4 vittorie in 4 settimane, non saranno 7 kili in 7 giorni e nemmeno un play-off o una vittoria finale della Celtic. Al massimo serviranno per, si spera, non arrivare ultimi e penultimi in campionato. Ma comunque è qualcosa in una stagione di disastri da 50-60 punti sulle spalle ogni week end…
The Good
Bob Barbieri. C’è stato un tempo in cui il buon Bob era veramente un martello in campo, uno di quelli rognosi che non vorresti mai avere avanti, il prototipo di quel flaner/n8 adattabile in svariate situazioni di gioco, con ottima corsa, placcaggio letale e buonissimo ball carrier. Tantissime mete dei carrettoni trevigiani o azzurri sono arrivate con Bob a fare da timone là dietro i sederoni dei compagni. Poi Bob si era un po’ spento, tra infortuni e passaggi al di là delle Alpi non molto fortunati.
In questa stagione ha ripreso smalto e nelle ultime partite ha giocato bene. Giocatori di rogna&sostanza come lui ci servono come il pane, gente che è l’ultima a cedere, dopo anche il più ottimo degli ottimisti sugli spalti…
The Bad
So, Zebre? Che facciamo l’anno prossimo? Dopo le prime conferme di alcuni giocatori (tra cui Carlo Canna) c’è stata un po’ di assenza sul fronte del mercato. La società resta in situazione super precaria, si parla apertamente di spostamento a Milano dal 2018 e intanto non vorremmo essere nei panni del povero direttore sportivo De Rossi che deve fare l’ennesimo mercato in ritardo, con l’obiettivo magari di mettere in piedi un team che dovrà anche partecipare alla Champion cup. Attendiamo good news…
Campionato europeo under 18 vs International Series
Non capiamo perché le squadre europee under 18 si siano divise in due tornei, da una parte le International Series, cui ha partecipato anche l’Italia, dall’altra il Campionato Under 18 Fira. Non abbiamo idea se siano semplici ragion di “numero” di possibili partecipanti ma si potrebbe tranquillamente applicare al 6 nazioni under 18 lo schema vigente per under 20, magari con retrocessioni o promozioni come si fa al mondiale. Perché questa suddivisione con angli e noi da una parte (+ il Canada) e Francia e tutte le altre dall’altra non ci pare sportivamente molto interessante.
Che talento Mr McKenzie!
Avevamo già scritto su rugby.it di D. McKenzie, un giocatore ipertalentuoso chiuso da altri in una nazione (la Nuova Zelanda) ricchissima di fuoriclasse. McKenzie ha un fisico “normale”, cosa difficile da trovare nel rugby kiloso moderno.
Nel video potete vedere alcuni numeri del nostro, in particolare la sua naturale capacità di leggere le situazioni di attacco e le difese, sorretta da una capacità di corsa e di cambio di passo e direzione strepitosi. Il McKenzie è uno di quei compagni che se hai in squadra sanno “crearti” la meta. Tu puoi passare settimane a provare schemi ma poi ti arriva un McKenzie e ti toglie 10 padelle contemporaneamente dal fuoco.
Una pasqua con palla medica
Il rugby è tradizione, leggenda, mitologia, usanze. Per la pasqua ortodossa in Georgia, nella cittadina di Shukhuti, si gioca una sorta di misto tra calcio fiorentino, rugby, mega maul con centinaia di abitanti del paese.
Non ci sono regole precise e nemmeno limite ai partecipanti. Si chiama Lelo, si gioca con una sorta di palla medica cucita anno per anno che contiene segatura e sabbia e che pesa 18 kg. L’obiettivo è partire dalla chiesa e arrivare alla parte opposto dall’assembramento umano che se la contende. I giocatori sono suddivisi in diverse categorie: chi tiene la palla e contende il possesso diretto e chi sta attorno al gruppo principale per indirizzar il movimento collettivo. Partecipano anche donne e bambini ma non nella contesa, solo nella direzione del “traffico umano”.
Joseph k.
Foto: da sito ufficiale Benetton Treviso.