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The Good & The bad

tito tebaldi
Scritto da Rugby.it

Baldi Tebaldi, sonnacchianti Leoni, gli stranieri con i mar… e un’ode a Rubazzi. Il G&B della settimana

tito tebaldi

Non vi siete accorti che Treviso ha fatto il record di vittorie nella lega romano-celto-afrikaans? Beh direte, ce stanno 2 squadre in più, facile. Non esattamente, il team di Crawley ha comunque raggiunto un ottimo risultato anche se…

The Bad

Volevamo dare il bad a Marcellino Violi per il sonno che ha generato la meta del dilagar m’è dolce dei verdi irlandesi di Leister. Ma è stata troppo assurda la partita di Treviso per non darle il nostro contro-premio. Maccome? Avete appena detto che hanno fatto un record di vittorie, gli avete fatto i complimenti e ora li mettete dietro la lavagna?

Ebbene sì: Treviso ha dominato il primo tempo contro dei Dragons vogliosi ma non certamente trascendentali e che schieravano una squadra con tantissimi ragazzini. I Leoni invece avevano un team decisamente più d’esperienza con un buon numero di nazionali.

Cos’è successo? Raggiunto il bonus nel primo tempo la squadra della marca ha spento l’interruttore. I placcaggi son diventati più flosci, si è innestato quel tremendo mood “ho paura di perdere” che spesso porta a perdere davvero partite già vinte. Si indietreggiava ad ogni folata gallese, si giocava insomma con un po’ di tremarella. E soprattutto si è riusciti in un’impresa svariate volte vista dalle nostre parti, sia lato Parma che lato veneto: buttare via le ottime cose fatte con pochi minuti di apnea. Addirittura si sono viste mezze risse tra Traorè e Faiva, ma soprattutto si sono visti quegli occhi a metà tra frustrazione e timore, frustrazione che genera errori pur nella chiara superiorità, e timore che ti fa arretrare anche mentalmente, oltre che praticamente sul terreno di gioco…

The Good

Tito Tebaldi: prima si procura una cambio di introduzione in una mischia decisiva e poi piazza il calcio della vittoria con una freddezza olimpica e una squadra che aveva un drammatico bisogno di un capitano coraggioso a trascinarla. Non un capitano ufficiale ma uno di quelli che tirasse un bel placcaggio decisivo e avanzante, uno di quelli (come ha fatto Faiva) che mostrasse gli attributi caricandosi sulle spalle i compagni in crisi mistica. Il nostro Titone ha mostrato che il carattere nella sua testa c’è e il premio del migliore della settimana non glielo toglie nessuno.

Baravalle, Bello, Sisi, Faiva

Certo ci sono stati i Tucker arrivati qui e scappati con mezza partita giocata. Ci sono stati tanti giocatori di scarso livello che hanno fatto chiedere a tutti noi come potevano essere stati tesserati. Ma ci sono state anche tantissime ottime scoperte di mercato, in particolare quest’anno, arrivate da giocatori che giungevano qui con poche credenziali ma tanta voglia di riscattarsi.

Il caso David Sisi è il più eclatante: un giocatore che si è dimostrato solidissimo e con prestazioni sempre di alto livello. Poi ci sono stati i Baravalle e i Bello: ragazzi che dimostrano come l’ardore e l’impegno possano anche far rendere quel 10-20% in più rispetto al talento naturale e che quindi sono di esempio per quei compagni che magari si dimenticano il loro valore e qualche volta corrono il rischio di cadere nel dis-impegno. Ci sono i Faiva, arrivati in emergenza e diventati idoli anche dei tifosi e non solo per i capelloni ma soprattutto per quel desiderio di spaccare il mondo che mettono in campo.

Non avendo budget astronomici la strada per il nostro futuro passa necessariamente dal puntare su stranieri che devono (e soprattutto vogliono) rilanciarsi.

Rubazzi

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Una caratteristica che ci ha sempre affascinato del rugby è il suo spirito ironico, il suo voler sdrammatizzare tutto, magari usando la goliardia o il registro del surreale. Ebbene sulla pagina Facebook di rugby.it un utente aveva definito “Rubazzi” il presidente federale, alludendo a favoritismi per la squadra di Calvisano.

In un’altra zona della Rete qualcuno ha definito rugby.it “testata calvino-gavazziana”. Onestamente noi ci siamo fatti un bel sorriso, soprattutto per essere stati definiti “testata”, che non avendo prime linee nel team redazionale non rende giustizia delle nostre persone.

Ma torniamo all’ironia. Ebbene due dei quattro volontari di questo sito si sono ritrovati ieri per una birra, che poi è lo scopo primario di chi ama questo sport, vivere bei momenti in amicizia. Al pub dove erano seduti c’era l’avvincente gioco “Cervelloni”, una sorta di quiz dove i due hanno raggiunto, da esordienti, partendo da 0 punti mentre gli altri team avevano già un buon bottino personale, la terza piazza grazie a risposte esatte sul comunismo russo e l’estetica di Heidegger e sulla radice dell’etimologia greca della parola ileo. Una notevole iniezione narcisistica, insomma. Poi sono drammaticamente caduti su domande-puzzle sui volti dei calciatori e sull’indovinare canzoni pop successive agli anni Settanta. Si sono fatti fregare da una risposta Patty Bravo accanto a quella corretta Patty Pravo.

Ma non è del risultato finale, per quanto assolutamente lusinghiero, che stiamo parlando. Parliamo di un’altra cosa: il team è stato chiamato Rubazzi, in onore surreale a uno di questi commenti. Ci siamo più divertiti per quella scematina che per la quasi bottiglia di vino vinta…

Manuele Grosso

Foto: Stefano Del Frate. Flikr. Sito web.

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