Nazionali

The Good & The bad

bram steyn
Scritto da Rugby.it

In vacanza? L’ovale non è mai in vacanza, finito un emisfero ricomincia quell’altro, finiti i test match riparte il Quattro Nazioni, finiti i campionati continuano le qualificazioni mondiali… Per noi però un po’ l’anno è finito, sono state tre sconfitte ma qualcosa di buon c’è stato…

The Good

The italian scrum. Oh là, che bello vedere una prima linea così dominante e prestante, con i ragazzi che mettono sotto mica proprio due scartini ma due linee di piloni&tallonatori dell’Australia, costringendoli ai falli ripetuti, ai cartellini gialli. La partita contro gli Aussie di Lovotti, Bigi, Ferrari, Gega ci ha ricordato le prestazioni maiuscole dei vari Lo Cicero, Ghiraldini, Perugini… I bei tempi in cui, almeno in chiusa, avevamo le nostre certezze e contro il nostro pacchetto di mischia tutti tornavano indietro con i cerotti. Certo poi macinare punizioni in chiusa deve portare a concretezza da parte dei tuoi compagni.

The Bad

Braam Steyn. Il Bad è superchiamato, due cavolaggini (chi legge questa rubrica sa cosa significa il neologismo) in tre partite è bottino che porta dritto per dritto, almeno, a prendersi il Bad della settimana di rugby.it.

Un placcaggio a ribaltare completamente inutile, un calcio alla palla in ruck per ostacolare il mediano completamente inutile, la somma fa due cartellini gialli completamente inutili e un danno al quadrato per la tua squadra. Non sappiamo se tutto questo sia generato dalla voglia di fare che diventa strafare, da una tenuta di testa non adeguata, dalla frenesia e dalla frustrazione che diventano autolesionismo. Sta di fatto che forse un po’ di respiro e riposo al buon Baram farebbero probabilmente bene lasciando ovviamente la porta aperta perché errori li facciamo tutti e, come dice il poeta, “Vivere non è difficile, potendo poi rinascere”.

C’è off load e off load

Off load, riciclo in italiano: trattasi di gesto spettacolare ma anche molto complicato, sia come tecnica di esecuzione che come comprensione del momentum giusto in cui eseguirlo. Ci sono due esempi di off load “esagerati” che hanno portato a due situazioni differenti. Il primo è l’off load figiano (50 secondi del video qui sopra) che pur essendo fatto apparentemente alla sperandio (non il giocatore, quello che sta nei cieli) invece era diretto bene al compagno per aprire e poi portare alla meta.

Il secondo non ve lo mettiamo perché ci fa un po’ male ed è avvenuto durante Australia-Italia: abbiamo una buona ripartenza, un break di una ventina di metri preso bene, Esposito sta per essere placcato ed esagera un off load. Ha Tebaldi in sostegno ma con la linea di passaggio coperta. Allora sparacchia un off load senza destinatario, purtroppo buttato indietro alla sperandio (questa volta veramente e non apparentemente). La palla finisce agli australiani che ringraziano e corrono per metà campo per marcare.

Ecco, immaginiamo di essere al famoso 73esimo di quella partita, uomo in più, e invece che sotto di uno avanti di 6 con calcio a nostro favore e touche a metà campo? Cambiava qualcosa?

Le mete oltraggiose

Un bel video (anche se con brutta colonna sonora). Trattasi di mete insperate, che nascono magari da azioni che partono nella propria area di meta quando tutto sembra perduto. Quelle mete che tagliano le gambe agli avversari e spaccano le partite. Buon divertimento!

Foto: sito ufficiale Benetton.

Joseph k.

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