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The Good & The bad

Marler
Scritto da Rugby.it

Un leone fa primavera? Speriamo. La vittoria in trasferta di Treviso fa bene sperare anche se purtroppo tutto andrà tarato su una rosa ormai ridotta ai minimi termini causa i tantissimi infortuni…

The Good

Tu chiamala se vuoi resilienza. In senso proprio è la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. Ma il termine è utilizzato anche in psicologia dove indica la capacità di un individuo di affrontare e superare trami o periodi di difficoltà.

La resilienza di Treviso contro Edimburgo è stata quella di riuscire a rimontare da 20-0, a sopportare una chiara inferiorità in mischia chiusa, sancita anche da 2 gialli e da tante punizioni, non aver comunque arretrato fino ad arrivare a difendere con i denti, 13 contro 15, il piccolo vantaggio acquisito e conquistare la vittoria. In trasferta accade rarissimamente, con gli scozzesi ultimamente ne prendiamo anche al 6 Nazioni, insomma dai è una soddisfazione vincere ma lo è tanto di più se accade lottando come… Leoni

The Bad

Marler. Un personaggio che non è esattamente noto per il suo galateo in campo. In una partita del campionato inglese si è preso sotto con Haskell, in sostanza quest’ultimo è caduto nel tranello del provocatore che gli ha tirato il caschetto, forse gli ha sputacchiato e forse gli ha mezzo morso una mano.

Haskell ha cercato di farsi vendetta a posteriori quando finalmente si è ritrovato in piedi e si è beccato il giallo per la reazione. Diciamo che la nostra simpatia rugbystica va al buon James perché se devi dare e pigliare uno sganassone che si faccia uno contro uno, lealmente, cavallerescamente, e non con i mezzucci e i non visti. Eppure ci sono tanti giocatori che hanno costruito intere carriere sul provocare e in questo modo, paradossalmente, sono stati utili alla propria formazione. Dall’altra parte c’erano gli Haskell di turno che cascavano nel tranello e si pigliavano i cartellini gialli o rossi… Un maestro di provocazione è stato Peter Stringer per esempio. Ma certamente il vecchio Peter era più furbo che marler (usiamo marler come sostantivo di nuovo conio che indica il provocatore più “bullo” che astuto).

Se non son contrattualizzati sono infortunati

Negli ultimi tempi ci è venuta un dubbio: come potrebbe essere un intero anno rugbystico italico in condizioni di normale normalità? Spieghiamoci: come potrebbero rendere le Zebre con una prospettiva, magari pluriennale, di solidità societaria, di continuità di staff, con contratti firmati ai tempi giusti e rispettati in ogni loro parte (a partire dalle mensilità da versare)?

Come potrebbe rendere Treviso finalmente con una squadra di 42 elementi dove gli infortunati restano nel limite fisiologico dei 10 a giornata e non degli attuali 20 e più, situazione che si ripete ormai da molto tempo con anche casi di infortunati di ritorno (Morisi rotto praticamente al rientro). Alla fine è un peccato pensare che “cavoli poteva essere molto meglio”, che non è solo il campo a decidere il nostro valore.

Poveri Bokke

Parevano essersi ripresi… E invece hanno subito la peggiore sconfitta della loro storia. Certo erano molto gruviera nella loro difesa a buchi, certo hanno placcato male e spesso si rischieravano alla Carlin Cudega (per i non lombardi sarà necessario approfondimento), ma di fronte avevano una squadra mostruosa che quando gioca con confidenza diventa veramente disumana.

Gli All Blakcs ci hanno fatto vedere di tutto: punizione veloce quando chiunque avrebbe piazzato e grubberone a seguire perfetto all’ala, calci passaggi, pick go, penetrazioni pneumatiche spaccadifese di gente come Ioane assecondato però da tutta la squadra, con poi possibilità di passaggi all’interno, all’esterno, con i sostegni sempre presenti, velocità e precisione, organizzazione e cura del dettaglio, fasi preparate al millimetro ma anche in modo poco “accademico” (es. si finge la mini unit penetrante già preparata e poi si serve il giocatore singolo che va a contatto sorprendendo la difesa; touche dove si costruisce il drive ma mentre il drive inizia ad avanzare non si continua ad avanzare ma si apre velocemente al flusso di compagni accorrenti).

Insomma un manuale applicato alla perfezione di meraviglioso rugby moderno. Il Good dovrebbero essere loro quasi ogni settimana, ma non ci sarebbe gara…

Foto: By Charlie – FlickrJoe Marler [CC BY 2.0].

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