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The good & the bad

Scritto da Rugby.it

La differenza tra violenza idiota e combattimento entro le regole. Una partita a oval-volley. E la meravigliosa scoperta dello streaming.

Ma che scherziamo? 20 mila biglietti in pochissimo tempo per gli Ab e ampi spazi vuoti (constatato su ticketone) per Bokke e Tonga? Ok che i costi dei biglietti sono cresciuti, che gli stadi di Firenze (per questa partita: no tribuna ospiti, presenza plexigass che impedisce corretta visuale, ripeto no tribuna ospiti) e Padova (per questa seconda partita no curve, ripeto no curve – esageratamente lontane dal campo – e arrivare prima, ripeto arrivare prima, rischio ingorgo) non sono il massimo ma le due città restano meravigliose e poi almeno con Tonga c’è speranza di portarla a casa.

Su, dai, che il vero tifoso si vede nel momento del bisogno.

The Good

L’Italia pare aver scoperto lo streaming. Da tanto tempo si sperava e sperava che potessimo creare un canale rugbystico, sul modello di quel SuperTennis che seppur molto avanti nel telecomando, un buon successo l’ha avuto. Un canale che mandasse, insomma, via web e tv, il nostro sport, magari partendo dall’Eccellenza, per salire ad alcune partite celtiche e anche la nazionale, quando non ha copertura di altro genere.

Treviso farà un esperimento insieme a Ms Network e manderà sulla Rete due amichevoli estive: un prodotto che comunque si preannuncia buono, con 7 camere per riprendere, regia professionale e cronaca del duo Gritti-Visentin. Ms Network  lavora da tempo nel mondo del rugby, vediamo se questo resterà un esperimento o una via che anche la Federazione potrà fare sua.

The bad

Ci giunge novella, tramite intervista della trasmissione Rugby Pad a Jim Hamilton, che il coach neozelandese Vern Cotter (tuttora a guida della nazionale scozzese) abbia avuto un modo, diciamo particolare, di preparare i suoi giocatori prima del mondiale. In un ritiro sui Pirenei francesi, con tanto di militari addestratori, pare che Vern abbia costretto i giocatori a uccidere a mani nude conigli per mangiare la sera.

Non sappiamo se la cosa sia vera, se sia stata esagerata. Ma poniamo che tutto fosse corrispondente alla realtà: al buon Vern daremmo il premio superciuk ad honorem. Una roba che non abbiamo nemmeno voglia di commentare se non per dire una cosa: quanto brutto deve essere stato per un giocatore, magari un ragazzo normale 20enne – e pare che molti non volessero fare questo intelligentissimo training – dover scegliere tra seguire il suo coach, che in parte dovrebbe essere anche un “maestro di vita”, e seguire il proprio cervello e la propria intelligenza; tra magari rischiare un posto, perché passi da “fighetta”, e stare attaccato al principio di banale realtà per cui una cosa stupida, è niente altro che una cosa stupida.

Seconda cosa: spesso si è detto, e noi lo crediamo, che questo non è uno sport violento, ma di combattimento entro le regole. Non è fatto per risse gratuite ma per esprimere forza e ardore in un contesto di rispetto. Rispetto, che è l’esatto opposto di idiozia: quella che in campo ti fa prendere punizioni e cartellini perché ti si chiude la vena (la stessa che devi chiudere per uccidere un coniglio a mani nude).

Terza cosa: spesso si è detto, e noi lo crediamo, che questo sport rafforza lo spirito, ti dà coraggio, ti insegna a non avere paura. Ma a noi pare un po’ da conigli uccidere a mani nude un coniglio. Non sappiamo se sui Pirenei si trovano cinghiali ma magari una lotta più paritetica poteva essere la caccia a mani nude al cinghiale. Le arene provenzali abbondano anche di tori, volendo.

Gioca a pallavolo se vuoi giocare a rugby

In effetti i pali del campo da rugby a volte hanno fatto immaginare una rete da pallavolo. Questo è uno spot pubblicitario carino con protagonista la nazionale di seven francese. Si usano mezzi un po’ poco pallavolisticamente corretti per fare muro, ma del resto la “rete” è molto più alta di quella vera e quindi lo stratagemma del sollevamento omoni può essere accettato.

Un poco di Super Rugby

Il Super Rugby, il torneo australe con formazioni sudafricane, neozelandesi, australiane, giapponesi e argentine, è finito. Se non avete avuto possibilità di vederlo vi lasciamo con una selezione delle più belle mete (un po’ di parte, sono solo di team neozeldandesi, ma del resto hanno vinto loro…).

Foto di Diliff – Copy CC-BY-SA 3.0.

joseph k.

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