Non bastano un sontuoso McKinley e 4 mete ad un Benetton suicida
Qualcuno forse ricorderà una vecchia e gloriosa serie televisiva intitolata M.A.S.H., il cui tema conduttore era una splendida canzone dal titolo “Suicide is painless”. Questa bellissima canzone mi gira nelle orecchie mentre ripenso mentalmente ad una partita che la Benetton di Kieran Crowley ha tenuto saldamente nelle proprie mani per buona parte della sua durata, per poi buttarla via così, quasi senza sofferenza; un suicidio indolore a vedersi. In realtà il dolore è tantissimo al termine di una di quelle partite che è delittuoso buttare alle ortiche in questa maniera; una delle poche occasioni per i biancoverdi di vincere contro una delle squadre più scarse del Pro12 alla quale solo l’insipienza e l’indisciplina dei padroni di casa ha permesso di porre termine ad una striscia perdente di 3 match consecutivi.
Non si era comunque partiti benissimo in questa fresca serata di Monigo: il pallino era subito in mano ai Blues che lo muovevano a loro piacimento davanti ad un Benetton piuttosto sulle sue. Da una di queste manovre ad allargare il campo arriva al 6’ la meta della giovane ala gallese Rhun Williams che viola la linea fatale consentendo a Steve Shingler di portare avanti i suoi sullo 0-7. La sberla ha probabilmente l’effetto di svegliare i ragazzi di Crowley che, a questo punto, iniziano pure loro a giocare. E’ Jayden Hayward a dare il via ad un’azione che porta i biancoverdi a ridosso della linea di meta ospite e a varcarla grazie alla forza prepotente di Dean Budd che conclude oltre al 14’; la trasformazione di un ispiratissimo Ian McKinley segna il pareggio. L’apertura irlandese, in grandissima serata e ottimamente spalleggiata dal redivivo Tito Tebaldi (chi scrive non stravede per lui; quindi vuol dire che se l’è cavata davvero molto bene stasera) riesce per ben due volte a bucare la linea gallese nell’ambito della stessa azione lanciando Alberto Sgarbi in meta con la più facile delle corse ed incaricandosi di trasformare il 14-7 del 17’. Un uno-due micidiale nel giro di una manciata di minuti cui, però, gli ospiti reagiscono sfruttando soprattutto la disattenzione e l’indisciplina dei padroni di casa che consentono a Shingler (insolitamente preciso per i suoi standard) di riportare i suoi a -1 con due piazzati. Insomma il genietto McKinley crea, mentre l’indisciplina difensiva distrugge. Così ancora il formidabile 10, con la collaborazione di Hayward, stretcia la difesa gallese da destra a sinistra prima di trovare il pertugio magico che, al 33’, lancia l’impronunciabile scioglilingua Tagicakibau verso un’altra bella meta che vale il 21-13. Da stropicciarsi gli occhi! Vedere una squadra italiana esprimersi ad un simile livello qualitativo non è così solito. Molto più consueto vedere la trascuratezza con cui si permette a Shingler di segnare altri 3 punti al 36’.
Il primo tempo si chiude sul 21-16 con la bella sorpresa di un Benetton vivissimo che sta giocando probabilmente la sua miglior partita stagionale: sul campo la superiorità dei biancoverdi sembra piuttosto netta e l’unica preoccupazione è per l’indisciplina grazie alla quale gli ospiti, che sono esistiti praticamente per 10’, riescono a rimanere in partita.
La ripresa del gioco sembra confermare la buonissima impressione della prima frazione; è Marco Barbini ad inaugurare il secondo tempo con un ottimo break per Tito il cui assist non trova nessuno pronto a schiacciare oltre la linea. Ma Treviso è più che mai in palla, perché poco dopo, al 46’, il geniale McKinley sfrutta come meglio non si potrebbe l’ottimo lavoro del pack per trovare con un kick-pass da urli il lungagnone Braam Steyn schierato all’ala. L’ex baby-Bokke accetta il lussuoso invito e segna la meta che porta, con la conversione, Treviso sul 28-16 e, udite udite, addirittura al punto di bonus per mete segnate! Potrebbe essere il colpo del ko, ma, a questo punto, i Blues hanno un’efficace reazione grazie, soprattutto, a quello straordinario giocatore che è Sam Warburton. Il capitano dei Blues e dei dragoni al 51’ opera la percussione decisiva che, nei 22 trevigiani, libera il compagno di reparto Macauley Cook per la meta non trasformata che accorcia sotto break per il 28-21. Come se non bastasse l’ennesimo fallo (troppi!) di Treviso consente a Shingler di accorciare ulteriormente al 57’ e far sentire ai padroni di casa il fiato sul collo del 28-24. E’ questo il momento dei cambi, il normale pit-stop di ogni match. Ma tra i tanti cambi ce n’è uno che fa sobbalzare sulla sedia il vostro scrivano: fra gli altri Kieran Crowley decide di togliere dal campo anche il protagonista assoluto del match, Ian McKinley, la cui genialità ha letteralmente illuminato il gioco di Treviso. Senza il suo magico folletto al Benetton resta solo l’indisciplina: Shingler grazia una volta Treviso sbagliando l’ennesimo calcio, poi, però, gli ospiti arrivano comunque in zona d’attacco dove i biancoverdi falliscono malamente una touche. I gallesi ringraziano e al 64’ lanciano immediatamente Willis Halaholo verso la meta del tristissimo sorpasso: grazie alla trasformazione si va sul 28-31 e si capisce immediatamente che per Treviso, ormai stanca e privata dell’illuminata regia di McKinley, non c’è nulla da fare. A suggello della partita, infatti, arriva l’ennesimo piazzato di Shingler sull’ennesimo fallo che chiude il match sul 28-34 al 76’. Ennesima è anche la sconfitta di Treviso.
Un suicidio dolorosissimo, altro che “painless”; un suicidio iniziato commettendo molti falli, spesso ingenui, che hanno consentito ai Blues di restare attaccati alla partita in una fase in cui il gap scavato dai padroni di casa poteva diventare incolmabile. Un suicidio protratto con una serie davvero poco commendevole di placcaggi sbagliati che, a questo livello, non si possono assolutamente regalare. Un suicidio consumatosi nel finale grazie alla stanchezza che ha generato altra indisciplina ed alla scelta autolesionistica di privarsi dell’unico giocatore in grado di sparigliare il gioco ed inventare rugby. Alla fine si dovrebbe essere contenti: 2 punti, 4 mete segnate e tanto bel gioco (merce rara a Treviso quest’anno) sono tanta roba. Ma l’amarezza per l’occasione mancata, un’occasione difficilmente ripetibile contro uno dei pochi avversari veramente abbordabili (e apparso in serata abbastanza scialba) è decisamente più forte. Vorremmo qualcosina in più, Mr. Crowley! Partite così contro avversari siffatti si possono e si debbono vincere.
I Tabellini:
Venerdì 4/11/2016 – Stadio Monigo – 8° turno Guinness Pro12
Benetton Treviso – Cardiff Blues: 28-34
Benetton Treviso: 15 Jayden Hayward, 14 Michael Tagicakibau, 13 Tommaso Benvenuti, 12 Alberto Sgarbi, 11 Angelo Esposito, 10 Ian McKinley, 9 Tito Tebaldi, 8 Marco Barbini, 7 Abraham Steyn, 6 Marco Lazzaroni, 5 Dean Budd, 4 Filippo Gerosa, 3 Simone Ferrari, 2 Ornel Gega, 1 Nicola Quaglio
In panchina: 16 Ornel Gega, 17 Alberto De Marchi, 18 Cherif Traore, 19 Marco Fuser, 20 Francesco Minto, 21 Edoardo Gori, 22 Tommaso Allan, 23 Luke McLean
Cardiff Blues: 15 Matthew Morgan, 14 Blaine Scully, 13 Rey Lee-Lo, 12 Willis Halaholo, 11 Rhun Williams, 10 Steve Shingler, 9 Lloyd Williams, 8 Macauley Cook, 7 Ellis Jenkins, 6 Sam Warburton, 5 Jarrad Hoeata, 4 George Earle, 3 Scott Andrews, 2 Matthew Rees, 1 Rhys Gill
In panchina: 16 Kris Dacey, 17 Brad Thyer, 18 Dillon Lewis, 19 James Down, 20 Seb Davies, 21 Tomos Williams, 22 Jarrod Evans, 23 Dan Fish
Arbitro: Ian Davies
Marcatori: 6′ m. R.Williams tr. Shingler, 14′ m. Budd tr. Hayward, 17′ m. Sgarbi tr. McKinley, 22′ cp. Shingler, 27′ cp. Shingler, 33′ m. Tagicakibau tr. McKinley, 36’ cp Shingler, 46′ m. Steyn tr. McKinley, 51′ m. Cook, 57′ cp. Shingler, 64′ m. Halaholo tr. Shingler, 76′ cp. Shingler
jpr