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L’Inghilterra non si ferma

Scritto da Rugby.it

L’Inghilterra batte l’Irlanda e resta in corsa per il grande slam

Le Premesse:

Inghilterra che arriva alla sfida con il bottino pieno di due vittorie su due, la prima con la Scozia, la seconda portata a casa nel secondo tempo in scioltezza sugli Azzurri.
La struttura di gioco di Eddie Jones è modellata sul più semplice principio possibile: aggressività estrema sia in possesso che in mancanza del pallone e sfondamento della linea del vantaggio in verticale con i ball carrier di cui dispone: Vunipola su tutti.
Esordio da titolare del predestinato seconda linea Itoje. Classe ’94, Saracens, capitano della formazione Under 20 della Rosa campione del mondo di categoria in Nuova Zelanda.
Per il resto nessuna novità, mediana collaudata con Youngs e Ford, il sempre più primo centro Farrell accoppiato con il letale Joseph e il pericolosissimo triangolo allargato: Nowell-Watson-Brown.
Irlanda che non arriva certo da un buon momento, dopo il pareggio alla prima con il Galles e la sconfitta con la Francia in cui ha dimostrato di essere ben scarica, ha davvero dovuto ridimensionare la sua ambizione. Il turno di riposo è stato provvidenziale per una squadra che sembra non essere in grande forma, e soprattutto ancora in cerca di leader.
Gli infortuni costringono l’Irlanda a schierare due esordienti: la martoriata maglia numero sette va sulle spalle di Van der Flier, mentre McCloskey indossa la dodici costringendo Henshaw a secondo centro.

La Partita:

Primo tempo di grande possesso inglese, abrasione continua che costringe gli irlandesi a difendere ossessivamente.
I primi trenta minuti di partita sono sostanzialmente una lotta nei raggruppamenti, dominata dalle difese organizzate di entrambe le formazioni.
L’indisciplina è l’unica variabile che permette di sbloccare il risultato, prima a favore degli irlandesi che marcano con Sexton e, in seguito, due volte verso gli inglesi con Farrell.
Nonostante una grande difesa irlandese sono gli albionici ad andare molto vicini alla meta per ben due volte, prima con Vunipola che parte dal lato chiuso di una maul e viene schiantato fuori campo da due difensori e in seguito con Hartley, cui viene impedito di schiacciare in meta venendo anzi punito per doppio movimento.
Primo tempo che si chiude con l’Inghilterra che assedia l’Irlanda per più di dieci minuti: i trifogli sono alle corde e sul punto di crollare ma sono epici nel respingere tutti gli assalti albionici e limitando i danni ottimamente sul 6 a 3 per i bianchi.
Secondo tempo che vede inaspettatamente gli irlandesi soverchiare i padroni di casa. Proprio loro, che sarebbero dovuti essere il pugile suonato, escono dagli spogliatoi determinati e cattivi.
Ma è l’indisciplina che come al solito fa da ago della bilancia.
Haskell la combina grossa: placca in ritardo e di spalla il povero Murray dal lato cieco. Risultato: cartellino giallo e inglesi in 14.
Lo spirito bellicoso dei trifogli li porta a calciare in touche la penalità che li avrebbe potenzialmente agganciati sul sei pari .
Ma ci hanno visto giusto: touche conquistata, raggruppamenti veloci e solita meta di astuzia e agilità di Murray che parte dalla base e sguscia sotto Marler.
Partita riaperta al 44′, Irlanda che ora guida per 10 a 6.
Ma è qui che la partita si ribalta di nuovo.
Un uno-due tremendo vede gli inglesi concentrare nel mezzo del campo la difesa avversaria, con i suoi potenti ball carriers costringe i verdi a sguarnire le estremità laterali. Come una fisarmonica stanca e non più elastica i trifogli, in 4 minuti intorno al 60′ di gioco, si vedono superare e schiacciare la palla in meta prima da Watson sull sinistra e poi da Brown sulla destra.
Considerando un precedente calcio di Farrell, il risultato è ora di 21 a 10 per la Rosa.
E’ qui che ancora la partita sembra chiusa, ma l’Irlanda non si arrende mai: una difesa albionica forse convinta un po’ troppo del risultato concede un buco a Sexton il quale serve stupendamente l’accorrente Henshaw che viene spazzato via sulla bandierina da un intervento salva meta di Nowell, dopo una corsa di 50 metri.
Quello che segue, fino alla fine del match è l’indomito tentativo di tornare in partita degli irlandesi. L’assedio continuo sulla linea di meta inglese si conclude con un siparietto piuttosto caotico in cui invece che punire Brown, per aver cercato di sfigurare Murray, viene allontanato con sin-bin Care per non essere rotolato via dal raggruppamento. Situazione che verrà probabilmente rivista in sede disciplinare durante la settimana.
Nonostante gli sforzi ospiti, il march termina 21 a 10 per i padroni di casa.

Conclusioni:

I verdi hanno sorpreso per tenacia e caparbietà, anche quando la partita sembrava ormai chiusa. Le doti individuali dei loro tre quarti li hanno tenuti a galla quando sono riusciti a bucare la solitamente impenetrabile linea di difesa inglese, ma non è bastato. Forse i bianchi, sul 21-10 pensavano di averla ormai portata a casa, abbassando la guardia e permettendo agli avversari di crederci sempre.
Meritato man of the match a quella forza della natura di Billy Vunipola. Un carro armato che guadagna costantemente la linea del vantaggio, impegnando almeno due difensori.
Quello che più impressiona è l’efficacia fisica inglese in tutti i reparti: dove gli avanti sono potenti e dirompenti gli uomini dietro sono esplosivi e sguscianti. La potenza della mischia negli impatti assorbe sempre la quantità necessaria di difensori che dopo una serie di fasi libera inevitabilmente spazio al largo per le frecce dei tre quarti.
L’organizzazione che Jones è riuscito ad imporre fino adesso li sta rendendo padroni, a tratti incontrastati, di questo 6 Nazioni. Certo è che questa squadra non può prescindere da una forma fisica ottimale e oggi una orgogliosa Irlanda ha dimostrato che se ripagati con la stessa moneta, gli inglesi, possono essere messi in difficoltà.
La cosa certa è che non è facile, non per tutta la durata della partita, almeno.

I Tabellini:

Inghilterra: 15 Mike Brown, 14 Jack Nowell, 13 Jonathan Joseph, 12 Owen Farrell, 11 Anthony Watson, 10 George Ford, 9 Ben Youngs, 8 Billy Vunipola, 7 James Haskell, 6 Chris Robshaw, 5 George Kruis, 4 Maro Itoje, 3 Dan Cole, 2 Dylan Hartley (c), 1 Joe Marler
A disposizione: 16 Jamie George, 17 Mako Vunipola, 18 Paul Hill, 19 Courtney Lawes, 20 Jack Clifford, 21 Danny Care, 22 Elliot Daly, 23 Alex Goode
Marcatori Inghilterra
Mete: Watson (57), Brown (62)
Conversioni: Farrell (62)
Punizioni: Farrell (11, 34, 50)
Irlanda: 15 Rob Kearney, 14 Andrew Trimble, 13 Robbie Henshaw, 12 Stuart McCloskey, 11 Keith Earls, 10 Jonathan Sexton, 9 Conor Murray, 8 Jamie Heaslip, 7 Josh van der Flier, 6 CJ Stander, 5 Devin Toner, 4 Donnacha Ryan, 3 Mike Ross, 2 Rory Best, 1 Jack McGrath
A disposizione: 16 Richardt Strauss, 17 Cian Healy, 18 Nathan White, 19 Ultan Dillane, 20 Rhys Ruddock, 21 Eoin Reddan, 22 Ian Madigan, 23 Simon Zebo
Marcatori Irlanda
Mete: Murray (45)
Conversioni: Sexton (45)
Punizioni: Sexton (5)

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