Nazionali

Tristissima Italia: terribile disfatta allo Stade de France

Scritto da jpr

Un’Italia da depressione sbraca a rugby e perde a ping pong con la controfigura della Francia

Ci ho messo un quarto d’ora buono prima di cominciare a scrivere questo commento: dovevo calmare la mia delusione per evitare di scrivere cose troppo pesanti. Un quarto d’ora buttato via perché la delusione, terribile e senza spiragli, è ancora qui con me. Era la grande occasione per la nostra giovane squadra in crescita: venivamo da prestazioni in crescendo e giocavamo contro un’avversaria che schierava una formazione fatta si di ottimi giocatori, ma in larga parte esordienti e che non avevano mai giocato insieme: i galletti assommavano in campo più o meno gli stessi caps di Ghiraldini da solo…E invece niente: una partita buttata in latrina tirando lo sciacquone con una condotta tattica dissennata ed evidentemente improduttiva, impreziosita, si fa per dire, da una serie di errori gestuali individuali, difese avventurose ed un gioco offensivo che è durato un’azione in 80’. Qualcuno dovrà spiegare il motivo per cui si è scelto di non tenere un possesso che fosse uno scegliendo di calciare sempre in bocca agli avversari e permettendo loro di fare l’unica cosa in grado di esaltarli: essendo totalmente privi di gioco strutturato (lo si è visto ogni qual volta hanno dovuto fare gioco sequenziale o strutturare maul: tutte cose che fai se c’è amalgama di squadra) ricevere calcioni da lontano ha consentito loro di mettere in moto le gambe in sfuriate individuali che non necessitavano di gioco d’assieme. Noi invece, che per quanto povero un gioco strutturato potevamo avercelo, ci abbiamo rinunciato volontariamente: ma si può, dico io?

La cronaca:

Desolante il catino vuoto dello Stade de France che con il suo aspetto da cattedrale deserta sottolinea vieppiù la tristezza particolare del momento nel giorno in cui ospita la centesima direzione internazionale del migliore di tutti gli arbitri, il gallese Nigel Owens, che deve fischiare quasi subito un penaty contro di noi per un offside grazie al quale Matthieu Jalibert inaugura il tabellino al 3’ (3-0). Seguono 20’ soporiferi del ping pong di cui sopra con gli azzurri che rinunciano a giocare per ributtare di là palloni a casaccio: ai franzosi va benissimo così, perché non avendo un gioco, ma avendo ottimi piedi la battaglia tattica la vincono sempre loro. Ma al 26’ finalmente proviamo a giocare in attacco, trascinati da un ottimo Marco Zanon che sfonda la slabbrata e disorganizzata difesa francese e consegna il palcoscenico a Paolino Garbisi che irride la retroguardia avversaria con una gran finta e lancia Carlo Canna in meta per il sorpasso 3-5. In questa fase viene fuori tutta l’approssimazione improvvisata dei nostri avversari che si smarriscono in chiusa e in touche lasciandoci il pallino del gioco. Un pallino che, però, proviamo raramente a usare, preferendo l’improduttivo ping pong: e sì che l’azione della meta ci aveva ben fatto vedere cosa avremmo dovuto fare. Invece niente. Con piede sghembissimo Garbisi regala ai francesi un fuori diretto e sulla touche susseguente un delizioso grubber di Dulin obbliga Trulla a portarla in meta per annullare. Sulla successiva mischia ai 5 i francesi, carenti di qualsivoglia struttura di gioco, la fanno semplice: Serin la tira fuori e la passa all’accorrente Jonathan Danty che carica come un caterpillar e si mangia Garbisi e Trulla come due supplì schiacciando sulla linea: 10-5 al 36’ e primo tempo che finisce.

Durante l’intervallo comincio a farmi l’idea che andrà male, molto male. Mia moglie, come sempre più perspicace di me, sentenzia: “Vabbeh, andata anche questa, prendo l’autocertificazione e porto fuori il cane”. Avrei dovuto accompagnarla. Se lo avessi fatto mi sarei risparmiato la visione del desolante secondo tempo…

…che pure sembra partire bene con una bella cacciata a terra dell’equiparato sudafricano Meyer. Ma le cose buone del nostro secondo tempo finiscono lì, perché continuiamo a non usare la palla se non per buttarla di là a casaccio. Così al 52’, dopo minuti di nulla totale da ambo le parti, c’è questa mischia per loro nella nostra metà campo. Loro, privi di struttura nella fase di gioco più strutturata che c’è, pasticciano e la palla esce con un passaggio avventuroso sul quale prova ad avventarsi Jacopo Trulla: purtroppo lo fa con una mano sola ed il TMO deve consigliare ad Owens di sanzionare l’ala azzurra per un deliberate knock-on con conseguente giallo. Sulla successiva touche reagiamo benissimo conquistando un penalty, ma quando tocca a noi lanciare accade il patatrac: Pesenti smanaccia, Gabin Villiere raccoglie, mette il turbo alle zampette e ciao ciao sotto i pali senza che nessun azzurro possa manco provare ad avvicinarlo per mezzo campo: 17-5 al 54’ e partita che scivola definitivamente via. L’Italia, che fino a quel momento c’era e non c’era sparisce del tutto e non tanto la Francia, bensì i singoli giocatori francesi (perché ricordiamoci: in campo per i bleus stasera blancs c’erano 15 giocatori, non una squadra) fanno quel che meglio gli aggrada. Teddy Thomas lancia sé stesso e Violi lo stende senza palla, con Owens che fortunatamente lo grazia ed evita un secondo giallo; penalty, touche e maul talmente raffazzonata che la conclude Baptiste Serin, il mediano di mischia (24-5 al 60’). Ma il calvario continua solo 2’ dopo con Teddy Thomas che stavolta viene lanciato da uno scatenato Brice Dulin e sprinta in bandiera per il 29-5. Da qui in poi casino da entrambe le parti e falli azzurri ad imbruttire la partita con sigillo finale a tempo scaduto di Sekou Macalou che conclude un’azione confusa sotto i pali e sigla l’umiliante, desolante, sconsolante (abbiamo finito i gerundi) 36-5 finale.

Sarà difficile dimenticare una serata triste come questa: doveva essere la grande occasione ed è stata la peggiore delle delusioni. E si che di delusioni ce ne hanno regalate gli azzurri in questi anni. Contro una Francia che, confermo, non è esistita come squadra siamo stati letteralmente ridicolizzati. Una Francia alla quale per seppellirci sotto 5 mete a 1 sono bastate alcune iniziative individuali di giocatori esordienti e chiamati solo perché i prepotenti club del TOP14 hanno messo al muro la FFR costringendo Fabién Galthiè a rinunciare praticamente a tutti i suoi titolari. La differenza fra noi e le squadre tier 1 con le quali ci confrontiamo abitualmente appare stasera talmente grande da chiederci a cosa sono serviti 20 anni di 6 Nazioni e Test Match con le migliori del mondo (quelli “saputi” dicono sempre che giocando con i migliori si impara molto!), quasi un decennio di rugby di club professionistico, risorse ingentissime ricevute ed investite per trovarci a perdere 36-5 contro una squadra come la Francia di stasera, parente stretta delle squadre B che i coqs ci mandavano contro a Pasqua quando vincevamo la Coppa Fira. Ha fatto bene mia moglie ad uscire col cane: sabato prossimo giochiamo contro il Galles più derelitto degli ultimi 20 anni e, quasi quasi, stavolta il cane lo porto fuori io.

I TABELLINI:

Parigi, Stade de France – sabato 28 novembre
Autumn Nations Cup, III giornata
Francia v Italia 36-5

Marcatori: p.t. 3’ cp. Jalibert (3-0); 26’ m. Canna (3-5); 36’ m. Danty tr. Jalibert (10-5); s.t. 14’ m. VIlliere tr. Jalibert (17-5); 20’ m. Serin tr. Jalibert (24-5); 22’ m. Thomas (29-5); 41’ m. Macalou tr. Carbonel (36-5)
Francia: Dulin; Thomas, Barraque (29’ st. Moefana), Danty, Villiere; Jalibert (30’ st. Carbonel), Serin (cap, 30’ st. Coullioud); Jelonch, Macalou, Woki; Pesenti (34’ st. Rebbadj), Geraci (19’ st. Cazeaux); Aldegheri (12’ st. Atonio), Mauvaka (12’ st. Baubigny), Neti (12’ st. Kolingar)
all. Galthiè 
Italia: Minozzi; Trulla, Zanon (12’ st. Allan), Canna (2’ st. Mori), Sperandio; Garbisi, Violi (27’ st. Varney); Steyn, Meyer, Mbandà (21’ st. Lamaro); Cannone, Lazzaroni (35’ st. Stoian); Zilocchi (21’ st. Ceccarelli), Bigi (c, 12’ st. Ghiraldini), Fischetti (21’ st. Ferrari)
all. Smith
arb. Owens
Cartellini: 12’ st. giallo Trulla
Calciatori: Jalibert (Francia) 4/5; Garbisi (Italia) 0/1; Carbonel (Francia) 1/1
Note: esordio in Nazionale per Michele Lamaro (Azzurro 696) e Cristian Stoian (697). 
Player of the match: Dulin (Francia)

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