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Teros, Sables & Co.: le altre possibili avversarie degli azzurri nella RWC’23

Scritto da Rugby.it

Durante il sorteggio mondiale, ospitato al Palais Brongniart di Parigi con qualche lungaggine cerimoniale (“ho capito perché il sorteggio è stato organizzato con così tanto anticipo –ha scritto un commentatore-: perché durerà almeno un paio di anni”), le prime biglie a terminare nella pool A, la pool dove sarebbero poi finiti gli azzurri, sono state quelle della Francia, di Americas 1 e di Africa 1. A loro si sono poi aggiunte appunto l’Italia e, con un “oooooh” di brivido e eccitazione, la Nuova Zelanda.
Chi sono queste Americas 1 e Africa 1? Le due nazioni identificate da tali codici saranno determinate rispettivamente dalle qualificazioni panamericane 2021/22 e dalla Coppa d’Africa 2022.

AMERICAS 1. La struttura delle qualificazioni panamericane è cambiata improvvisamente e improvvidamente pochi mesi fa, dopo quella che il rugby sudamericano ha curiosamente definito una propria “vittoria politica”: è stato cancellato il “Sei Nazioni Americano”, che sembrava la migliore delle idee di Pichot, per dare spazio a una qualificazione a gradini, con Sud e Nord del continente inizialmente distinti e poi uniti nei play-off.
Nel nord, a quanto si è capito, giocheranno solo Usa e Canada, in un doppio duello per definire “America Nord 1” e “America Nord 2”. Nel sud è in programma una fase iniziale costituita da un torneo a quattro squadre (Cile, Brasile, Paraguay, Colombia), che sarà ospitato da Santiago in giugno/luglio 2021; a seguire, sempre nell’estate 2021, un altro quadrangolare, stavolta a Montevideo, con Uruguay, Argentina e le migliori due della fase uno. La migliore di questo secondo torneo (esclusa la già qualificata Argentina) passerà ai play-off come “America Sud 1”, la seconda come “America Sud 2”. Nei play-off, America Nord 1 sfiderà America Sud 1 con partite di andata e ritorno: la vincente conquisterà un posto ai Mondiali nel girone dell’Italia, mentre la perdente avrà ancora una chance secondo un percorso un po’ arzigogolato.

AFRICA 1. “Africa 1” sarà la vincitrice della Coppa d’Africa 2022. Non conosciamo ancora la struttura della competizione africana 2022 né, a dir la verità, quella del 2021. Sicuramente però tutte le nazioni del continente membre di World Rugby potranno prendervi parte; e cioè, in ordine di ranking: Namibia, Kenya, Zimbabwe, Tunisia, Uganda, Costa d’Avorio, Marocco, Madagascar, Senegal, Zambia, Nigeria, Botswana, Ghana, Mauritius, Rwanda, Swaziland, Camerun, Burkina Faso. Forse potranno aspirare alla qualificazione anche i “membri in prova”, e cioè Algeria, Burundi, Mali, Tanzania e Togo.

Tra tutte queste squadre americane e africane, l’Italia nella storia della Coppa del Mondo ha affrontato solo USA (2-0 l’esito dei confronti), Canada (3-0) e Namibia (1-0).

Qualche identikit…
Namibia: i weltwitschias (il nickname deriva da una strana pianta del deserto dall’aspetto quasi alieno) saranno anche stavolta i favoriti per la qualificazione africana. Nel 2019, in Giappone, gli azzurri li batterono 47-22 ma i namibiani ebbero la soddisfazione di segnare tre mete e di arrivare vicino alla marcatura altre volte.
Kenya: il Kenya, capace di vincere un torneo del circuito mondiale 7s, non si è mai qualificato per la Coppa del Mondo XV. Pur cresciuta di livello, la nazionale kenyana sembra ancora soffrire molto, negli sconti diretti, la maggior solidità e miglior tecnica del pack namibiano.
Zimbabwe: i “Sables” (“grandi antilopi”) sembrano più qualificati del Kenya a insidiare la leadership della Namibia. Con un mix di “bianchi” forti in mischia e di “neri” molto veloci nel reparto arretrato, lo Zimbabwe aspira alla propria terza qualificazione mondiale, dopo quelle ormai lontane del 1987 e 1991 (sei partite e sei sconfitte, ma con la Romania persero di un solo punto). “Ci qualificheremo senza dubbio –ha detto il loro allenatore in un discorso agli sponsor- Cosa poi faremo in Coppa del Mondo dipende da voi, cioè se vorrete sostenerci con qualche milione o solo con un set di berretti”.
Costa d’Avorio: la nazionale eburnea si è qualificata per la World Cup una volta, nel 1995; quell’edizione fu segnata dal dramma proprio del giocatore ivoriano Max Brito, rimasto paralizzato. Ora le nazionali 7s maschile e femminile della Costa d’Avorio sono allenate dal fratello di Max, Fabrice Brito. Improbabile che gli ivoriani possano vincere la Coppa d’Africa.
Madagascar: i “Makis” sono una delle nazionali più amate al mondo, per il rugby istintivo, divertente e garibaldino che li anima. La vittoria nella Coppa d’Africa 2012 sulla Namibia, 57-55 ai supplementari, è mitica, ma sarà ben difficile ripetere nel 2022 quell’impresa.
Algeria: non si sa ancora se l’Algeria, membro in prova di World Rugby, potrà prendere parte alle qualificazioni mondiali. Secondo le regole di World Rugby, no; secondo le dichiarazioni di Laporte, vicepresidente di World Rugby, sì. Formata da giocatori pro e semi-pro cresciuti in Francia, la nazionale algerina ha già dimostrato di essere almeno al livello di Tunisia e Marocco (40° posizione del ranking mondiale circa) e potrebbe creare grattacapi alla Namibia.

USA: sono favoriti nel doppio spareggio con il Canada e forse sono leggermente favoriti anche negli eventuali play-off contro la migliore sudamericana. Insomma, al momento la principale candidata ad occupare il posto di “Americas 1” nel girone dell’Italia sono proprio gli yankee.
Uruguay: nella RWC ’19 il risultato più soprendente fu scritto dai Teros uruguaiani, capaci di sconfiggere le Fiji. Il recente ko nella coppa sudamericana contro il Cile dimostra però che per l’Uruguay la presenza costante nel top mondiale è obiettivo ancora distante. Nonostante ciò i teros rimangono favoriti per la fase di qualificazione sudamericana.
Canada: i canadesi sono in flessione da almeno due anni e questo li ha fatti precipitare alla 23° posizione del ranking mondiale. Nell’ultima RWC gli azzurri li sconfissero 48-7, sette mete a una. Covid e scarsità di competizioni (il Sei Nazioni americano, come detto, è saltato) renderanno loro difficile cambiare rotta.
Brasile: la nazionale verdeoro ha avuto una crescita eccellente negli ultimi anni ma conta ancora una base di giocatori ridotta e farà fatica a compiere l’ultimo balzo necessario per raggiungere il livello dell’Uruguay. Nella rosa anche due italiani con radici brasiliane: Dell’Acqua e Massari.
Cile: nell’ultima Coppa Sudamericana il Cile è arrivato secondo alle spalle dell’Argentina. Più del Brasile, sono i “Condor” cileni a sembrare in grado di insidiare la leadership dell’Uruguay.
Paraguay e Colombia: anche la Colombia, come il Brasile, ha avuto una forte crescita in termini di risultati negli ultimi anni, ma al pari del Paraguay non sembra ancora pronta ad ambire alla qualificazione mondiale.

Tra marzo e maggio 2021 le qualificazioni sudamericane avranno un interessante prologo con la seconda edizione della Lega Sudamericana (la prima si interruppe dopo poche partite a causa della pandemia): in campo in un torneo simil-Celtic League saranno Ceibos (Argentina), Penarol (Uruguay), Selknam (Cile), Olimpia (Paraguay), Corinthians (Brasile) e Cafeteros (Colombia). I club nordamericani giocheranno invece nella Major League USA tra marzo e luglio.

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