“Ricordo quando sua mamma la portò per la prima volta al campo da rugby. Michela aveva 6, forse 7 anni. Fino alla categoria U12 le bambine giocano con i maschi e così fece anche lei; dopo poco tempo iniziai a stupirmi perché era più brava dei compagni… Un giorno mi disse che voleva arrivare al massimo livello; c’è riuscita”.
La bambina evocata dal ricordo di Roberto Manghi, suo ex allenatore, è Michela Sillari, ora trequarti della nazionale azzurra e campionessa d’Inghilterra in carica. Insieme a Veronica Madia, Michela è stata la stella della presentazione ufficiale di Italia-Inghilterra, la partita che domenica 4 febbraio allo stadio Mirabello di Reggio Emilia inaugurerà il Sei Nazioni 2018 delle azzurre. I biglietti per l’evento sono in vendita su www.ciaotickets.com, al prezzo contenuto di 10 euro. Tutte le partite della squadra di Di Giandomenico (4 febbraio a Reggio, 11 febbraio in Irlanda, 24 febbraio in Francia, 11 marzo in Galles, 18 marzo a Padova con la Scozia) saranno trasmesse in diretta da Eurosport 2, che ha siglato un accordo con la FIR fino al 2021. Entrambe dal fisico minuto, entrambe con la brillante divisa azzurro e oro della nazionale, Michela (“ho 24 anni, quasi venticinque; gioco trequarti centro, studio ingegneria”) e Veronica (“ho 23 anni, sono mediano di apertura, lavoro come infermiera in una casa di riposo”) hanno risposto alle domande dei giornalisti, comprese un paio dell’inviato speciale di rugby.it
Come vedete la partita d’esordio?
Michela: “l’Inghilterra è la squadra vice-campione del Mondo e sarà durissima, ma daremo il nostro meglio anche per fare divertire il pubblico dello stadio Mirabello”.
Veronica: “ce la metteremo tutta. Sappiamo che non sarà facile ma speriamo che sia soprattutto una bella giornata sportiva, di divertimento per il pubblico”.
Quando avete iniziato a giocare a rugby?
Veronica: “sia io sia Michela abbiamo iniziato a 7 anni, ma si può cominciare anche molto più tardi; l’età media di debutto delle nostre compagne di club credo sia intorno ai diciassette anni. Io iniziai grazie ad alcuni istruttori che quando ero alle elementari vennero a scuola durante le ore dedicate all’educazione fisica per insegnarci varie discipline: io scelsi il rugby. Ho giocato fino all’under 12 insieme ai maschi, come da regolamento, poi smisi per qualche anno perché vicino a Colorno non esistevano squadre femminili; ho ricominciato quando avevo 16 anni circa. Ora invece Colorno schiera squadre femminili in ogni categoria, anche under 16 e under 14”.
Michela: “ho seguito un percorso iniziale molto simile a quello di Veronica: la visita dei giocatori a scuola e dai 7 ai 12 anni in campo con i ragazzini. Però poi ho girovagato molto di più per trovare squadre dove giocare; il primo club dopo Parma fu a Piacenza”.
Il vostro Colorno è attualmente la squadra più forte d’Italia; invece la vicina Reggio Emilia, che tra due settimane ospiterà il debutto azzurro nel Sei Nazioni, non ha neppure una giocatrice senior. Come riempire questi tanti vuoti nella mappa del rugby femminile italiano?
Michela: “una ragazza della provincia reggiana, Jennifer Bacchi, ha giocato con noi a Colorno fino a due anni fa. E’ stata anche nostra manager per un anno, prima di abbandonare per impegni lavorativi. Comunque alle ragazze reggiane e non solo a quelle reggiane consigliamo caldamente di avvicinarsi al rugby perché è uno sport di alti principi e di grande rispetto tra le persone”.
Veronica: “ha fama di sport duro ma è uno sport soprattutto leale; certo il contatto fisico non manca ma non è questo l’aspetto fondamentale. Quello del rugby è anche un ambiente che crea forti legami; le mie compagne di squadra, anche le ex compagne, sono ormai per me come sorelle. Soprattutto durante il periodo adolescenziale questo è un aspetto molto prezioso”
(gorgo)