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The Good & The bad

minozzi
Scritto da Rugby.it

Ci avviamo alla conclusione del torneo, per noi l’ultima partita arriverà anche con un giorno in meno di riposo, quindi non c’è da stare molto allegri. Vedremo se almeno con la Scozia riusciremo a mettere in campo cattiveria e competenza.

The Good

Matteo Minnozzi. Tre mete nel torneo, un giocatore esplosivo, capace di inventare una meta danzando su Liam Williams che poi cerca di fargliela pagare decapitandolo. Capace di recuperare metri dopo un errore letale del Capitano Parisse. Certo non sicurissimo sulle palle alte e con una propensione al scivolamento da gioco di gambe molto accentuata.

Ma una ventata di talento e freschezza nella nostra squadra, un trequarti moderno, rapido, intelligente, capace di prendere il buco agli avversari, uno che ci tiene e piange prima della partita ed è sonoramente imbufalito alla fine. Un pilastro della nuova Italia post Parisse-Zanni-Ghiraldini, un pilastro di cui abbiamo enormemente bisogno.

The Bad

Sergione Nazionale. E venne anche il momento in cui dopo un record di Good accumulati il nostro Sergio si prese anche un Bad della settimana. Premettiamo: Sergio è un’istituzione non solo del nostro rugby ma di tutta ovalia. E’ uno che non si è mai tirato indietro, commentando sconfitte, mettendo la faccia quando magari era uno dei pochi a mostrare di valere il livello. Caricandosi decisioni e compagni. Ha giocato -aia partite in azzurro con pochissima speranza di vincere ma alla maglia ha dato, sempre, tutto.

Però domenica il nostro Sergio era appannato, gli abbiamo visto fare cose non da lui. Probabilmente non è al top di condizione e quel passaggio sparato 4 metri dietro il ricevitore, su un gioco d’attacco non capito, ha interrotto una nostra lunga fase che poteva darci il pareggio.

Sergio ci porterà al mondiale e ne siamo fieri. Ma quando non è al top potrebbe partire dalla panchina ed essere comunque il meraviglioso leader che è dando però tutto in 30 minuti invece che il 80. Chi entrerà al suo posto potrebbe fare meglio? Molto difficile, ma prima o poi ci si dovrà pensare e mancheranno anche i Favaro e i Ghiraldini e gli Zanni, cioè altri leader forti di questa squadra.

Tu chiamala se vuoi: imprecisione

Moltissime mete che fanno i nostri avversari derivano da nostra letale imprecisione. Un passaggio fatto al nulla, un offload da non tentare, un isolamento, un calcio tattico sparato male, un calcio dalla base fatto con gli uomini addosso… Siamo una squadra che sotto pressione tende ad andare fuori giri e a perdere confidenza e sicurezza.

Forse questo è un correlato del “provarci”. Facciamo un esempio: seconda meta del Galles di domenica, stiamo attaccando bene e vigorosi. Max M’banda esagera un offload senza praticamente guardare e serve la trasvolata atlantica di un rosso. Meta subita, tremenda, tremendissima soft try. Ma la meta deriva da un tentativo di “giocare”: forse questo ci deve far sperare bene, dato che quando riusciremo a giocare ma anche a mantenere solidità nelle scelte, magari vedremo meno errori e più mete.

Alla fine è stato un bel 2-1

Non è giusto fissarsi solo su i maschi. Il nostro weekend in terra gallese è stato comunque storico, con una doppietta realizzata dalla under 20 e dalla nazionale femminile che è storica. Non è affatto una “magra” consolazione come ha scritto qualcuno. i ragazzi di Roselli meritavano già contro l’Irlanda e hanno fatto una bellissima partita contro gli inglesi. Le nostre ragazze sono in fase di rinnovamento e hanno fatto una serie di mete molto belle. Un evviva a loro e una speranza che i seniores maschili possano seguire questa strada.

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