Così la prova dell’Italia A vista dai nostri amici del forum rugby.it
Questa volta, cari amici, vi va decisamente bene: invece di leggervi il mio solito pippone come accade sempre per la Nazionale, sia la A che la maggiore, stavolta avrete il piacere di leggere le impressioni di due amici del nostro forum, il venetasso Forrest Gump e il calabro all’estero stmod che vi delizieranno con i loro commenti. Like come se piovesse: non fatevi trarre in inganno dalla firma del loffio jpr, qui c’è gente che sa scrivere una volta tanto.
Forrest Gump scrive per voi
Al Pleb, in una cornice di pubblico degna della messa prima a Montebotolino (ab.: 2), va in scena il match tra Italia A e l’Uruguay, ovvero la celeste (con la s, la seleste), ovvero i Teros, ovvero le pavoncelle del… Cile!
E forse, con colpevole ritardo, arrivavano proprio dal Cile le pavoncelle che dormono sulla prima touche italica, lasciando il Cannoncino libero di intrufolarsi tra gli avversari e schiacciare la prima meta dopo 5 minuti.
Meta che sa molto di rapina, ma che anticipa già il tema della partita, che vedrà l’Italia A due gradini sopra gli avversari. La superiorità si esplicita in primis nei breakdown, dove gli azzurri sono sempre tempestivi anche se non disciplinatissimi: i placcatori sono pigri nel rotolare via e solo nel primo tempo concediamo 8 falli, uno dei quali messo tra i pali da Etcheverry.
I punti sudamericani hanno comunque il sapore dell’episodio, e infatti la difesa italiana non lascia spiragli, anche perchè Etcheverry è tanto lontano dalla linea del vantaggio quanto io lo sono dalla pensione. Difficile, da lì in fondo, impensierire gli avversari.
Nemmeno i set pieces aiutano i Teros, che se in rimessa laterale riescono ancora a trovare qualche soddisfazione, in mischia subiscono nettamente soprattutto dalla parte di Etchevarria, che sta al suo dirimpettaio Alongi più o meno come il peluche di mia nipote sta ad un Maine Coon.
Per contro, non è che l’Italia sia tutto questo spettacolo con la palla in mano. Il possesso è piuttosto sterile fino a quando Marin non rischia un cross kick. Il calcio è pressochè perfetto, Bruno, smarcato e solo come il faro di Kiipsaare, esegue una raccolta da manuale e la fatica più grossa è convergere verso i pali per lasciare a Marin una trasformazione il più semplice possibile.
Probabilmente i Teros accusano il colpo, perchè la difesa si fa meno attenta, meno precisa, e Tavuyara trova un pertugio in cui infilare i suoi km/h e i suoi kg prima di scaricare su Trulla, che schiaccia in bello stile. Purtroppo, l’ala trevigiana pesta la linea prima di servire il compagno, e la meta viene giustamente invalidata. In realtà, poco male: l’azione viene replicata pochi minuti dopo e stavolta Tuvayara trova la segnatura personale. Marin, da posizione molto angolata, non trasforma.
Finisce così il primo tempo, e quando inizia il secondo il telecronista (a proposito: molto più preparato questo dei luogocomunisti che ci rifila la Rai…) deve ancora finire di elencare le sostituzioni che Neculai, subentrato ad Alongi, rompe un placcaggio e scarica su Izekor, il quale rompe a sua volta un placcaggio, si carica il 9 avversario sulle spalle a mo’ di zainetto e solo quando l’estremo arriva in aiuto decide di servire Menoncello che manda in meta – in realtà un po’ acrobaticamente – Casilio.
Potrebbe essere il colpo del KO, ma non è così perchè l’Italia A rallenta abbastanza vistosamente.
I motivi sono Casilio, un po’ impreciso nel passaggio, e probabilmente un po’ di stanchezza degli avanti, che non riescono più a essere vincenti nei breakdown come lo erano nel primo tempo. A dimostrazione – e parziale rimedio – di ciò Izekor, che, tenuto all’ala per tutto il primo tempo, si schiera ora in posizione più canonica per un 6 e partecipa a quasi ogni ruck.
La mischia è ancora una bella fonte di palloni, perchè cambiano i piloni – Neculai per Alongi e Perillo per Etchevarria – ma non cambia la musica. Purtroppo in touche va un po’ peggio, e proprio da lì nascono due maul che l’Italia non sa difendere e permettono a Schiacciadas di pujare due volte in meta.
Non si può parlare di partita riaperta con 11 punti di gap, ma certi spettri di blackout italici e garra uruguagia cominciano ad agitarsi. Per fortuna la squadra è allenata da quel genio tattico che risponde al nome di Alessandro Troncon…me lo vedo, nella sua cameretta, di notte, con la lampada da tavolo accesa sulla scrivania, a grattarsi la pelata mentre riempie quaderni su quaderni per elaborare lo schema che permetterà all’Italia di uscire da quest’impasse: palla a quello grosso e corsa dritto per dritto.
Dite quello che volete, ma se quello grosso si chiama Braam Steyn, è facile che funzioni.
A questi livelli il sudafricano è come una volpe in un pollaio, e infatti, in un paio di cariche, ristabilisce gli equilibri, ricaccia indietro i Teros e ridà alla partita l’inerzia giusta (per noi), quella che permette a Trulla di contrattaccare, scaricare su Tavuyara che si porta letteralmente a spasso Vinals e fissa Amaya prima di reinnescare Casilio e Trulla che, correndo in senso inverso allo scivolamento della difesa avversaria, hanno buon gioco nel marcare e fissare il punteggio finale sul 31 – 13.
Alla fine, vittoria convincente di una squadra che tanto convincente non è, e che può trovare attenuanti solo nella giovane età. La coppia Drago – Menoncello, a mio avviso, non vale il livello dei compagni, così come Cannoncino, che deve disciplinarsi di più e meglio. Marin, a parte il servizio su Bruno, un po’ opaco, male Casilio e Violi, soprattutto considerati gli ottimi punti d’incontro giocati dagli avanti italiani.
Sull’altro piatto della bilancia, oltre a Steyn, in questa nazionale solo per motivi contingenti, bene Zambonin e Tavuyara, e bene anche le prime linee in generale, con una menzione speciale per Alongi, mio personale MoM anche se ha giocato solo 40 minuti.
Ora aspettiamo i romeni, coi quali non credo basterà una mischia superiore per portare a casa la partita. Confidiamo nel genio tattico…
stmod l’ha vista così
10 Appunti sparsi di un tifoso non troppo competente.
1) I soldi spesi per l’ItaliaA sono ben spesi. Invece di speculazioni varie ed eventuali, le persone si testano in match seri e le conclusioni si traggano su basi piu’ o meno oggettive.
2) La mia sensazione e’ stata che l’Italia A fosse in controllo della partita. Un po’ come New Zealand o Argentina con L’Italia maggiore. Non credo che la partita sia mai sta in discussione.
3) Proprio perche’ la sensazione avuta era di relativa tranquillita’, mi sarebbe piaciuto vedere un gioco migliore. Alla fine le cose migliori sono venute da iniziative dei singoli.
4) Il piano di gioco mi sembrava abbastanza semplice con un uso oculato dei calci. Secondo me e’ stato messo in pratica senza infamia ne’ lode. Ad un certo numero di errori, anche sanguinosi, da italiani non possiamo certo rinunciare.
5) La difesa da maul e’ un problema a tutti i livelli. Oggi due mete come con New Zeland per la maggiore (una la meta subita con l’Argentina). Al contrario non ricordo da quanto non ne segnamo una noi da maul.
6) Penso che giocatori come Trulla e Tavuiara, ma anche Izekor e forse Bruno spicchino a questo livello per le loro capcita’ atletiche, ma rischiano di fare fatica al piano di sopra dove oltre al fisico ci vuole la tecnica (Trulla gia’ provato, gli altri ancora no, e spero di sbagliarmi).
7) Il punto 6 non vuol dire che i titolari in nazionale siano molto meglio (specie nei tre quarti se si escludono Ioane e Minozzi), ma Crowley non sta lasciando a casa fenomeni.
8) Senza negare il punto 6, mi sono piaciuti Marin, Fusco, Izekor e Tavuyara. Non mi e’ mai particolarmente piaciuto Steyn. Ha potenza e fondamentali, ma difetta in visione di gioco (i.e. va troppo dritto per dritto e spesso si isola). Oggi me lo ha confermato. E’ un ottimo 6, piu’ che un 8.
9) L’Italia maggiore deve dare una paga seria a questo Uruguay.
10) Senza dimenticare il punto 9, penso che l’Italia maggiore possa sperimentare con l’Uruguay. Non necessariamente in termini di uomini, quanto di piano di gioco.
IL TABELLINO UFFICIALE
Padova, Stadio Plebiscito
Domenica 14 novembre, ore 14.30
No-cap match
Italia “A” v Uruguay
Marcatori: PT 4’ m. Cannone, nt (5-0); 8’ cp Etchevarry (5-3); 25’ m. Bruno, t. Marin (12-3); 31’ m. Tavuyara, t. Marin (19-3). ST 41’ m. Casilio, nt (24-3); 57’ m. Pujadas, nt (24-8); 67’ m. Pujadas, nt (24-13): 75’ m. Trulla, t Rizzi (31-13);
Italia “A”: Trulla; Bruno, Menoncello, Drago (66’ Lucchin), Tavuyara; Marin (64’ Rizzi), Violi (41’ Casilio); Steyn (c), Cannone L. (74’ Meggiato), Izekor; Zambonin (54’ Krumov), Lazzaroni; Alongi (41’ Neculai), Nicotera (54’ Zani), Traorè (54’ Buonfiglio – 78’ Traorè). All. Troncon
Uruguay: Amaya (66’ Tafernaberry); Vinals, Arcos-Perez, Alonso (43’ Silva), Freitas (c); Etcheverry, Inciarte; Diana (56’ Deus), Civetta (48’ Dosantos)), Lamanna; Aliaga, Garese; Peculo (43’ Arbelo), Gattas (52’ Pujadas), Echeverria (43’ Perillo). All. Meneses
Arbitro: Adamson (SCO)
Calciatori: Marin 2/4; Etcheverry 1/3; Rizzi 1/1
Note: Giornata grigia, terreno in buone condizioni, spettatori 600 circa.