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The good & The bad

calvisano rugby
Scritto da Rugby.it

Siamo al gran finale di stagione: la fine con le finali, il sipario prima della festa dei test match e del tour dei Lions. Il sipario è un ultimo atto di Eccellenza con la ormai “classica” finale Calvisano-Rovigo. Una finale che purtroppo si porta dietro strascichi di una stagione lunga e complicata, avvelenata da tanti “casi” di cui avremmo fatto volentieri a meno.

The Good

Certo anche Rovigo ha fatto un bel partitone. Ma la prestazione di Calvisano è stata da schiacciasassi e arriva dopo un campionato largamente dominato. La squadra è ben assortita ed è ormai da tempo una sorta di Zebre B o Zebre Espoir dove i futuri azzurrini stanno a maturare. I vari Minozzi, Pettinelli, Riccioni, giocatori già “adulti” per l’Eccellenza anche se ventenni o poco più. In più c’è stato un ottimo tecnico a dirigere un’orchestra che ha reso benissimo in questa annata. Ma, si sa, la finale è tutta un’altra storia…

Un Good speciale, diciamo un gooddino della settimana, va anche ai Medicei, frutto di un bel progetto che ha permesso alla franchigia toscana di scalare i gradini e arrivare al massimo campionato. Bravi!

The Bad

Ammazzate che placcaggio pericoloso. Ribaltamento, caduta sulla testa, forse la peggiore situazione che si possa incontrare su un campo da rugby. Sono situazioni in cui la tecnica di placcaggio è sbagliata e genera potenziali rischi notevoli al placcato. Bravo Mitrea a valutare e decidere correttamente, certo la comunicazione del Tmo Alan Falzone in inglese va ancora migliorata e il problema esiste da un po’ di tempo…

Seven Dream Team

La stagione 2016-2017 è stata appassionante anche nel formato ridotto del rugby, quello olimpico a 7. In questo video potete ammirare il dream team dell’annata: un mix di skills e velocità davvero notevolissimi.

Serve un cambio di direzione

Cambi di direzione, footwork, salti sul posto, finte di corpo, piedi e giunture d’acciaio. Saper variare le linee di corsa in modi imprevedibili, con la possanza dei bicipiti e la forza di superare i limiti del corpo e della fisica. Un bel video di quelli del filone “come ti uccello l’avversario”. Ci viene poi una domanda: in Italia che giocatori abbiamo in grado di ripartire in questa maniera? Pochi, forse il solo che ne ha decisamente le basi è Minnozzi. Quindi dovremmo lavorare molto di più sull’allenamento di questi fondamentali.

Foto: copy Stefano Del Frate. Flikr, Sito web.

Joseph k.

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