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Italia: delitto e castigo. Con Tonga sconfitta 17-19

Scritto da Rugby.it

Un’Italia presuntuosa viene punita da Tonga allo scadere

Delitto e castigo è uno dei più colossali racconti didascalici della storia della letteratura mondiale e racconta una verità banale come la vita: prima o poi, magari quando pensi di averla fatta franca, il castigo ti raggiunge ed il tuo delitto viene punito. L’Italia ha meritato questo castigo, commettendo il delitto più grave di cui si possa macchiare uno sportivo: quello di presunzione. Ed il castigo, alla fine, ma proprio alla fine, è arrivato. Un castigo amaro, duro da accettare, ma, voglio dirlo anche se non farà piacere leggerlo, un castigo che potrà essere anche utile per il cammino di crescita di questo gruppo. Potrà essere utile riflettere che, se anche abbiamo compiuto una grande impresa battendo il Sudafrica, ancora non siamo una squadra capace di imporre una superiorità di gioco e dobbiamo esercitare la nobile arte dell’umiltà ancora per qualche tempo, prima di poterci ritenere padroni del campo.
E sì che gli azzurri erano partiti con l’atteggiamento più corretto, in maniera guardinga ed applicando diligentemente un ben preciso e studiato game-plan. Come contro gli Springboks partiamo gestendo tatticamente al piede la ricerca del guadagno territoriale e calciamo lungo portando su una rete a maglie variabili che si rivela redditizia quasi subito. Al 12’ guadagniamo nel modo appena descritto una touche in zona d’attacco ed impostiamo una maul da cui si stacca Cittadini; il pilone bresciano scatta lungo l’out sinistro e, dopo una decina di metri, deposita l’ovale vicino alla bandierina. Dall’angolo Carlo Canna è preciso e ci regala il 7-0. Loro provano a reagire, ma si scontrano con una difesa ottimamente impostata che trova i suoi capisaldi nel presidio della linea di Tommy Benvenuti e nei fulminei blitz di Simone Favaro che esce spesso dallo schieramento per aggredire il portatore di palla e mangiare terreno, costringendo gli avversari a riconquistare più volte gli stessi metri già conquistati e persi più volte. Il piano di gioco funziona a meraviglia e ci procura ottime ripartenze che, purtroppo, sprechiamo per banali errori di esecuzione. Bronzini opera un bellissimo break che arriva quasi in fondo ed esegue un ottimo offload per Van Schalkwijk che, purtroppo, commette in avanti a pochi pollici dalla meta. Al 23’ la partita potrebbe girare decisamente a nostro favore perché il fischietto irish Lacey, francamente assai severo, punisce un quasi-speartackle ai danni di Cittadini con un giallo a Mapapalangi. Potrebbe essere il momento giusto per piazzare un allungo e, infatti, ci proviamo. Tonga si difende con un fallo in posizione piazzabilissima e l’Italia comincia a sporcare la propria fedina penale con il primo delitto di presunzione. Nonostante la posizione favorevolissima ed ancora un’eternità da giocare in superiorità andiamo in touche; la successiva maul viene mal gestita e gli azzurri fanno cadere la palla. Il primo piccolo castigo arriva subito, perché al 32’ Tonga piazza i suoi primi 3 punti con Takulua ed accorcia sul 7-3. Ci riportiamo in attacco e subito avremmo l’occasione per piazzare di nuovo: anche stavolta rinunciamo a 3 punti facili e cerchiamo il bersaglio grosso dalla touche. Tonga, che è ancora in 14 si difende con un altro fallo, sempre piazzabilissimo, ma ancora una volta scegliamo la touche: sulla successiva maul, però, un errore di disattenzione porta gli azzurri ad un velo che Lacey punisce con un fallo. In 5’ siamo riusciti a buttare 3 occasioni facili per piazzare e veniamo via con 0 punti conquistati e 3 subiti durante la fase di superiorità. Tonga, a questo punto, come spesso accade in casi simili è rinfrancata dal pericolo scampato e viene profonda nei nostri 22. La difesa, però, regge, ma quando si tratta di passare dalla fase di contenimento a quella successiva ci facciamo cogliere un’altra volta in delitto di presunzione: anziché uscire umilmente dalla situazione difensiva con un semplice calcio in touche ad allontanare la minaccia, cerchiamo di uscire palla in mano dai nostri 5 metri a meno di 1’ dalla fine del tempo. Tanta presunzione ci fa perdere palla e, sul nuovo attacco tongano, Sami Panico placca alto e si prende un giallo severo almeno quanto quello toccato a Mapapalangi. Per fortuna sulla successiva touche tongana nei 5 metri l’Italia difende con ordine e disciplina, seguendo l’esempio di capitan Favaro ed il primo tempo si conclude 7-3.
L’impressione dell’intervallo è condensata in una serie di smoccoli per le occasioni buttate, ma c’è anche fiducia per una squadra che appare, comunque, tonica, ottima in difesa e con qualche bullone da stringere in attacco. Insomma, se registriamo un paio di cosette e impariamo dagli errori commessi la partita pare ampiamente alla nostra portata.
Alla ripresa del match O’ Sé, come d’abitudine, cambia i piloni; rimangono alcuni minuti da gestire in inferiorità durante i quali i tongani conquistano il minimo sindacale, cioè un calcio neanche troppo piazzabile. Purtroppo gli isolani non sono presuntuosi nemmeno un po’ e al 46’ scelgono subito di piazzare pur da posizione non semplicissima. La loro giudiziosità viene premiata da 3 punti che stringono la forbice sul 7-6 e, poi, 5’ dopo, arriva il colpo che non ti aspetti. E’ Piutau a sfruttare una slabbratura della nostra difesa nella zona di Bisegni e a marcare sull’out sinistro; dall’angolino la trasformazione di Takulua segna il primo vantaggio ospite per 7-13. Si capisce chiaramente che l’Italia è colpita nel morale e O’ Sé prova a smuoverla cambiando in blocco la mediana e mandando in campo Gori-Allan per Bronzini-Canna. La mossa ha subito effetto perché un gioco di prestigio al piede di Luke McLean in situazione di gioco rotto provoca una ferita profonda nella difesa tongana ed il centro trevigiano fissa il suo uomo per poi scaricare su Allan che si invola facilmente in mezzo ai pali e poi trasforma producendo il ri-sorpasso 14-13 al 56’. E’ davvero ottimo l’impatto sul match, specie di Gori che governa ottimamente i raggruppamenti e vivacizza la manovra. Poco dopo ci sarebbe la meta del ko con un bellissimo assist che lancia Bisegni sul binario giusto, ma il capolinea della meta non viene raggiunto perché il TMO vede il dito mignolo del piede destro della nostra ala sfiorare il primo mm di gesso della riga: disdetta e rimessa per gli ospiti al posto della meta che, probabilmente, avrebbe chiuso la contesa. Il pericolo scampato alimenta ancora una volta l’impeto degli ospiti e ci salviamo da una situazione pericolosissima grazie ad una strepitosa cacciata di Minto in ruck, ma poco dopo un calcio scriteriato di Allan in mezzo al campo lancia Takulua verso la nostra meta, ed è la stessa apertura trevigiana, successivamente, ad impedire la marcatura con un fallo trattenendo oltre il lecito l’avversario ad 1 metro dalla meta. Lacey punisce con un giallo ed i tongani, che tutto sono meno che presuntuosi, prendono subito i 3 punti e, al 72’, si ritrovano avanti 14-16 e in superiorità numerica. Adesso l’Italia è disperata e cerca disperatamente qualcosa, non si sa cosa dall’altra parte del campo. L’impeto viene premiato perché qualcosa si trova, cioè una clamorosa cappella di Vainikolo che tocca una palla destinata ad uscire consegnandoci un lancio d’oro ben dentro i 22. Dall’azione d’attacco guadagniamo un calcio che, al 77’, Padovani mette in mezzo ai pali: siamo a 2’ dalla fine e torniamo avanti 17-16. C’è solo da difendere adesso, sperando che il fischio finale arrivi presto. Purtroppo, però, arriva prima un altro fischio: è quello di Lacey che punisce le mani di un Favaro che, poggiando i gomiti a terra e le ginocchia sulla schiena dell’avversario, forse anche per stanchezza non rilascia. Calcio, 3 punti, 17-19 e tutti tristemente a casa.
Si, tocca dirlo, nel primo tempo quei calci si dovevano piazzare: lo fanno senza meno gli Allblacks, che pure qualche diritto alla presunzione lo avrebbero, non si capisce perché non dovremmo farlo noi. Ma tant’è. Il delitto di presunzione ha avuto il suo castigo e speriamo che la saggezza e l’intelligenza di Conchuir O’ Sé sappiano trasformare questa giornata in un MEMENTO TONGA che sappia sempre ricordarci la necessità del primum vivere, deinde philosophare o, per dirla più prosaicamente, del prima magnamo, poi parlamo. C’è tempo per rifletterci da qui al 6N e siamo certi che la riflessione non mancherà. Da salvare rimane la conferma di un atteggiamento difensivo che, se mantenuto, ci porterà lontano. Ci saranno altri giorni e altre partite…conferenza_stampa_itavtonga-jpg2222
In sala stampa Conchuir O’ Sé è molto chiaro in proposito e non sfugge alla responsabilità delle scelte fatte: “Ho detto io a Simone di andare in touche per puntare alla meta. Ma a fine partita è fin troppo facile guardare agli errori fatti ed esprimere giudizi. Di certo questo è stato uno di quei giorni che impari a non voler rivivere. Lo ricorderemo anche di più della giornata trionfale con il Sud Africa. Non abbiamo perso la partita sul piano fisico. Ci sono state tante buone prestazioni individuali e piccoli errori che ci sono costati la vittoria. Ma il nostro piano di gioco è buono e sarà valido anche per il futuro. Non vedo l’ora di vederci all’opera con il Galles nel prossimo 6 Nazioni. Questo è un gruppo di persone speciali. Siamo all’inizio di un viaggio che sarà lungo e difficile, ma siamo determinati a percorrerlo e a raggiungere gli obbiettivi che ci siamo prefissati”.

I Tabellini:

ITALIA – TONGA 17-19
Sabato 26 novembre, ore 15.00 – Stadio Euganeo, Padova
Italia: 15 Edoardo Padovani, 14 Giulio Bisegni, 13 Tommaso Benvenuti, 12 Luke McLean, 11 Giovanbattista Venditti, 10 Carlo Canna (54′ Tommaso Allan), 9 Giorgio Bronzini (54′ Edoardo Gori), 8 Dries Van Schalkwyk, 7 Simone Favaro, 6 Francesco Minto (44′ Nicola Quaglio, 49′ Francesco Minto, 71′ Abraham Steyn), 5 Marco Fuser, 4 Quintin Geldenhuys (48′ George Biagi), 3 Lorenzo Cittadini (41′ Simone Ferrari), 2 Ornel Gega, 1 Sami Panico (49′ Nicola Quaglio)
In panchina: 16 Tommaso D’Apice, 17 Nicola Quaglio, 18 Simone Ferrari, 19 George Biagi, 20 Abraham Steyn, 21 Edoardo Gori, 22 Tommaso Allan, 23 Michele Campagnaro
Tonga: 15 David Halaifonua (62′ Cooper Vuna), 14 Nafi Tu’itavake, 13 Siale Piutau, 12 Latiume Fosita, 11 Fetu’u Vainikolo, 10 Kali Hala, 9 Sonatane Takulua, 8 Tevita Koloamatangi (21′ Valentino Mapapalangi), 7 Jack Ram, 6 Dan Faleafa, 5 Jon Tu’ineau, 4 Steve Mafi, 3 Siua Halanukonuka (53′ Sila Puafisi), 2 Paula Ngauamo (62′ Elvis Taione), 1 Tevita Mailau (53′ Paea Fa’anunu)
In panchina: 16 Tomasi Palu, 17 Paea Fa’anunu, 18 Sila Puafisi, 19 Valentino Mapapalangi, 20 Kotoni Ale, 21 Elvis Taione, 22 Tevita Taufui, 23 Cooper Vuna
Arbitro: John Lacey
Marcatori: 13′ m. Cittadini tr. Canna, 33′ cp. Takulua, 46′ cp. Takulua, 53′ m. Piutau tr. Takulua, 56′ m. Allan tr. Allan, 78′ cp. Padovani, 80′ Takulua
Cartellini gialli: 24′ Mapapalangi, 40′ Panico, 73′ Allan
jpr

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