Rugby World Cup 2015

Nord e sud: l’emisfero perduto e perdente

Scritto da Rugby.it

Il nord consegna l’ovale al sud!

In realtà lo sapevamo da un pezzo che laggiù si giocava un altro rugby, più forte ed evoluto, ma leggerlo nero su bianco fa, comunque, un certo effetto.
Per la prima volta nella storia della RWC le semifinali si giocheranno unicamente fra squadre provenienti dall’emisfero sud: inizieranno sabato 24 gli All Blacks neozelandesi contro gli Springboks sudafricani, e termineranno il giorno dopo i Pumas argentini contro i Wallabies australiani. Europei zero. Eppure gli europei, segnatamente gli inglesi, questo sport lo hanno inventato ed insegnato a tutto il mondo.
Fra le spiegazioni più diffuse di questo mismatch c’è quella, sostenuta, ad esempio, dal francese Pascal Papè, secondo il quale qui al nord si gioca troppo. Dice la seconda linea dello Stade français al termine della disastrosa sconfitta contro gli AB’s: “Noi giochiamo un campionato complicato che ci obbliga a giocare 40 partite in un anno. Stasera abbiamo giocato contro una squadra che di partite in un anno ne gioca 20, che sta assieme per tanti tanti mesi e che vive quasi come un club“. Papè si riferisce alla situazione del rugby francese, ma lo stesso discorso potrebbe farsi per le altre nazioni europee, coinvolte in campionati impegnativi e coppe che sono una sorta di campionato aggiuntivo. Il tutto, ovviamente, in cambio di ingaggi più alti che derivano da maggiori diritti televisivi: più partite, più soldi. Il ragionamento ha una sua logica, ma ci sarebbe da chiedersi, allora, come mai gli argentini, che giocano quasi tutti in campionati europei e si incontrano solo per i test match ottengano i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Forse c’è anche, da parte delle squadre “meridionali” anche una mentalità diversa, un approccio diverso al gioco, più spensierato e “risky”, meno nevrotico e sparagnino. La discussione è aperta, l’accesso al podio, ormai, non più.

jpr

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