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The Good & The Bad

Scritto da Rugby.it

Quando l’amore se ne va… La canzone di Mannarino può essere usata per rappresentare al meglio non solo le difficili situazioni sentimentali ma anche i rapporti umani, come quella attuale tra Fir e Edo Padovani che non è potuto scendere in campo qualche giorno fa con Tolone in assenza di nulla osta federale… L’amore se ne va, speriamo per il bene di tutti che torni, ché l’Edo è ormai colonna dell’azzurro color.

The Good

Finalmente un po’ di aria in terra Zebre. Sono nate le Zebre 2.0, stesso nome ma proprietà totalmente federale. I vecchi hanno rinunciato a partecipare alla lega celtica, non si sa bene come e se a “qualche prezzo” (i comunicati sono molto stringati), i nuovi, con a capo Andrea Delledonne, sono in pista e devono agire iper rapidamente per completare una rosa attualmente molto striminzita (35-36 giocatori). Alla guida l’irishman Bradley, esperto di team di sviluppo, che potrebbe essere l’uomo giusto al posto giusto (cioè quello incasinato italico). E’ stato anche annunciato un arrivo, Sisi, inglese che prometteva molto bene nell’under 20 ma che negli ultimi tempi non ha giocato tantissimo. Beh meglio gente che ha vera voglia di rilanciarsi (e non costa tantissimo) che tanti stranieri di finto primo livello bollitoni o con poca voglia. E passiamo così subito al…

The Bad

Kurt Baker. Pare che il neozelandese si sia accasato a Glasgow, anche se teoricamente in contratto biennale con le Zebre (ma quelle vecchie che, probabilmente, non esisteranno più…). Nessuno si aspettava che uno straniero di medio piano (non di primo piano sicuramente) restasse ad aspettare cosa capitava a Parma e Baker ha tuttissime le ragioni, come Padovani, di lasciarsi alle spalle problemi di pagamenti, instabilità, pessimi risultati per cercare il meglio per la sua carriera.

Però diciamo che il buon Kurt non è stato uno di quegli stranieri di cui ti ricordi. Non esageriamo, non diciamo un Dingo, ma nemmeno un onestissimo e valente Krause. Baker non ha nemmeno giocato poco, 520 minuti nonostante un infortunio, una meta, ma mai ha dato l’impressione di poter fare danni enormi. Magari farà come Ferreira, oggetto misterioso alle Zebre e ora titolare in finale di Super Rugby, glielo auguriamo, di certo speriamo di avere sempre più Krause in futuro…

Dai, un family day anche da noi!

No, non parliamo di famiglie di fatto e non di fatto, parliamo di una bella iniziativa di Ulster rugby che ha programmato un giorno di divertimento con giocatori, staff e famiglie di tifosi. In più con finalità di beneficienza. Un bel modo per divertirsi, passare tempo insieme, creare comunità intorno al club.

Perché non fare qualcosa di simile anche alle nostre latitudini?

Quando giochi nel rugby amatoriale (parte due)

Un po’ di tempo fa avevamo già messo un video simile ma la saga, in prevalenza dai campi francesi, del meglio di quanto avviene nel rugby amatoriale è continuata. In particolare potete vedere cosa accade a non avere dei pali delle porte molto resistenti (ma anche un tristissimo sganassone a un arbitro)…

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