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The Good & the bad

spagna rugby
Scritto da Rugby.it

Sogno o son desto? Settimana dei record iniziata, settimana dei record propiziata? A Marsiglia prenderemo il sapone per andare diretti al whitewhash o…

The Good

Tanto tuonò che alla fine piovve. Le nostre due squadre di Pro14 hanno dato vita ad un turno di campionato spettacolare.

Zebre vittoriose a Connacht, Treviso vittoriosa a Newport. E qui sono iniziati i record: prima volta che entrambe le italiane vincono insieme all’estero, prima volta che un’italiana (Treviso) fa cinque vittorie di fila nel torneo, abbiamo già raggiungo e superato i punti totali dell’anno scorso e mancano ancora mesi. Addirittura il twitter ufficiale del torneo che ci fa i complimenti.

Per altro la cosa più bella è come abbiamo vinto: giocando molto bene sul lato parmigiano, giocando maluccio (Treviso) ma vincendo una di quelle maledette ugly-partite che in passato tantissime volte abbiamo perso sul filo di lana. Prendiamo e portiamo a casa, sapendo che la strada è ancora molto lunga ma gioendo di un inizio di luce che si intravede. La Scozia ha iniziato ad essere performante quando i suoi team lo erano, prima Edimburgo e poi Glasgow. Soddisfazioni in campionato significano, prima o poi, anche soddisfazioni in azzurro.

The Bad

E’ vero che il rugby è emozione ma qualche volta vorremmo finire una partita senza fibrillazioni, in pace, sdraiati sul divano con un Larranaga in bocca. Invece sembra che vogliamo abbonarci all’infarto tenendo altissima la suspense fino alla fine, ma soprattutto lasciando intravedere la possibilità che, all’ultimo, possiamo prenderla, tecnicamente parlando, in saccoccia.

A volte questa ci pare una “normale” stanchezza fisica: sul finire, dopo aver battagliato per stare in partita con gente tendenzialmente più forte, andiamo a calare. Ma a volte è una questione di testa: è accaduto che avanti di 10-15 punti siamo arrivati a dare agli altri la palla per vincere all’82esimo. Ecco, evitare svarioni difensivi sul finale dopo che si è giocato benissimo, gestire con intelligenza gli ultimi possessi: anche questo fa una squadra una grande Squadra.

Vamos España!

La Spagna batte la Romania e mette una grandissima opzione alla qualificazione per i mondiali. Un risultato che, se confermato dall’ultima partita, lascerà fuori dal mondiale una tra Canada, Romania e Samoa, e sarebbe già una notizia.

Gli iberici hanno messo in campo una bellissima partita, con tanta garra e un pubblico spettacolare a sostenerli (15 mila ufficiali, ma ce n’erano sicuramente di più, ci ha ricordato quelle partite del tempo che furono dove la gente si metteva un po’ ovunque pur di vedere lo spettacolo) e a fare una bellissima invasione di campo alla fine. Ecco, vi ricordate noi a Grenoble, con quella corsa degli italiani a festeggiare in campo al termine dell’incontro? Auguriamo agli amici spagnoli un futuro altrettanto bello (ecco, magari non al nostro posto nel Sei Nazioni…).

Le cose che sa chi ha giocato

Perché amiamo il rugby? Beh certo per quello che ci fa vedere: azioni, mete, placcaggi, tattica, terzi tempi, amicizia sugli spalti. Ma amiamo il rugby anche per quello che ci fa sentire. Questo video pubblicato dalla Federazione Spagnola lo fa un po’ capire: il discorso del capitano, il discorso del coach, la trance negli spogliatoi, i discorsi che ti caricano e commuovono e che solo “quelle” persone sanno fare nel modo giusto, mettendosi “un paese intero che sogna” sulle sue spalle e facendolo sentire agli altri.

La tensione prima dell’incontro con il giocatore con il rosario in mano che prega: maledettamente umano nel suo rincorrere un aiuto dall’alto. Le lacrime che non puoi trattenere all’inno, il suono metallico dei tacchetti, la fasciatura da fare per la centomillesima volta (uno di quei gesti rilassanti nella sua placida ciclicità), il nervosismo quando non sei in campo (perché sei infortunato, sostituito, perché sei un “ex”…) ma sei comunque in campo.

La liberazione alla fine, la festa. Ecco, molte di queste cose le sai “un po’ di più” se hai giocato anche nel peggior campo spelacchiato di periferia. Sono iniezioni spirituali di cui poi ringrazi per tutta la vita e che dovrebbero essere il primo motivo per cui una mamma o un babbo dovrebbero considerare questa disciplina per il loro pargolo.

Foto: Facebook Federazione Spagnola Rugby.

Manuele Grosso

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