A Firenze un’ottima Italia cede nel finale ad un avversario più esperto e concreto: 17-28
Un’Italia che per rubare il titolo ad una vecchia canzone di Lucio Dalla potremmo chiamare Futura, piena di ragazzini dell’era a cavallo fra i due millenni (finalmente!) e quasi tutta italo-italiana (ri-finalmente!) gioca una partita coraggiosa e a tratti autorevole contro un avversario sicuramente più esperto e vagamente scozzese (pieno zeppo di scoto-qualcos’altro), che però alla fine prevale. Ma sono convinto che se questa partita venisse rigiocata fra due anni a schieramenti invariati la vinceremmo noi! Dopo questo incipit un po’ sborone è d’uopo ragionarci su con un po’ di calma…
E’ stata molto bella l’Italia per i primi 40’ giocati con grande applicazione, buona solidità difensiva, superiorità netta nelle fasi statiche e, udite udite, tutt’altro che remissiva nel breakdown, consueto nostro punto debole sul quale l’avversario di giornata ci ha spesso bastonato in passato. E invece oggi c’è stata poca trippa per i gattoni Watson, Richie & co. contro la truppa capitanata da “Fischio” Fischetti che ha spesso fatto la voce grossa sui punti d’incontro trascinandosi dietro soprattutto Cannone, Lazzaroni e Negri a menare avversari avvezzi alla lotta infuocata della conquista. Anche nella ripresa una buona Italia fino al 60’, quando il superiore mestiere degli avversari è venuto fuori ed ha prevalso contro una squadra che però è caduta in piedi.
La cronaca
In un Franchi “talismano azzurro”, ma desolatamente vuoto e tristemente riempito da effetti-pubblico finti (ma anche basta, per favore!) gli azzurri partono subito in maniera gagliarda mettendo alla frusta avversari che probabilmente sorpresi dal trovarsi di fronte un avversario vero, reagiscono con falli e disordine, disordine e falli davanti al gioco serio e consistente della truppa di Franco Smith. Al 7’ Paolino Garbisi può già capitalizzare per il 3-0 un fallo commesso dai nostri avversari sul punto d’incontro ed è poi lo stesso mediano azzurro, poco dopo, a salvare con una miracolosa prodezza difensiva una meta quasi fatta dai nostri avversari su un passaggio malaccorto di Zanon. Ma dalla situazione difficile usciamo poi grazie ad una grandissima mischia azzurra e ad una touche altrettanto efficace: le fasi statiche, insomma, ci fanno muovere fino agli antipodi del campo dove costringiamo lo smarrito pack di Townsend all’ennesimo fallo in touche che Garbisi punisce nuovamente per il 6-0 del 19’. Gli scozzesi si scuotono, però, vincendo il loro primo punto d’incontro che capitan Hogg utilizza per entrare nei nostri 22 e ci mettono alla frusta e al fallo, finchè il nostro castello capitola al 25’ quando, dopo una serie paziente di pick&go l’equiparato sudafricano Duhan Van der Merwe (una montagna di muscoli che viaggia come una palla di mortaio) entra con un angolo favoloso e sorpassa sul 6-7. Qui di solito, quando stiamo giocando bene e becchiamo meta, dicevo di solito ci sfaldiamo. Stavolta no e, anzi, alla sberla presa anziché porgere l’altra guancia porgiamo una sberla a nostra volta. L’azione è splendida (sembra neanche l’Italia): bellissima combinazione Garbisi-Zanon col centro trevigiano che si invola, serve Marcellino Violi che fa una vera magia facendosi assorbire in veronica e servendo con un passaggio a coefficiente di difficoltà altissima l’accorrente Bellini che si tira addosso l’ultimo difensore per lanciare il furetto Matteo Minozzi verso la sua amata bandierina. Tutto da spellarsi le mani, 11-7 e ciao pepp. Siamo davanti con pieno merito e potremmo allungare con una strepitosa giocata al piede di Garbisi che costringe Hogg ad un salvataggio disperato, ma purtroppo sulla successiva touche commettiamo un’ingenuità sulla quale si chiude la prima frazione.
Nell’intervallo non credo ai miei occhi e anziché un caffè mi dovrei bere una camomilla perché questa Italia mi sta davvero esaltando: da molti anni non vedevo gli azzurri giocare in maniera così convincente!
Alla ripartenza gli azzurri sono ancora presentissimi e vanno subito a segno ancora con Garbisi che al 42’ allunga sul 14-7 punendo un fallo scozzese in touche. I nostri avversari cominciano ad avere paura e capiscono che è ora di mettere a frutto la loro maggiore esperienza; per noi le cose cominciano a farsi difficili. Prima subiamo una meta di Weir, viziata però da un forward-pass ben intuito dal fischietto inglese Luke Pearce e confermato dal TMO. Poi, però, al 50’, subiamo una meta tragicomica e confusa con Zander Fagerson che sfrutta un surreale momento di stallo ai nostri 5 mt per buttarsi giù panza e palla oltre la linea fatale: pareggio sul 14-14. E’ una bella sberla anche per il modo stupido in cui la meta viene subita, ma i ragazzi tengono botta e continuano a giocare tosti e concreti portandosi ancora avanti con una splendida combinazione Trulla-Mori che frutta una mischia ai 5; sulla successiva azione d’attacco altro fallo scozzese che Paolino Garbisi al 60’ trasforma nel 17-14 dalla piazzola. Nell’ultimo quarto di gioco, quello dove più spesso si decide il risultato, viene però fuori la maggiore esperienza dei nostri avversari che si portano avanti al 68’ con una meta di Scott Cummings molto simile alla prima di Van der Merwe: serie di avanzamenti con pick&go ed entrata con angolo ciclonico di un ¾ lanciato: una di quelle cose che noi ancora non sappiamo fare…17-21. E la partita, purtroppo va…va fino alla maul che permette a George Turner di siglare un 17-28 che vuol dire addirittura bonus per gli pseudo-scoti e una punizione eccessiva per i nostri.
Dopo il lockdown di primavera gli azzurri di Franco Smith hanno giocato 3 partite: la prima quasi indecorosa, la seconda coraggiosa, la terza gagliarda. Certo sono 3 sconfitte, ma noto una discreta progressione. A questa squadra, verrebbe da dire, manca “solo” il risultato: hai detto niente! Ma oggi per la prima volta dopo tantissimo tempo abbiamo visto due cose: giocatori giovani, motivati e spavaldi e, udite udite: un gioco! Basi solide nelle fasi statiche, un breakdown finalmente all’altezza (e contro dei maestri della specialità!) e buone manovre in attacco a cui manca sempre un fattore: il fattore velocità. Troppo spesso, infatti, i nostri carrier pesanti e le nostre frecce ricevono palla da fermi o comunque poco lanciati, il che ne limita notevolmente il potenziale; infatti nell’unica azione in cui siamo riusciti a far gioco a decalage veloce abbiamo marcato una splendida meta: Franco lo sa sicuramente e ci lavorerà. Passando ai singoli su tutti viene in mente Fischetti, autore di una partita gladiatoria e, particolare non indifferente, disciplinarmente inappuntabile, ben seguito da una coppia di seconde linee in crescita come Cannone e Lazzaroni. Mi è piaciuta la mediana Violi-Garbisi che mostra di avere pienamente in mano la squadra. E poi oggi si è visto cosa significa disporre di un fantastico finisher come Teo Minozzi, perché è inutile avere un’arma efficace se non si ha un proiettile da sparare. Menzione speciale per un esordiente e per un veterano, i due antipodi della squadra. Jacopo Trulla, 20 anni vicentino, all’attivo mezzo campionato nel domestic con il Rugby Calvisano che gioca tranquillo e senza mezzo errore. Leonardo Ghiraldini, patavino classe 1984 che dopo un anno e mezzo rientra in campo per il suo 105esimo cap e fa la sua figura. Il futuro ed il presente. Buon lavoro a Franco Smith: finalmente l’Italia ha un allenatore che si occupa di fare l’allenatore e basta. E si vede.
Il Tabellino
Firenze, Stadio “Artemio Franchi” – sabato 14 novembre
Autumn Nations Cup, I giornata
Italia v Scozia 17-28
Marcatori: p.t. 6’ cp. Garbisi (3-0); 18’ cp. Garbisi (6-0); 23’ m. Van Der Merwe tr. Weir (6-7); 26’ m. Minozzi (11-7); s.t. 2’ cp. Garbisi (14-7); 9’ m. Fagerson tr. Weir (14-14); 20’ cp. Garbisi (17-14); 27’ m. Cummings tr. Weir (17-21); 37’ m. Turner tr. Weir (17-28)
Italia: Minozzi (25’-37’ st. Allan); Trulla, Zanon (14’ st. Mori), Canna, Bellini; Garbisi, Violi (14’ st. Varney); Polledri (27’ st. Mbandà), Steyn, Negri (8’ st. Meyer); Cannone, Lazzaroni; Zilocchi (14’ st. Ceccarelli), Bigi (cap, 6’ st. Ghiraldini), Fischetti (17’ st. Ferrari)
all. Smith
Scozia: Hogg (cap); Graham (25’ st. Kinghorn), Harris, Johnson (28’ st. Lang), Van der Merwe; Weir, Price (31’ st. Hidalgo-Clyne); Thomson, Watson, Ritchie (12’ pt. Haining, 20’ st. Skinner); Gray, Cummings; Fagerson (25’ st. Nel), McInally (20’ st. Turner), Sutherland (15’ pt. Kebble)
all. Townsend
arb. Pearce (Inghilterra)
Calciatori: Garbisi (Italia) 4/5; Weir (Scozia) 4/4
Cartellini: –
Cattolica Player of the Match: Van Der Merwe (Scozia)
Note: pomeriggio fresco, terreno in buone condizioni. Esordio in Nazionale per Jacopo Trulla e Stephen Varney. Rientro in campo dopo quasi due anni di assenza per infortuno per Leonardo Ghiraldini.