Terminata la fase a gironi, le debolezze di questo torneo rimangono immutate
La fase preliminare della terza edizione della Qualifying Cup ha promosso alle semifinali una favorita (Krasny Yar) e una outsider (Mogliano) ma non ha diradato i dubbi e le lacune emerse nelle precedenti edizioni, dubbi e lacune che con ottimismo si cercava di considerare passeggeri. I problemi riguardano tre grandi aspetti generali: l’interesse del pubblico, il conseguente ritorno mediatico ed economico, una formula che stride con il sentire comune.
pubblico: sugli spalti di Heidelberg per la partita con Padova erano presenti solo cento spettatori (fonte tabellino del Petrarca) nonostante ci si potesse aspettare che questo fosse uno dei match clou della stagione del club tedesco, almeno quanto a prestigio. Anche a Rovigo, secondo il commento di un tifoso presente sabato scorso al Battaglini, solo un centinaio di appassionati popolava la tribuna, a onta del fatto che il Krasny Yar rappresenti probabilmente l’avversaria più forte che i rossoblù dovranno affrontare quest’anno, campionato compreso. Più alte ma non oceaniche le cifre di Mogliano (seicento spettatori) e Calvisano (settecento). Per la diretta streaming di Rovigo-Krasny erano mediamente collegati appena 400 computer; se ipotizziamo che metà fossero italiani significa che anche a Krasnoyarsk, città di un milione di abitanti e dove il rugby dovrebbe essere molto popolare, la partita è stata seguita solo da un plotoncino di appassionati. A parte lo scarso seguito diretto del pubblico, il torneo continua ad essere totalmente ignorato anche dalle tv (nessuna diretta televisiva in questa edizione) e stancamente snobbato dal sito EPCR, che gli dedica solo una paginetta semplice semplice come sottosezione della Challenge. Del previsto lancio mediatico con svelamento del nuovo nome del torneo ancora nessuna traccia. L’unica nota positiva di quest’anno è l’arrivo dell’italiana The Rugby Channel con le sue dirette streaming, ma anche sotto questo aspetto si potrebbero gestire (forse) meglio le cose: sabato scorso erano in programma tre dirette in contemporanea e il coraggioso esercito dei pochi appassionati davanti al pc (mediamente un migliaio) si è dovuto frammentare in tre, con la nebbia che ha imperversato nella pianura padana nelle ultime due settimane (foto in alto, Mogliano-Calvisano di nove giorni fa) a rendere ancor più eroici spettatori e web-spettatori
scarso ritorno: il presidente dell’El Salvador Valladolid, Juan Carlos Martin, si è lamentato per lo scarso ritorno tecnico, mediatico ed economico di questa competizione, impari rispetto ai sacrifici economici che l’evento comporta. “Questo torneo non ci serve per crescere come società e non dà riscontri economici e di immagine; se le cose non cambiano valuteremo bene se partecipare ancora“, ha detto più o meno.
formula non amata: problema secondario ma che sta sollevando molti mugugni è quello del particolare meccanismo del torneo, che fa incontrare a ogni squadra le squadre dell’altro girone e non quelle del proprio girone. Dal comunicato del Petrarca, il presidente Enrico Toffano: “vivo questa situazione con amarezza e imbarazzo perché la formula del torneo non ci ha premiato. Si fa un po’ di fatica a capire perché nonostante l’imbattibilità si venga eliminati, ma ne prendiamo atto e cerchiamo di guardare avanti”.