Nazionali

The Good & the bad Six Nations

Scritto da Rugby.it

E’ finito il Sei Nazioni e per un rugbysta è un po’ come se fosse la fine dell’anno, il termine della stagione: cala un po’ di malinconia e si pensa già al prossimo, alla nuova trasferta da organizzare…

The Good

Giacomo Polledri. Un giocatore che all’esordio fa una partita così bella non lo ricordiamo facilmente. Ci vengono in mente Parisse o Mauro Bergamasco. Ma non ricordiamo questa autorevolezza in campo, così da subito. Polledri è stato probabilmente il secondo MOM italiano di sabato, dopo il giustamente premiato Tommy Allan. Ha disputato un match di intensità favaresca, placcando e portando avanti palloni in modo magistrale, facendo da ball carrier ed eseguendo ogni cosa con grande competenza e nessuna timidezza.

Ci chiediamo perché il nostro Oscìa abbia detto che fosse un po’ presto schierarlo. Ci viene anche da pensare che i migliori del torneo siano stati Minozzi, Negri e Polledri, cioè tre ragazzi esordienti o quasi. Insieme a loro anche Ghiraldini e Allan sono stati certamente da premiare. Forse qualche scelta del nostro Corrado è stata un po’ conservativa o leggermente ritardata. Di sicuro la strada del futuro è avere in campo gente con voglia, ardimento e fame (si veda più avanti).

The Bad

Spagna. La Spagna aveva brillato entrando nella nostra rubrica poco tempo fa. Era praticamente già promossa dovendo solo battere il Belgio, fanalino di coda del Sei Nazioni B. Invece è riuscita a perdere e probabilmente a dire addio al mondiale.

Come ha perso? Sicuramente a causa di una gestione arbitrale estremamente deficitaria e incompetente: 24 falli subiti e un giallo contro 4 punizioni date ai belgi. L’arbitro rumeno è stato molto discusso e sospettato persino di corruzione e favoritismo al suo team che si contendeva con la Spagna l’accesso al mondiale. La Spagna ci ha anche messo del suo giocando molto nervosa e fallosa e iniziando a indispettirsi con l’arbitro dopo pochi minuti. Sicuramente moltissime decisioni non sono state corrette (pensiamo in particolare al giallo non dato al belga che fa un chiarissimo avanti volontario a 5 minuti dalla fine), pensiamo che difficilmente Iordanescu veda in futuro un campo da rugby. Ma non possiamo in alcun modo accettare i giocatori spagnoli alla fine che cercano in sostanza di linciare il referee: un momento tremendo, totalmente indegno del nostro sport e di quello che dovrebbe esserne lo spirito.

Chi di maul ferisce…

Ebbene sì: abbiamo vinto in passato tantissime partite solo col carrettone. Questa volta col carrettone ce l’hanno messo in saccoccia. Molti criticano la maul dicendo che è una specie di megafuorigioco organizzato-legalizzato e alla fine qualcosa che rovina un po’ lo spirito del gioco. A noi il carretto piace e comunque è una fase che caratterizza questo sport, come la mischia chiusa. Insomma il rugby non è solo corri e passa ma anche spingi, spingi, spingi.

La Scozia ha usato la maul per distruggerci quando più eravamo stanchi, forse l’arbitraggio le ha concesso tempi molto lunghi di ripartenza, arresto e probabilmente non tutte la maul erano condotte a regola d’arte. Sta di fatto che non siamo riusciti a contrastare questa situazione e così abbiamo perso una partita che avevamo condotto molto bene.

2 + 2 = quasi 5…

Come al solito siamo un po’ ingiusti a parlare solo di maschi seniores quando l’under 20 vince la seconda partita (e con la quasi vittoria in Irlanda avremmo parlato di un torneo storico, vicinissimo alla vetta) e ugualmente la femminile mette in carniere la seconda vittoria. Giovani e ragazze hanno dato lustro alla nostra partecipazione al Sei Nazioni indicando la via anche ai compagni uomini più grandi. A loro va la nostra riconoscenza, anche se la partita di Bari dei ragazzi non è nemmeno stata trasmessa e si giocava, chissà perché, alle 15 di un venerdì…

Il tifoso di rugby

Siete mai stati ad una partita? Molti di voi ovviamente sì. Siete stati al Sei Nazioni? Beh ecco il Sei Nazioni è “un’altra cosa” e lo è ancora di più a Roma, ci permettiamo di dirlo, dove oltre all’invasione dei bar del circondario c’è quello spazio unico che è lo Stadio dei marmi dove organizzare partitelle improvvisate e dove il terzo tempo diventa una mega festa che inizia nel pre partita da Piazza del Popolo, da Piazza di Spagna, dal Pincio, dal lungotevere, da tutta la zona del Foro Italico e si protrae in tutta la città.

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Il clima meraviglioso che regala è oltre a quello che già siete abituati a vivere in generale nel nostro sport: ecco perché il tifoso di rugby alla fine è felice anche nelle tremende sconfitte come quelle di sabato.

O quasi…

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Manuele Grosso

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