Il nostro coach ha diffuso i convocati per il 6 Nazioni. Squadra in continuità con i test match di novembre (speriamo in continuità con la vittoria Bokke piuttosto che con la sconfitta con Tonga…) e tanta voglia di lavorare insieme. Come si dice dalla parte dei laghi lombardi, speremm…
The good
Vola, Michelino vola: dopo infortuni, un po’ di sfortuna e tanto fieno nella A-League, l’ultimo turno di Champions ha regalato finalmente un’ottima prestazione del nostro Michele Campagnaro con Exeter. Premiato con il Man of the match, ha fatto 2 mete e mostrato un’ottima condizione: noi siamo qui a fregarci le mani di gioia anche se per ora il minutaggio del nostro, forse, miglior trequarti (almeno potenzialmente) resta esiguo (13 minuti quest’anno in campionato e poco più di 200 l’anno scorso) e sommessamente noi continuiamo ad essere tra quelli che sperano che gli italici tornino a giocare prima o poi in Italia (e del resto la Celtic a quello doveva servire).
The bad
Dogi. Dopo mesi di silenzio, all’atto del rinnovo di partecipazione al Pro12, dalle terre venete è tornato a sentirsi il suono della parola Dogi. Il progetto è cominciato qualche anno fa, poi accantonato, poi rispolverato: pare che Padova e Rovigo, storiche rivali, siano ora pronte a partecipare, addirittura facendo un passo indietro dall’Eccellenza (Padova). Rovigo parla di quote paritetiche, si legge di un presidente Zambelli pronto a mettere 500 mila euro.
Non vogliamo parere disfattisti: ma andare a costruire, in pochissimo tempo, una “franchigia” a più teste, con tante promesse e ad oggi molta poca sostanza, al posto dell’unico club rugbystico italico con storico padrone forte e buone strutture e solidità nel tempo (remember Aironi and now Zebre), ecco tutto questo ci pare un salto nel buio che non ci possiamo permettere. Assolutamente nulla contro i protagonisti e chi, credendoci, sta lavorando in questa direzione, solo ci pare opportuno dire, “Fioi, attenzione, non distruggiamo un giocattolo che funziona per qualcosa di cui non abbiamo alcuna idea di cosa potrà essere”.
La paura fa 40
Una stranezza dei punteggi dell’ultimo turno di coppa. Sia Treviso che Zebre hanno preso passivi di 40 punti, Treviso non ha nemmeno marcato. Forse questo, nonostante le speranze di noi inguaribili tifosi, è il divario medio tra il nostro rugby e quello delle altre nazioni “forti”. O forse no, contano altri aspetti, tecnici, psicologici, ambientali.
Un tempo sentimmo un intervista al pilone Totò Perugini che saggiamente diceva che per vincere (parlava di nazionale) noi dovevamo essere al top e gli altri un po’ sotto. Effettivamente vedendo i risultati degli ultimi tempi ci pare di capire che le nostre vittorie, purtroppo, debbano sempre essere iscritte nel registro degli “exploit”, dell’impresa del giorno. Un rugby azzurro che sistematicamente vince, o almeno sta in partita, ora onestamente non c’è e forse ancora per molto non ci sarà. Conor O’Shea quando dice che il suo obiettivo è darci la migliore Italia di sempre probabilmente ha in mente una squadra rognosa che lotta e che quei 40 punti “scontati” a turno non li prende più. Auguri uomo coraggioso arrivato dalle verdi terre del Nord, siamo al tuo fianco nella dura battaglia.
Passala dietro
Nella nostra pagina Facebook (come, non siete ancora iscritti?) vi abbiamo già mostrato una foto di questo progetto (Pass it back) che la Federazione rugbystica asiatica sta portando nelle zone meno ovali dell’enorme continente. Ora eccovi un piccolo video.
Con l’aiuto di alcuni giocatori australiani, ad esempio il capitano della nazionale Seven, si è fatto giocare un po’ molti bambini vietnamiti. Il risultato, come sempre quando di mezzo c’è uno strano oggetto ovale, è vedere gente felice che si diverte. Speriamo che questi progetti siano sempre più numerosi e partecipati.