In meta Bigi all’inizio, poi dilagano Hogg, Van der Merwe e compagni. Giallo per Mori, Negri e Ioane; debutto per Favretto
Per l’Italia i placcaggi sono ciò che la kryptonite era per Nembo Kid; anche a Murrayfield, ancora una volta, il gesto base della fase difensiva è parso il più vistoso punto debole degli azzurri, ma è difficile imputare solamente ai placcaggi mancati o a quelli poco efficaci il perché del 52-10 finale, dopo un inizio che aveva fatto baluginare, perfino negli ormai scettici cuori dei tifosi azzurri, un nonsoché di speranza.
Il reparto arretrato scozzese, mattatore della partita, dispone di uomini come Hogg e Van der Merwe, fisici da scaldabagni a osso pieno e gambe da centrometristi, capaci quasi sempre di rompere o schivare il primo placcaggio. Per non parlare di Maitland e degli altri loro compagni di reparto. L’Italia, con Polledri in “riparazione” e Minozzi in pausa di riflessione, ha solo Varney e Ioane capaci di superare, di quando in quando, la linea del vantaggio.
Eppure a Edimburgo la partita era iniziata bene per la squadra di Smith: al 5’ placcaggio alto di Fagerson su Ruzza, ottimo calcio in touche di Garbisi in profondità sulla sinistra, touche lanciata da Bigi, parte la maul ed è lo stesso Bigi a staccarsi dalla poppa della maul e a tuffarsi in meta all’angolino sinistro. E’ la prima meta azzurra per il tallonatore emiliano, al suo trentasettesimo cap. Garbisi traforma dalla linea laterale ed è 0-7!
La Scozia però risponde subito, in maniera un po’ disordinata ma efficace. All’11’ meta di Cherry, quasi una fotocopia della nostra: touche, l’italia non salta, la maul scottish riesce a disassare la nostra e il tallonatore va in meta, 5-7
Passano solo altri tre minuti e gli scozzesi passano in vantaggio, con apparente facilità, grazie a un’azione al largo sulla sinistra che trova gli azzurri in ritardo e porta Van der Merwe a saltare in velocità prima Bellini e poi Padovani, 12-7.
Al 16’ ottimo break di Varney, l’azione si spegne in un passaggio in avanti tra Ruzza e Fischetti a due metri dalla meta ma in regime di vantaggio, l’Italia si prende la punizione e Garbisi non sbaglia: 12-10 dopo il primo quinto di partita.
I guai maggiori iniziano dopo il 20’: Mori si busca un giallo per placcaccio non chiuso su Johnson e la Scozia ne approfitta subito. Al 21’ meta di Graham su buco trovato da Maitland, al 28’ –dopo un duro placcaggio dal timing perfetto di Ioane su Graham, che resta a terra boccheggiante- va in meta Huw Jones, a concludere una gran azione in campo aperto di Van de Merwe e Hogg.
Quando rientra Mori, alla mezz’ora, il punteggio è già 24-10.
Al 33’ Smith fa entrare Zilocchi per Riccioni, un cambio probabilmente previsto già a inizio partita.
All’intervallo le statistiche dicono 667 percorsi dai carries scozzesi, 200 da quelli italiani.
La ripresa azzurra si apre con una bella iniziativa di Varney supportato da Bigi, ma l’opportunità svanisce con un knock on dopo la touche.
Da quel momento gli azzurri svaniscono ancor più dal campo, nonostante la voglia di lottare non manchi. Prima arriva la seconda meta personale di Cherry, ancora in maul (31-10); poi al 52’ un giallo a Negri per un intercetto-knock on con gli scozzesi sulla linea di meta italiana; subito dopo ecco la meta del mdm Steele, che con una veronica si libera del placcaggio di Varney (38-10).
Entrano Canna e Zanon, al posto di Garbisi e Mori
Al 60’ Gauzere tira di nuovo fuori il porta-cartellini: giallo a Ioane che rischia perfino il rosso placcando, sollevando, ribaltando e lasciando cadere a terra Hogg, con il quale si scambia un abbraccio di scuse e di amicizia mentre esce dal campo. Smith, lassù da solo in cabina staff, affonda il volto nelle mani.
Entra anche Mbanda, con il caschetto slacciato come un aviatore della seconda guerra mondiale, esce Ruzza
Al 62’ è Lamaro a rischiare un giallo o un rosso per intervento di spalla su un giocatore legato in raggruppamento, ma il tmo e Gauzere optano infine per una semplice punizione.
Settima meta scozzese al 65’: la segna il centro Johnson, che sulla linea di meta si libera di forza del placcaggio di Fischetti e Bigi.
70’: escono Bigi e Varney, entrano Lucchesi e Violi
Al 71’ meta coast to coast degli scozzesi, che rubano palla in raggruppamento e lanciano un contropiede fluido e perfetto finalizzato da Van der Merwe, per il 52-10.
Al 76’ entra Favretto e il suo debutto (in quanto tale, non perché il ragazzo abbia avuto modo di fare vedere grandi cose) è una delle poche note positive di giornata, insieme alla meta di Bigi, alla sapienza tattica spesso mostrata da Varney, a un paio di lampi di Ioane, a qualche salvataggio di Ruzza e Brex.
All’80’ l’ultima azione degli azzurri, in profondità, svanisce in una touche persa. Finisce 52-10 a Murrayfield il Sei Nazioni azzurro.
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SCOZIA
15 Sean Maitland; 14. Darcy Graham, 13. Huw Jones, 12. Sam Johnson, 11. Duhan van der Merwe; 10. Stuart Hogg, 9. Scott Steele; 8. Matt Fagerson, 7. Hamish Watson, 6. Jamie Ritchie; 5. Grant Gilchrist, 4. Sam Skinner; 3. Zander Fagerson, 2. David Cherry, 1. Rory Sutherland. A disposizione: 16 George Turner, 17. Jamie Bhatti, 18. Simon Berghan; 19. Alex Craig, 20. Nick Haining, 21. Ali Price, 22. Jaco van der Walt, 23. Chris Harris.
ITALIA
15 Edoardo PADOVANI; 14 Mattia BELLINI, 13 Juan Ignacio BREX, 12 Federico MORI, 11 Montanna IOANE; 10 Paolo GARBISI, 9 Stephen VARNEY; 8 Michele LAMARO, 7 Johan MEYER, 6 Sebastian NEGRI; 5 Federico RUZZA, 4 Niccolò CANNONE; 3 Marco RICCIONI, 2 Luca BIGI, 1 Danilo FISCHETTI. A disposizione: 16 Gianmarco LUCCHESI, 17 Andrea LOVOTTI, 18 Giosuè ZILOCCHI, 19 Riccardo FAVRETTO, 20 Maxime MBANDA’, 21 Marcello VIOLI, 22 Carlo CANNA, 23 Marco ZANON
Foto: ©INPHO/Ryan Byrne