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Un oro, un bronzo e una proposta di matrimonio; le trionfali Olimpiadi delle oriunde italiane

Scritto da Rugby.it

Tonegato, Farella, Cerullo: nel torneo olimpico femminile l’assenza della nazionale azzurra non ha impedito di ascoltare cognomi dal suono familiare. Non solo quello di Maria Beatrice Benvenuti, bravissimo arbitro italiano arrivata a dirigere come giudice di linea la semifinale tra Nuova Zelanda e Gran Bretagna, ma anche quelli di alcune delle giocatrici straniere che si sono messe più in luce.

RIO DE JANEIRO, BRAZIL - AUGUST 06: Emma Tonegato of Australia is tackled by Solangie Delgado of Colombia during the Women's Pool A rugby match between Ausutralia and Colombia on Day 1 of the Rio 2016 Olympic Games at Deodoro Stadium on August 6, 2016 in Rio de Janeiro, Brazil. (Photo by David Rogers/Getty Images)

(Photo by David Rogers/Getty Images)

 Si chiamano Emma, Bianca e Isadora, bellissimi nomi da romanzo inglese dell’800. Emma Tonegato è una delle giovani star del rugby mondiale: appena 21 anni, è una macchina da mete e la sua marcatura a fil di linea contro le Black Ferns nella finale olimpica ha fatto arrabbiare la Nuova Zelanda. “L’arbitro ci ha derubato!” ha tuonato il sito della principale televisione neozelandese. Che la palla schiacciata in tuffo da Emma fosse al di qua o appena sopra la linea bianca dei pali non possiamo dirlo con esattezza, ma certo è che questa ragazza di un biondo luminoso ha meritato l’oro olimpico e farà ancora tanta strada. Per lei sette mete in sei partite ai Giochi, seconda miglior marcatrice dopo la felce nera Portia Woodman.
Anche la madre Ronda e i fratelli hanno seguito Emma a Rio: “in famiglia ci stiamo dando pizzicotti l’un l’altro per essere sicuri che tutto questo sia vero e che siamo davvero a Rio”, ha detto la madre prima della finale. A Wollongong (cittadina il cui nome cantilenante ricorda un po’ Giringiro Creek di Crocodile Dundee) “c’è un folle eccitamento, tutti i membri del mio club di golf vogliono avere un autografo dedicato di Emma e la tv locale ha realizzato uno splendido servizio su di lei”, assicura Ronda Tonegato.
Delle sue possibili origini italiane Emma non ha in realtà mai parlato, se non indirettamente affermando che l’Italia è la sua meta turistica preferita. I Tonegato sembrano essere partiti da Vicenza e dalla provincia vicentina, per emigrare negli Stati Uniti e nella regione australiana del New South Wales; un Giovanni e poi una Gloria Veronica Tonegato sono registrati a partire dal 1958 nel censimento del distretto di Cunningham del quale fa parte Wollongong, la città natale della medaglia d’oro olimpica Emma.
Bianca Farella, che a Rio ha affrontato l’Australia di Emma in semifinale perdendo nettamente, ha 24 anni ed è nativa di Montreal. I nonni paterni -spiega il Corriere Italiano, periodico degli italoamericani- sono originari di Sannicandro di Bari mentre quelli materni vengono da Avellino, il nonno, e dalle Marche, la nonna.
Al Corriere il padre Lorenzo, nato in Canada, ha detto: «sono fiero di quello che Bianca sta facendo e spero che tornerà a casa a Côte-Saint-Luc con una medaglia… Sarebbe fenomenale, lei e le sue compagne hanno lavorato e stanno lavorando talmente forte per questo obeittivo e una medaglia sarebbe una bella ricompensa per i loro sforzi. Ci sono possibilità di vincere una medaglia? Sì, anche perché in questo momento in base alle classifiche sono terze nel mondo. Lo sport è imprevedibile, basta un niente per cambiare l’andamento della partita che, nel caso del rugby a 7 ha una durata breve e se inizi male non hai molte possibilità di recuperare. Ma nella vita come nello sport ci vuole sempre anche un pizzico di fortuna… speriamo bene!».
Tutto è andato come da presagio e da speranza: il Canada ha vinto trionfalmente la medaglia di bronzo e Bianca è stata la miglior marcatrice della squadra con sei mete in sei partite, una delle quali decisiva nei quarti con la Francia e una nella finale per il terzo posto dominata (33-10) contro la Gran Bretagna.
Una bella intervista al Corriere Italiano dove Bianca spiega i propri primi passi nella palla ovale fu pubblicata tre anni fa, la linkiamo semplicemente: “Una passione chiamata rugby
Di probabili radici campane, fino a pochi giorni fa Isadora Cerullo era sconosciuta anche agli appassionati di rugby femminile. A farle guadagnare un posto sui quotidiani di ieri in tutto il mondo, spesso in home page, è stata la richiesta di matrimonio che la volontaria olimpica Marjorie Enya le ha fatto in mezzo al campo dopo la finale per il nono posto vittoriosamente conclusa dal Brasile contro il Giappone.
Appena ho saputo che era stata inserita nella squadra per le Olimpiadi ho pensato che avrei dovuto fare qualcosa di speciale –ha detto Marjorie- E’ l’amore della mia vita”.

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