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The good & The bad

italia rugby under 20
Scritto da Rugby.it

Il tour è cominciato com’è finito il Sei Nazioni, con una sconfitta e una squadra che appare non essere all’altezza, purtroppo, di avversari che un tempo battevamo con, relativa, per i nostri standard, frequenza. Ora ci aspettano le Fiji, dopo un lunghissimo trasferimento via Australia a Suva. Sarà un piccolo riscatto?

The Good

La nostra under 20 sta mettendo in campo un bel gioco, certo con qualche ingenuità ma mostrando che anche alle nostre latitudini possiamo schierare giocatori con ottime skills, che osano tenere viva l’azione, riciclare gli ovali, provare a marcare, esagerare persino, non tentando il piazzato per la meta e il bersaglio grosso. Ci sono in questa under buonissimi prospetti, ma soprattutto per la prima volta in tanti anni abbiamo visto un abbozzo di gioco piacevole e una squadra che ha messo in carniere molti meno punti di quanti avrebbe potuto. Non solo piazzati, non solo mischie ma un bel avanzamento alla mano, un 10 che ci prova, una linea di corsa tra i tre quarti che fa vedere ottimi schemi e buone doti e degli avanti molto solidi. Intanto siamo entro i primi 8 al mondo, ed è già un bel risultato.

The Bad

Se i ragazzi volano i compagni adulti latitano. Purtroppo ci sono alcuni giocatori che appaiono decisamente sotto la media degli avversari di turno, altri che cercano di galleggiare. E poi ci sono scelte un po’ così, tipo mettere l’esordiente Budd a gestire la touche e praticamente a fare da quasi unico ricevitore sui lanci. E, uscito lui, nebbia alta in Val Padana in un fondamentale che deve essere perfetto per una squadra che ha così poco possesso. C’è la scelta di mettere il giocatore più frizzante e fantasioso all’ala chiusa, limitandolo un po’. C’è una regia di mediana che sembra molto col fiato corto nelle decisioni, a volte accademica, a volte lenta, a volte semplicemente imprecisa e pasticciona. La Scozia che ci ha battuto, l’ha fatto non certo giocando da All Blacks. Ha mostrato un Russel in spolvero, un Visser al solito incisivo, una buona linea di terze corrosive. Ma niente di esaltante. Eppure ci ha dato 20 punti di scarto, che erano quasi 30 senza la meta nostra allo scadere.

Come rialzarsi? Con le Fiji, verrebbe da dire, giocate alla Mallet: non ridate loro palla, teniamo il possesso, usiamo tutte le opzioni da situazione statica, pigliamoci ogni fallo possibile e piazziamo il piazzabile, andiamo sicuri sul drive, cerchiamo di portare pressione massima sui calci tattici. Con la Scozia l’unica cosa che non è mancata è stata certamente il placcaggio e la voglia di lottare. E’ un inizio, non basta, dobbiamo forse riaggrapparci alle classiche sicurezze italiche (o farle ritornare tali): mischia e touche. Ripartiamo da qui e per il bel gioco ci sarà tempo.

Sono episodi, ma costano la partita

Su questo blog potete contare sul palmo della vostra mano le volte in cui si è parlato di “arbitro”. Abbiamo scelto di seguire l’aurea regola rugbystica che il ref non si discute mai.

Allora dire, excusatio non petita… L’arbitro di sabato Williams a parere di chi scrive è stato corretto in campo, non ha fatto errori eclatanti, o, per meglio dire, uno sì, il fallo fischiato su Lovotti al 38esimo che era un fallo da dare contro gli scozzesi. Ne sono seguite 2 mete, capita.

Ripetiamo: non discutiamo il risultato, figurarsi se l’arbitro c’entra, è stata tutta farina nostra. Quello cui vogliamo brevemente accennare è il discorso “percezione”: 4 falli in 4 minuti, una fiscalità notevole dovuta sì alla nostra indisciplina conclamata ma anche al fatto che gli arbitri “sanno” che siamo indisciplinati e con quell’occhio ci guardano.

Il vostro redattore pelato non sarà mai atteso da chi lo conosce con chiome fluenti fluo. Così, se ci presentiamo nel mondo ovale come i buzzurroni che più che difendersi e fare fallo non fanno, troveremo sempre questa giusta attenzione nei nostri confronti. Quindi si tratta di prima di tutto evitare occasioni banali di fallo (es. Budd che si tuffa in ruck o Sarto che cammina in fuorigioco talmente visibile che non si può non richiamarlo), giocare al limite tanto quanto fanno gli altri (es. gli irlandesi sono maestri di veli, trattenutine in ruck, gioco sporco) ma facendolo non contro l’arbitro ma seguendo il metro che dà. Se ti fischia 2 fuorigioco in 180 secondi, beh, insomma, sarà forse il caso di stare attenti a quella situazione in campo?

E famo festa

A noi i video dove si festeggia piacciono. Qui la festa è quella di Clermont dopo la vittoria del campionato francese e qui potete vedere l’accoglienza che hanno avuto da parte dei loro tifosi.

L’angolo del buonumore

Via Delinquenti prestati al mondo della palla ovale:

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