggiunto. Il cedimento non diventa però un crollo (né lo diventerà in seguito) perché anche se stanchi morti teniamo botta e concediamo una sola altra meta ad un assolo di Slade al 71’ che sigla il 5-34 finale.

Al termine del match va un sincero applauso ai nostri: chi mi segue sa che non sono mai avaro di critiche, anzi, ma stavolta li applaudo convintamente. Se è giusto riconoscere che l’attacco è stato molto poco produttivo, va però detto anche che contro un avversario che doveva annientarci abbiamo difeso con sagacia e abnegazione. Note di merito per molti degli azzurri: piace notare la bella prova di Marco Lazzaroni, un ragazzo che forse il predecessore di Smith aveva troppo frettolosamente accantonato, ma anche quelle di Negri e Cannone. Jake Polledri è, poi, fra i nostri il giocatore senza dubbio più paragonabile per valore agli avversari di oggi. Ma buone cose hanno fatto vedere anche Violi e l’eroico Carlo Canna, presente ovunque e finito mangiato vivo dai crampi. Un po’ sottotono rispetto alle attese la prova di Garbisi, mentre Minozzi ha avuto troppo poco tempo per farsi vedere prima di uscire per infortunio. Buone cose anche dalla chiusa che messa a confronto con uno dei reparti più forti del mondo non ha affatto sfigurato.

Ci voleva proprio una prestazione degna! Certo una singola partita non cambia il rapporto assai sfavorevole fra il nostro valore e quello di avversari come quello di oggi, ma ogni tanto fa piacere poter dire che ci siamo anche noi. Ci vorrebbe una continuità in questo, ma aspettiamo novembre e i prossimi impegni. Per oggi l’abbiamo scampata, e meglio, molto meglio di quanto fosse lecito sperare.

I TABELLINI:

Roma, Stadio Olimpico – sabato 31 ottobre
Guinness Sei Nazioni 2020, V giornata
Italia v Inghilterra 5-34

Marcatori: p.t. 4’ m. Youngs tr. Farrell (0-7); 12’ cp. Farrell (0-10); 17’ m. Polledri (5-10); s.t. 1’ m. Youngs tr. Farrell (5-17); 11’ m. George tr. Farrell (5-24); 27’ m. Curry (5-29); 31’ m. Slade (5-34)
Italia: Minozzi (6’ st. Palazzani); Padovani (22’ pt. Mori), Morisi, Canna, Bellini; Garbisi, Violi; Polledri, Steyn, Negri (32’ st. Mbandà); Cannone (21’ st. Sisi), Lazzaroni (36’ st. Meyrr); Zilocchi (21’ st. Ceccarelli), Bigi (cap, 21’ st. Lucchesi), Fischetti (2’-12’ st. e 21’ st. Ferrari)
All. Smith
Inghilterra: Furbank; Watson (13’ st. Thorley), Joseph (28’ st. Lawrence), Slade, May; Farrell (cap), Youngs; Vunipola B., Underhill (35’-40’ pt. e 13’ st. Earl), Curry (32’ st. Robson); Hill (28’ st. Ewels), Itoje; Sinckler (23’ st. Stuart), George (1’ st. Dunn), Vunipola M. (18’ st. Genge)
All. Jones
Arb. Pascal Gauzere (Francia)
Cartellini: 22’ pt. giallo Hill (Inghilterra); 38’ pt. giallo Polledri (Italia)
Player of the match: Youngs (Inghilterra)
Note: gara giocata a porte chiuse. Centesimo cap per Ben Youngs (Inghilterra).  
Calciatori: Farrell (Inghilterra) 4/7; Garbisi (Italia) 0/1

Informazioni sull'autore

jpr