I due capitani Creevy e Moore che conducono Pumas vs Wallabies
Domenica alle 17.00 lo stadio di Twickenham ospiterà la seconda semifinale di questa bellissima RWC. Si sfideranno agli ordini di Wayne Barnes, coadiuvato dai guardalinee Jaco Peyper e George Clancy, TMO Ben Skeen, due squadre, o meglio due mondi e due modi di intendere il rugby.
Da un lato la “garra”, la grinta e la passione dei Pumas argentini, e dall’altro la fantasia, la sfrontatezza gioiosa del “risky team” dei Wallabies australiani. Gli inni delle due nazioni, ed il modo di viverli delle due squadre, del resto, sono già una sorta di “manifesto programmatico” di questi due mondi. I Pumas vivono il loro lirico e tragico inno, il canto “Oid mortales”, con partecipazione, passione e sofferenza quasi fisica, mentre i Wallabies cantano il loro inno ottimista e solare “Advance Australia Fair” con lo spirito positivo e fiero dei giovani lanciati alla conquista del mondo. Le differenze nel gioco delle due squadre, in fondo, si possono intuire già da qui.
Le due squadre si sono già affrontate 24 volte, ed il bilancio parla nettamente a favore dell’Australia che ha vinto 18 volte, pareggiando 1 volta e perdendo 5. Ma, probabilmente, non ha mai affrontato un’Argentina come questa.
Gli argentini giocano con feroce determinazione, impeto ed un trasporto che, talora, rischia di tracimare nell’indisciplina, ma che, quando viene tenuto sotto controllo (anziché prendere il controllo) costituisce un’arma difficilissima da affrontare per chiunque.
Daniel Hourcade, in due anni di lavoro sembra esserci riuscito passando attraverso un lavoro di paziente ricucitura dei rapporti all’interno dello spogliatoio, culminato con la scelta del capitano Augustin Crevy, risultato un elemento unificante. Hourcade ha, poi, inserito gradualmente elementi importanti come Matias Moroni , Jeronimo de la Fuente , Lucas Paz Noguera , Julian Montoya , Guido Petti , Facundo Isa, obbedendo all’idea di avere più giocatori di diverse caratteristiche per ogni ruolo. Ma, soprattutto, ha cambiato la filosofia e la mentalità di gioco, trasferendo alla fase offensiva quell’aggressività che i Pumas mostravano quasi solo quando dovevano difendere. Dal punto di vista tattico, poi, Hourcade ha introdotto la novità della cabina di regia doppia, facendo giocare insieme i due genietti del rugby albiazul Nicolas Sanchez e Juan Martin “el mago” Hernandez, che sono diventati i veri motori del gioco offensivo.
Dal suo lato Michael Cheika ha a sua volta rivoluzionato innanzitutto le teste dei Wallabies, da troppo tempo squadra di talentuosi e immaturi individualisti capaci di dissipare il proprio talento. Ha recuperato giocatori importanti come Drew Mitchell, gestito “bombe ad orologeria” come Kurtley Beale e lanciato un giocatore che, forse, è la rivelazione assoluta di questa RWC, come l’apertura Bernard Foley, determinante in molte partite. Ma ancora più vincenti sono state altre due scelte, vale a dire la scelta di affidare la mischia chiusa ad un vero esperto come l’Argentino Mario Ledesma, e di costruire una batteria di terze linee che, pur rinunciando ad un pò di potenza e di metri guadagnati, ha costituito una vera minaccia al possesso avversario in ogni breakdown, imperniata su due grillitalpa come Michael Hooper e David Pocock. Forse l’unica delusione di questa squadra, al momento, è quella che era attesa come una delle stelle più brillanti del torneo, vale a dire Israel Folau, ma la squadra non sembra averne risentito. La squadra, comunque, si caratterizza per il suo approccio “risky”, per l’attitudine, cioè, a non aver paura di tentare cose difficili e avventurose, ma efficaci. E’ questa la sua principale forza.
Al momento non sono ancora note le formazioni che scenderanno in campo, ma di una cosa si può essere certi, cioè che sarà una grande semifinale.
jpr