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The Good & The Bad

Scritto da Rugby.it

Tempo di finali in giro per il mondo, dal Pro 12 al campionato francese alle coppe che si sono appena concluse. Per trovare italiche in lotta dobbiamo “scendere” nel campionato nazionale di Eccellenza o in Serie A (verdetto già segnato, promossa in Eccellenza la Rugby Reggio con Recco che ancora una volta si ferma in finale). Tempo di mercato e acquisti. Tempo di speranze che si rinnovano, come ogni anno, per sperabili miglioramenti (che probabilmente non ci saranno, allo stato attuale il mercato delle nostre segna molte uscite, qualche rientro, e non si vedono grandissimi colpi che potrebbero farci sperare in stagioni decisamente migliori rispetto al passato).

The bad

Avevamo dato nel recente passato due Good della settimana a due arbitri. Oggi avremmo un Bad facile facile, Luigi Ferraro, che sta diventando un po’ il boxeur più titolato del campionato di Eccellenza. Ma dobbiamo passare la mano perché non possiamo non dare il nostro anti-premio all’arbitro Elia Rizzo. Il quale ha fatto una cosa che, francamente, non avevamo mai visto. Ha usato il microfono arbitrale, che ovviamente si sente anche nelle dirette Tv, per mandare un messaggio sibilino, un po’ strano, un po’ rancoroso e un poco inutile, facendoci per altro una figura abbastanza barbina lui in primis. Tanto più che ha fatto questo piccolo show mentre in campo c’erano, appena dietro di lui, sanitari a soccorrere un giocatore in campo.

Ecco il video:

The Good

Pat Lam e il suo Connacht sono riusciti a portare una ventosa città irlandese al primato celtico. Una squadra che fino a poco tempo fa lottava per evitare il sistematico ultimo o penultimo posto e che ora è in finale di uno dei tre più importanti campionati continentali. Certo, l’annata del mondiale è sempre particolare e in assenza di nazionali le squadre di “secondo piano” possono fare tanti punti. Ma quest’anno Connacht ha macinato un ottimo gioco anche nella parte di stagione in cui i nazionali c’erano, ha conquistato la Champions e una finale storica in Celtic, prima volta che accade. Bravi.

“Motivi personali”

Abbiamo letto un’intervista al Ds della Benetton Treviso Antonio Pavanello. Dice che il pilone destro sudafricano su cui stavano puntando non arriverà a causa di alcuni “problemi personali”. Il che significa che a mercato molto molto avanzato Treviso perde Harden e si ritrova con uno spot complicatissimo e dove certo non abbondano le scelte “economicamente accessibili” ancora vuoto.

La causale dei “motivi personali” è tornata molte volte negli ultimi tempi: giocatori che tornavano in Argentina, altri che lasciavano la nazionale, altri che se ne tornavano in Nuova Zelanda, altri che andavano (o avrebbero dovuto…) in Sudamerica a trovare parenti malati: in tutti i casi accadeva sempre per “motivi personali”. Un motivo personale è un motivo importante se va a insinuarsi sulle motivazioni professionali. Ovviamente non si può non rispettarlo.

Ma se il motivo personale non è altro, in realtà, che una mancanza di motivazione, o un paravento usato per spiegare un fallimento o un errore di altri allora magari è utile ponderare un poco di più codesta ragione.

Asian Rugby

Conoscete il rugby che si gioca in Asia? Ehi, niente imbrogli, il Giappone non vale, troppo facile, quello lo conosce anche il premier Renzi. Conoscete il resto del rugby che si gioca in Asia? Beh, eccovi una piccola pillola del mondo ovale che va da Libano a Guam. Sì, Guam esiste, non è un personaggio di Paperopoli né un marca di mentine, è una nazione sperduta nel Pacifico occidentale. Anzi, a dire il vero è un territorio politicamente dipendente dagli Usa ma sportivamente autonomo.

Guerriero dei tempi moderni

E si ritira un altro grande. Imanol Harinodoquy, un terza centro maestosa, uno che poteva giocare con mezza faccia rotta, buttarsi ovunque nelle maul e nelle ruck, placcare, sfasciarsi costole, continuare nonostante tutto a stare in campo, persino oltre i limiti della sicurezza sanitaria. Un grande giocatore, ed è un altro pezzettino di rugby “antico” che ci lascia.

Vedi anche: La collina di Ellis, l’uomo che covò la palla ovale.

Foto copy Stefano Del Frate (https://www.flickr.com/photos/stefanodelfrate/, http://www.stefanodelfrate.com/).

joseph k.

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