A Monigo i Warriors faticano e poi cancellano Treviso
Un vero peccato, una bella prestazione, un risultato che lascia l’amaro in bocca. Si potrebbe condensare in poche parole il commento relativo alla partita di ieri sera a Monigo, valida per il 19esimo turno di Guinness Pro12. Il Benetton di Marius Goosen gioca un primo tempo semplicemente perfetto, di grande ferocia difensiva ed intelligente opportunismo in attacco, dove vengono sfruttate cinicamente tutte le falle lasciate dai supponenti scozzesi, ma nel secondo tempo sparisce letteralmente dal campo. Va detto, a parziale scusante dei biancoverdi, che sono in realtà gli scozzesi a giocare un secondo tempo stratosferico per ritmo e continuità che costringe i trevigiani alla pura resistenza passiva.
Si comincia con i guerrieri che dimostrano subito cosa intendeva dire coach Townsend quando, alla vigilia del match, parlava di “campagna d’Italia”: la partenza è su livelli di aggressività impressionanti da parte degli ospiti. Treviso resiste come può, ricorrendo spesso al fallo. Dopo dieci minuti di asfissia e falli Treviso “sfiora” il cartellino giallo facendo crollare una maul devastante originata da una touche a pochi metri dal try, frutto di un precedente fallo. Gli scozzesi, che hanno chiarito sin da subito il loro scopo non piazzando nessuno dei calci ottenuti, scelgono ancora la touche e stavolta la trincea biancoverde sembra tenere la maul, ma il piano B degli scozzesi si mette immediatamente in opera: un paio di pick&go ben fatti e Jonny Gray, al 12’, arriva in fondo; Russell trasforma e si va sul 0-7. Si potrebbe temere che questo scricchiolio segnali l’inizio del crollo della diga biancoverde: nossignore! Gli scozzesi continuano ad attaccare con un pizzico di supponenza, trovano spesso buchi che potrebbero sembrare decisivi, ma la difesa trevigiana diventa collosa, appiccicosa e spesso riesce a ri-incollare gli sbreghi prodotti dalle percussioni ospiti. Gli scozzesi si mostrano spazientiti e sconcertati dalla loro stessa incapacità di sferrare colpi che vengono sistematicamente parati proprio quando sembrano arrivare a segno. Così Treviso riesce persino a mettere il naso nella metà campo avversaria e si accorge che quando lo fa produce sempre danni: nel giro di due minuti (15’ e 17’) un preciso Hayward punisce dalla piazzola l’indisciplina degli scozzesi che si mostrano assai impreparati a fronteggiare quella che, ai loro occhi, deve sembrare una specie di rivolta degli schiavi: è bastato provarci e siamo ad un punto sul 6-7. Basta deconcentrarsi un attimo, però, è la frittata è ad un passo: durante una contesa a terra Barbieri eccede in aggressività e commette fallo; il calcio sarebbe piazzabile, ma anche stavolta gli scozzesi scelgono la touche. Sul successivo multifase l’ex Favaro arriva fin dentro l’area di meta, ma il TMO, chiamato in causa, vede un miracoloso salvataggio di Nitoglia, o meglio del suo piede destro, che riesce a far perdere la palla al flanker (si spera nuovamente) azzurro. Si salva, così, Treviso che gioca una mischia sui propri 5 metri e spazza via il pack scozzese facendo esultare la folla. La partita prosegue sulla stessa falsariga, con gli scozzesi che cercano in tutti i modi la breccia scontrandosi con due fattori-chiave del gioco biancoverde: una difesa inestricabile e fasi statiche impeccabili, che riescono a limitare efficacemente il preponderante possesso ospite. Solo un imprevisto pare in grado di sbloccare questo schema ed è Treviso a subirlo: al 29’ su un fallo poco fuori dai 22 trevigiani Pyrgos, con l’intelligenza tipica del mediano di mischia, gioca veloce e buca in diagonale la difesa addormentata: viene fermato solo a qualche decimetro dalla meta, ma consegna palla a Horne che sigla il 6-14 con la collaborazione del “trasformatore” Russell. Treviso non molla e fa vedere agli scozzesi che le azioni belle e veloci le sa fare anche lui: tutto parte dalla solita difesa “bostik” che recupera palla sulla metà campo e fa partire un’azione vertiginosa al largo; un doppio scambio velocissimo e preciso fra Iannone ed Esposito lancia l’ala azzurra in meta. Hayward, al 35’, trasforma e si ritorna ad un’incollatura sul 13-14. Gli scozzesi reagiscono come una belva ferita. Come reagisce una belva ferita? Con ferocia e disordine, di solito. Così la difesa collosa dice la propria su ogni scambio scozzese ed il piedone di Barbieri interferisce su una palla a terra. Tutto Barbieri e non solo il piedone si lancia all’inseguimento della preda imbufalendo gli scozzesi che placcano il poderoso numero 8 con un plateale fallo di antigioco. Così da posizione centrale Hayward può ancora piazzare e produrre, al 38’, l’inatteso sorpasso che chiude il primo tempo su uno scintillante 16-14.
Purtroppo, però, quella che sarebbe potuta sembrare un’inversione di tendenza decisiva si rivela una sorta di canto del cigno per i padroni di casa. Il secondo tempo sarà solo ed unicamente sofferenza e sacrificio, e si giocherà tutto in una sola metà campo.
Gli scozzesi rientrano in campo come belve affamate e, alla loro testa, c’è un vero Braveheart, un giocatore di forza e classe purissima di nome Stuart Hogg (non a caso miglior giocatore del recente 6 Nazioni) che si erge a protagonista assoluto della contesa. I primi minuti del secondo tempo sono di una bellezza ed una ferocia impressionanti. Gli scozzesi attaccano con veemenza, velocità ed efficacia percuotendo la difesa di casa alternativamente con lo spadone delle percussioni dei suoi uomini pesanti e con il fioretto dei suoi velocissimi moschettieri. Treviso tiene botta come se si fosse sulla trincea del Piave; tiene botta e di botte ne prende una vera e propria gragnuola. Quando la difesa è ammorbidita sale in cattedra Hogg che con un numero pazzesco si beve tre avversari in 5 metri e consegna a Favaro la meta che non era riuscita nel primo tempo; Russell trasforma ed opera il controsorpasso sul 16-21. Adesso è solo ed unicamente Galsgow e la difesa trevigiana scivola lentamente al rango di sparring-partner di un avversario scatenato e con un solo obiettivo: il punto di bonus, non la vittoria che viene data per scontata. Per questo motivo al 50’ un placcaggio alto trevigiano salva-meta sotto i pali viene trasformato in una mischia anziché piazzato: è l’ultimo episodio della difesa collosa trevigiana che esce indenne da un’azione interminabile: è l’arbitro Whitehouse a vedere un’entrata laterale di spalla in una ruck e a fermare la sequenza di fasi scozzesi concedendo un calcio a Treviso. Ma il “verso” della partita non cambia, come non cambia il suo assoluto protagonista: Stuart Hogg. L’incredibile estremo scozzese al 59’ si produce in un altro numero pazzesco scherzando l’intera difesa trevigiana, più abile nella battaglia di posizione che nella blitzkrieg, e slalomeggiando leggero e splendido per metà campo fino alla meta sull’out destro: un’azione da spellarsi le mani al di là di qualsiasi ragione di tifo; Russell centra il palo e si va sul 16-26, con punto di bonus raggiunto. Treviso ormai non c’è più, se ne sta rintanata nell’angolo cercando di subire meno botte possibili e senza alcuna possibilità di replicare. Anche la mischia crolla concedendo un fallo piazzabile che viene usato ancora in touche: siamo al 66’ e una serie di pick&go demolisce la muraglia trevigiana portando Hart a schiacciare oltre la linea con convalida del TMO; da posizione difficile non arriva la trasformazione ed il punteggio è di 16-31. Scampoli di partita, ormai: al 72’ Jonny Gray viene tenuto alto in area di meta e si gioca una mischia ai 5 trevigiani e bastano poche semplici fasi per portare Malcolm in meta, Russell in piazzola, il punteggio sul 16-38 e la partita alla fine.
Peccato, era stato bello crederci in quel fantastico primo tempo di forza e sagacia tattica, ma il secondo tempo degli scozzesi è stato letteralmente di un altro pianeta. Chissà da quale pianeta sarà arrivato Stuart Hogg; probabilmente un pianeta di forma ovaloide anziché geoide.
I Tabellini:
BENETTON RUGBY 16 GLASGOW WARRIORS 38
Marcatori: 11′ meta Gray tr. Russell, 14′ p. Hayward, 18′ p. Hayward, 28′ meta Horne tr. Russell, 35′ meta Esposito tr. Hayward, 39′ p. Hayward, 42′ meta Favaro tr. Russell, 59′ meta Hogg, 67′ meta Hart, 73′ meta Malcolm tr. Russell
Benetton Rugby: 15 Jayden Hayward, 14 Ludovico Nitoglia (66′ Luke McLean) , 13 Tommaso Iannone, 12 Sam Christie, 11 Angelo Esposito, 10 James Ambrosini, 9 Edoardo Gori (76′ Chris Smylie), 8 Robert Barbieri (55′ Andrea De Marchi), 7 Alessandro Zanni ( C ) (55′ Abraham Steyn), 6 Marco Lazzaroni, 5 Marco Fuser (66′ Dean Budd), 4 Filo Paulo, 3 Filippo Filippetto (43′ Rupert Harden), 2 Luca Bigi (61′ Davide Giazzon), 1 Alberto De Marchi (48′ Matteo Zanusso)
Glasgow Warriors: 15 Stuart Hogg (71′ Glenn Bryce), 14 Taqele Naiyaravoro (62′ Lee Jones), 13 Mark Bennett, 12 Peter Horne, 11 Sean Lamont, 10 Finn Russell, 9 Henry Pyrgos (62′ Grayson Hart), 8 Adam Ashe, 7 Simone Favaro (54′ Tyrone Holmes), 6 Josh Strauss, 5 Jonny Gray, 4 Tim Swinson (61′ Leone Nakarawa), 3 Sila Puafisi (66′ D’arcy Rae), 2 Fraser Brown (70′ James Malcolm), 1 Gordon Reid (63′ Jerry Yanuyanutawa)
jpr