Nazionali

Il Conte Max al 6 Nazioni

Scritto da jpr

Nel recupero del quarto turno del 6 Nazioni l’Irlanda liquida la pratica Italia: 50-17

Qualcuno ricorderà, forse, quel capolavoro della commedia all’italiana che è “Il Conte Max”; vi si raccontano le vicende di uno strepitoso Alberto Sordi che, nei panni di un edicolante romano di modeste condizioni, sogna di far parte della vita del jet-set, affascinato dal mondo dei ricchi e nobili e riesce ad entrarci di straforo fingendosi, appunto, il Conte Max Orsini Varaldo, un nobile di alto lignaggio e bassa fortuna economica interpretato dal misurato, sornione ed elegante Vittorio De Sica. Ecco, vedendo l’Italia oggi a Dublino farsi surclassare da un’Irlanda entrata in campo per fare il compitino senza sprecare troppe energie in vista del decisivo prossimo weekend non ho potuto non ricordare il povero Sordi, inadeguato in mezzo ai vip in un ambiente non suo. Perché inadeguatezza è probabilmente l’unica parola in grado di descrivere la cifra che i nostri pur volenterosi ragazzi (cui non mi sento di rimproverare nulla in quanto posti davanti ad un ostacolo esageratamente al di fuori della loro portata) hanno potuto mostrare di fronte ad una squadra che ha disposto di loro come gli è parso, al punto di prendersi persino delle confidenze che potrebbero costare loro la conquista del torneo. Ma questi, giustamente, sono problemi loro e noi abbiamo i nostri che sono fin troppo seri per doverci occupare anche di quelli. L’Italia che ha calcato l’erede del mitico Lansdowne Road (stringeva il cuore vederlo desolatamente vuoto e non sentire nemmeno una volta intonare “The fields of Athenry”) è stata una squadra, appunto, inadeguata; inadeguata in tutto o quasi: nulla al breakdown, dove i trifogli han potuto fare i loro comodi come meglio han creduto, nulla nella manovra offensiva, con l’assoluta incapacità di verticalizzazione, appena appena discreta nelle fasi difensive e sufficiente solo nelle fasi statiche e in qualche assolo individuale. Drammaticamente troppo poco per un livello come quello richiesto da palcoscenici come questo.

Ma veniamo alla cronaca che in avvio regala addirittura un buon momento per i nostri ragazzi, presentatisi nella formazione annunciata, inclusa la scelta di una panchina formata da 6 avanti e due trequarti (personalmente non approvo, ma mica mi pagano per allenare la nazionale…). Grazie ad un grande break in mezzo al campo di Seb Negri riusciamo a fiondare Marcellino Violi verso la meta, dove viene fermato da un placcaggio e da un fallo professionale del reprobo Conor Murray che il fischietto anglo Matthew Carley spedisce giustamente in sin-bin al 3’ con Paolino Garbisi che bagna l’esordio infilando subito il facile piazzato dello 0-3. Dura poco, però, perché i verdi, pur in 14, ci mettono sotto come se ad essere in superiorità numerica (anche doppia) fossero loro: recuperano palla e conquistano fallo nei nostri 22, dove, per far capire come stanno i rapporti di forza, scelgono il bersaglio grosso. Dalla touche partono una serie di sfuriate (molto efficace quella di Garry Ringrose) che mettono alle corde la nostra affannosa difesa con Carley costretto ad alzare il braccio a ripetizione segnalando i nostri ripetuti falli: di lì una serie di cariche sino a quella definitiva del bisontesco equiparato sudafricano CJ Stander che consente a Sexton di calciare per il 7-3 dell’8’. E neanche 5’ dopo siamo di nuovo in sofferenza nei nostri 22 dove la nostra chiusa cede (invero sarà l’unico cedimento del match) e stavolta Johnny “cash” Sexton decide di piazzare più che altro per far esaurire il tempo del giallo per il suo sodale di linea, che infatti può rientrare sul 10-3: in superiorità numerica incassiamo un bel parziale di 10-0! La partita adesso è tutta nelle manone dei verdi e degli orchi del loro punto d’incontro, soprattutto l’ottimo esordiente Connors e Doris che fanno letteralmente quello che gli pare. Così la nostra linea si sgretola come la più friabile delle schiacciatine quando al 30’ un’azione elementare in linea porta la palla fuori all’altro esordiente Hugo Keenan che sull’out di sinistra si beve un impalato Hayward e trotterella in end-zone con una irridente facilità allungando sul 17-3. Neanche 2’ dopo ci sarebbe il colpo dell’1-2, con una ripartenza dell’incongruo estremo Stockdale che fa fuori tutta la difesa e confeziona ancora per Keenan, ma Carley ed il TMO ci salvano inventando una fiscalissima e quasi impercettibile ostruzione: una di quelle cose che se la facessero a noi toccherebbe sentirsi lagne vittimistiche per una settimana sugli arbitri che ci penalizzano sempre. Ma Hugo Keenan dopo pochissimo si riprende quel che gli spetta concludendo in meta un’azione che meglio di ogni altra esemplifica l’impotenza degli azzurri di fronte agli avversari. Avvalendoci della generosissima punizione costata la terza meta ai verdi ci installiamo nei loro 22 e ci infrangiamo a ripetizione contro una difesa per noi impenetrabile con una serie di prevedibili e sterili tentativi che hanno il solo effetto di consumarci fino a che Doris strappa palla e scappa via, dopodiché Aki e Murray confezionano una palla che Keenan sprintando nel vuoto raccoglie con notevole classe e converte nella meta del 37’ che chiude la prima frazione su un 24-3 persin generoso coi nostri colori.

Festeggiano, loro…

Nell’intervallo si affollano cupi pensieri e sconsolati messaggi scambiati con amici più pessimisti di un bollettino del Ministero della Salute e ci affacciamo alla ripresa aspettandoci il peggio.

Invece alla ripartenza i padroni di casa sembrano me quando mi sveglio la mattina dopo una cena pesante e smarronano per il campo a ritmi bassi lasciandoci spesso l’iniziativa. Sembra una pennica post-prandiale quella dei verdi con il pigro Sexton che manda un uozzapp sottoforma di passaggio al nostro Edo Padovani che scatena le leggere leve da levriero che madre natura gli ha concesso e ribalta la metà capo irish finendo in meta, cosicchè al 55’ di una partita in cui non abbiamo fatto letteralmente nulla siamo incredibilmente su un dignitosissimo 24-10. Ma il sonnellino dei ragazzi di Andy Farrell finisce lì assumendo le sembianze di una pausa in attesa che noi, con la palla in mano, esauriamo le residue energie. Così parte la cavalcata finale dei nostri avversari mentre noi subiamo e basta. Al volgere del 59’ il buon Carley grazia un improvvido Polledri che va a prendere un pallone dove proprio non si potrebbe, specie quando ci si trova a 5 mt dalla propria linea di meta e si limita ad una penaltouche. Ma gli irish la usano come meglio non si potrebbe confezionando una maul conclusa meritatissimamente da Will Connors (che sarà giustamente premiato come MVP) con la meta del bonus e del 31-10. L’Italia, se mai c’era stata, adesso non c’è più e al 65’ Johnny Sexton si prende la soddisfazione della meta e l’insoddisfazione della trasformazione sbagliata dopo una serie di break su nostri placcaggi approssimativi per lo sfinimento ed un imperioso affondo di Stander: 36-10. A stretto giro è Bundee Aki a scivolare ginocchioni in meta al 69’ dopo che uno svuotato Polledri si vede svanire la palla dalle mani in uno dei soliti bdwns vincenti dei verdi: 43-10. Cifra tonda 50-10  quasi all’80’ per la maul portata a terra da Dave Heffernan. Sarebbe finita se gli irlandesi, ingordi di punti, non la tirassero in lungo e Paolino Garbisi non inventasse un assolo che fissa il finale sul 50-17.

C’è poco, per non dire nulla, da salvare da questo viaggio dublinese, se non una discreta prova nelle fasi statiche e le due iniziative assolutamente solitarie e non di squadra di Padovani e Garbisi. Questa squadra non è all’altezza del palcoscenico, un po’ come Sordi-Max. Solo che Sordi, alla fine del film, capiva qual era il suo posto, smetteva di corteggiare una altezzosa nobildonna e si fidanzava con una brava e modesta ragazza… Se c’è una morale da trarre… Fra 7 giorni all’Olimpico arrivano gli inglesi per vincere il torneo. Vedremo quanti punti gli serivrà fare e poi chiuderemo anche questa pagina. Non vorrei essere nei panni di Franco Smith…

I TABELLINI:

24/10/2020 AVIVA STADIUM – DUBLIN

Recupero quarto turno 6 Nazioni 2020

IRLANDA – ITALIA 50-17

Marcatori: p.t. 3’ cp. Garbisi (0-3); 8’ m. Stander tr. Sexton (7-3); 14’ cp. Sexton (10-3); 29’ m. Keenan tr. Sexton (17-3); 35’ m. Keenan tr. Sexton (24-3); s.t. 14’ m. Padovani tr. Garbisi (24-10); 21’ m. Connors tr. Sexton (31-10); 25’ m. Sexton (36-10); 28’ st. m. Aki tr. Sexton (43-10); 40’ m. Heffernan tr. Byrne R. (50-10); 41’ m. Garbisi tr. Garbisi (50-17)
Irlanda: Stockdale; Conway, Ringrose (27’ pt. Henshaw), Aki, Keenan; Sexton (cap, 31’ st. Byrne R.), Murray (26’ st. Gibson-Park); Stander, Connors, Doris; Ryan (21’ st. Dillane), Beirne; Porter (21’ st. Bealham), Herring (10’ st. Heffernan), Healy (15’ st. Byrne E.)
all. Farrell A.
Italia: Hayward; Padovani, Morisi (14’ st. Mori), Canna, Bellini; Garbisi, Violi (32’ st. Braley); Polledri, Steyn, Negri (27’ st. Mbandà); Cannone (7’ st. Sisi), Lazzaroni (21’ st. Meyer); Zilocchi (7’ st. Ceccarelli), Bigi (cap, 7’ st. Lucchesi), Fischetti (7’ st. Ferrari) 
all. Smith
arb. Carley (Inghilterra)
g.d.l. Pearce (Inghilterra), Adamson (Inghilterra)
TMO: Foley (Inghilterra)
Cartellini: 3’ p.t. giallo Murray (Irlanda)
Note: terreno in perfette condizioni. Gara disputata a porte chiuse. Esordio in Nazionale per Paolo Garbisi, Gianmarco Lucchesi e Federico Mori.
Guinness Player of the Match: Connors (Irlanda)
Calciatori: Garbisi (Italia) 3/3; Sexton (Irlanda) 6/7; Byrne R. (Irlanda) 1/1

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jpr