Dal 2004 anche nell’Africa centro-occidentale si disputa annualmente un torneo tra (più o meno) sei nazioni. Quest’anno ha vinto il Mali
Gli stadi sono a volte immensi ma il pubblico siede più volentieri a bordo campo su sedie di plastica come quelle dei nostri bar o dei nostri giardini; talvolta seggiole più belle, con l’imbottitura rossa come a teatro, sono riservate ad autorità ed ospiti d’onore. L’erba è un lusso dedicato al campo da gioco, mentre la tiepida e confortevole sabbia color mattone domina intorno e nei campi d’allenamento. Il “Sei Nazioni dell’Africa Occidentale” è un piccolo torneo dalla solida tradizione; ufficialmente si chiama Coppa d’Africa di seconda categoria (girone ovest), ma la presenza regolare della stessa mezza dozzina di nazioni lo fa accomunare al famoso Sei Nazioni europeo. Burkina Faso, Mali, Benin, Ghana, Togo e Niger si affrontano ogni inizio estate da tredici anni, con l’aggiunta sporadica di Ciad e Nigeria o di nazioni più lontane come Mauritania, Egitto e Senegal. Nel panorama del rugby è raro che una competizione internazionale di livello amatoriale, in zone così povere (nel Niger siccità e carestia sono sempre incombenti), riesca a perdurare; la costanza di questo piccolo torneo è mirabile e ne fa un prezioso focolare di passione rugbistica.
Grande, lento e inquinato, il fiume Niger è il filo che lega geograficamente le sei partecipanti: dopo essere nato sui monti guineani passa per Bamako e Tombuctou in Mali, si infila nella capitale del Niger, sfiora il Burkina, lambisce il Benin e poi sfocia attraverso la Nigeria nel grande golfo sul quale si affacciano Ghana, Benin e Togo.
La squadra più forte è quella del Niger, vincitrice di sette edizioni del torneo che dal 2012 si svolge alternativamente con il formato XV (anni dispari) e con quello 7s (anni pari). «Il rugby a sette è la disciplina nella quale gli africani si esprimono meglio, come dimostra il Kenya, per questo abbiamo deciso di alternare XV e 7s anche se ciò può andare a detrimento del formato classico; pensiamo che sia la scelta giusta per lo spettacolo e per il pubblico”, ha spiegato un alto dirigente della federazione togolese.
Nell’ultima edizione, disputata sabato proprio a Lomè, capitale del Togo, gli “zebù” del Niger hanno deluso, finendo solo quarti; a vincere, sconfiggendo in finale la nazionale di casa, sono stati gli “ippopotami” del Mali. Dodici a dodici alla fine dei quattordici minuti regolari, meta della vittoria maliana nei tempi supplementari. Prima del torneo, la competizione tra le scuole elementari di Lomè, a piedi nudi.
Nonostante il coraggioso radicamento di questo “Sei Nazioni” e lo sforzo di World Rugby e di Rugby Afrique nel diffondere il rugby tra i bambini africani, quella ovale rimane una palla poco nota alla popolazione di queste regioni. L’associazione dei giornalisti sportivi del Togo ha organizzato una lezione per spiegare ai propri iscritti rudimenti e terminologia. “Il rugby è ancora piuttosto sconosciuto nel mio paese –afferma il capitano ghanese Sani Alhassan– ma tutto lascia intendere che la sua popolarità possa esplodere nei prossimi anni, poiché offre ai giocatori una piattaforma ideale per costruire il carattere grazie al sistema di valori che lo sottende”.
Africa Cup div.2 ovest 2016, risultati
Pool
Niger-Togo 15-10
Mali-Benin 12-0
Togo-Burkina Faso 12-5
Ghana-Benin 19-0
Niger-Burkina Faso 14-0
Ghana-Mali 15-0
Semifinali
Mali-Niger 26-0
Togo-Ghana 22-19
Finali
(5° p.) Benin-Burkina Faso 22-5
(3° p.) Ghana-Niger 14-5
(1° p.) Mali-Togo 17-12 d.t.s.