Nazionali

Basta “questa” Inghilterra a lasciarci a bocca asciutta

Scritto da jpr

Un’Italia che è un po’ di difesa e nient’altro non fa nemmeno il solletico ad una piccola Inghilterra che basta a tenerci a ZERO!

Nella foto che vediamo sopra i nostri azzurri parlano fra loro nel caratteristico huddle che si tiene a fine partita. Che si saranno detti? Possiamo solo sperare che non si siano raccontati qualche panzana autoconsolatoria tipo “in fondo non abbiamo sfigurato”, “poteva andare peggio”, “abbiamo fatto del nostro meglio”. Perchè abbiamo sfigurato, non poteva andare peggio e se questo è il nostro meglio c’è da mettersi le mani nei capelli. Guardiamo le cose come sono: ci troviamo davanti ad uno dei 6 Nazioni più poveri da molto tempo a questa parte. Tolta la Francia, quando ne ha voglia, e l’Irlanda, quando ha Sexton, le altre avversarie a malapena si sollevano dalla mediocrità. Il Galles è una truppa disfatta e rabberciata, il Sudaf…, pardon la Scozia (con tutti questi equiparati capita di sbagliare) è riuscito a perderci contro. E l’Inghilterra? Beh, l’Inghilterra che tutti ci aspettavamo caricata a pallettoni dopo la sconfitta di Edimbra’ è sembrata davvero una povera cosa: era dai tempi di Stuart Lancaster che non vedevamo un XV della Rosa così povero di idee, scarso nei sostegni, sporco nella gestione dell’ovale, incapace di limitare gli errori ad alto ritmo. Ecco, contro un’Inghilterra così è vero che non abbiamo preso un’imbarcata di punti (oddio, 5 mete non sono proprio niente, eh), ma non siamo riusciti a schiodarci da un umiliante 0 sul tabellone. E si che di opportunità, specie nel secondo tempo in cui per mezzora hanno preso il the delle cinque, ce ne hanno date eccome. Ma noi niente, accidenti!

Primo tempo davvero povero di idee e di emozioni da ambo le parti con gli inglesi che pasticciano l’inverosimile ed un’Italia che difende nel complesso bene, ma è del tutto incapace di capitalizzare un minimo le pur poche occasioni che si creano in fase offensiva. La prima vera occasione, in realtà, viene sfruttata subito dai bianchi che con Marcus Smith finalizzano un buon multifase con assist finale di Max Malins sull’out di sinistra, favorito anche da un pessimo posizionamento difensivo di Mori. Sembra l’inizio di un massacro, ma gli inglesi vengono ben ingabbiati dalla nostra difesa e non riescono a prendere il sopravvento in mischia chiusa. Ci sarebbe anche una buona occasione a seguito di un delizioso calcetto a scavalcare di Garbisi con palla che arriva al largo per Mori che prova a riscattarsi puntando la bandierina, ma è troppo isolato. Al 19’ gli inglesi in qualche modo vanno di nuovo a segno con una classica azione di sfondamento ad opera di Jamie George che conclude una serie di pick&go. Sullo 0-14 la partita si imbruttisce di brutto: si sbaglia allegramente da una parte e dall’altra, ma la costante rimane l’incapacità degli azzurri di organizzare una seppur minima azione offensiva, mentre in difesa siamo pronti ed attenti a neutralizzare le loro manovre, che di loro non sono niente di che. Al 32’ arriva una loro meta con Itoje, ma il TMO rileva una precedente irregolarità durante la formazione della maul ed è un nulla di fatto. Sembra che si possa andare al riposo con un passivo tutto sommato minimo, ma in chiusura, come al solito, ci facciamo male da soli. Tutto parte da un marchiano errore di Varney che, come a Parigi, la passa agli altri; la palla arriva a Freddie Stewart che scava una voragine nei nostri 22 e fa proseguire per Smith che lancia Jamie George schierato all’ala che abbatte Ioane e schiaccia oltre la linea e si va al riposo sullo 0-21.

Nella ripresa assisteremo ad una delle mezze partite più deprimenti della storia recente del 6N: praticamente tutto il “succo” sta nei primi minuti in cui gli albioni appena entrati forzano i tempi e in quattro e quattr’otto fanno quel che gli serve per le spese di viaggio, cioè la meta del bonus. Accade, dopo un primo tentativo andato a vuoto, al 44’ quando da una mischia nei nostri 22 subiamo una umiliante meta al largo in prima fase con Elliot Daly che si domanda dove sia e a fare cosa il suo dirimpettaio Federico Mori. Sullo 0-26 con bonus fatto gli inglesi smettono praticamente di giocare e ci lasciano fare nei loro 22 senza che noi si riesca né a prendere l’unica decisione saggia, vale a dire mettere in mezzo ai pali almeno uno dei centomila falli che i pasticcioni vestiti di bianco ci concedono graziosamente e schiodarci dall’umiliante 0, né ad imbastire uno straccio di idea offensiva decente che non sia, quando possibile, sperare che l’australiano Ioane si inventi qualcosa per i cavolacci suoi. Le maul non partono mai, i multifase si concludono sempre con un in avanti o un turnover. Niente, in attacco siamo meno dello 0 che c’è sul tabellone dall’inizio alla fine di questa triste partita. Questo nonsense si trascina fino al 73’ quando loro fanno l’unica azione offensiva dopo la quarta meta: partono dai loro 22, risalgono il campo come gli pare e fanno gestire a Smith una palla che viene ben giocata sull’entrante in tromba Malins che sfonda e premia il sostegno di piè veloce Kyle Sinckler a rimorchio sotto i pali. 0-33, che schifo di punteggio ragazzi! E meno male che non diventa 40, perché a tempo scaduto a momenti becchiamo la solita meta finale, solo che loro pasticciano e finisce lì.

Adesso arriva benefica una settimana di pausa prima di andare a Dublino ad incontrare un’Irlanda che deve massacrarci per sperare di restare in corsa: pensate un pò che prospettiva. Oggi la squadra non ha dimostrato proprio nulla di nulla: se qualcosina di buono si era visto a Parigi, ebbene oggi, come spesso accade, è arrivata la più classica delle controprestazioni con un punteggio che solo la mediocrità dell’Inghilterra più scombiccherata dall’era Lancaster non ha reso più pesante. Se la difesa ha funzionato discretamente e la mischia chiusa non ha sofferto più di tanto, la touche, specie quando i bianchi hanno deciso di disturbarla, è stata una vera catastrofe. Ma soprattutto ciò di cui non si ha ancora minima traccia è l’esistenza di una qualsivoglia idea di struttura di gioco offensivo. Kieran Crowley ha deciso di concentrarsi sulla costruzione di una difesa efficiente, ed era necessario, ma qualcuno dovrebbe cominciare a fargli presente che da che sport è sport per vincere bisognerebbe anche provare a segnare dei punti. Ammesso e non concesso che nei programmi del nostro coach ci sia anche, prima o poi, l’idea di vincerla qualche partita. Non era certo questa l’occasione, ma è ovvio che se non si comincia mai si dovrà sempre dire che “si comincia la prossima volta”, un pò come in quei negozi nei quali sono appesi simpatici cartelli che avvertono che si fa credito solo da domani. Nemmeno i nostri avversari di giornata, peraltro, possono rallegrarsi troppo di una prestazione che oltre ai 5 punti (e vorrei anche vedere…) ha dato loro ben poche rassicurazioni rispetto alla scialba prestazione offerta in Scozia la scorsa settimana, con manovre d’attacco spesso pasticciate, gestione dell’ovale approssimativa soprattutto quando hanno cercato di alzare il ritmo e scelte non sempre efficaci. Anche sul piano dei singoli, a parte un Marcus Smith inventivo senza esagerare, qualche bella volata di Freddie Stewart e la solita ruvida concretezza di Curry, immaginiamo che EJ non dovrà distribuire troppi complimenti nel suo spogliatoio. Fra gli azzurri, lodata la prova di un Federico Ruzza che era sempre il primo ad arrivare in sostegno nelle ruck e spesso anche propositivo palla in mano e segnalato con piacere l’impatto del rientrante Cherif Traorè (molto buono in chiusa: Sinckler se lo ricorderà bene) è forse meglio stendere un velo pietoso sulle prestazioni degli altri. Una settimana di pausa per lavorare e riflettere non sarà sufficiente, ma almeno speriamo venga ben impiegata.

I TABELLINI

Roma – Stadio Olimpico

Domenica 13 febbraio 2022

Guinness Six Nations – Seconda Giornata

 Italia v Inghilterra 0-33 (0-21)

Marcatori: PT   9’ m. Smith, t, Smith (0-7); 19’ m. George, t. Smith (0-14); 40’ m. George, t. Smith (0-21);

ST 44’ m. Daly, nt (0-26); 73’ m. Sinckler, t. Smith (0-33)

Italia: Padovani; Mori (54’ Marin), Brex, Zanon, Ioane; Garbisi, Varney (65’ Fusco); Halafihi (38’ Negri – HIA; 54’ Pettinelli), Lamaro (C), Steyn; Ruzza (73’ Zambonin), Cannone; Ceccarelli (41’ Pasquali), Lucchesi (52’ Faiva), Fischetti (46’ Traorè)

A disposizione: Faiva, Traorè, Pasquali, Zambonin, Pettinelli, Negri, Fusco, Marin

 Head Coach: Kieran Crowley

 Inghilterra: Steward; Malins, Marchant (73’ Ford), Slade, Nowell (16’ Daly – HIA); Smith, Randall (54’ Youngs); Dombrandt, Curry (C) (64’ Chessum), Itoje; Isiekwe (54’ Simmonds), Ewels; Stuart (41’ Sinckler), George (56’ Cowan-Dickie), Genge (64’ Marler).

A disposizione: Cowan-Dickie, Marler, Sinckler, Chessum, Simmonds, Youngs, Ford, Daly

Head Coach: Eddie Jones


Arbitro
Murphy (RA)

Assistenti: Brace (IRFU), Brousset (FFR)

TMO: Macneice (WRU)


Cartellini: 
nessuno

Calciatori: Smith 4/5;

Note: Pomeriggio terso, terreno di gioco in ottime condizioni, capienza stadio ridotta al 50% per le normative anti-Covid, spettatori 29.015. Debutti  internazionali per il seconda linea Azzurro Andrea Zambonin e per il flanker inglese Ollie Chessum. 

Player of the Match: Marcus Smith (ENG)

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jpr