News

The Good & The bad

Oliviero Fabiani
Scritto da Rugby.it

Morsi della fame (di vittorie), saluti commoventi a chi ha passato la palla e una svarione giornalistico veramente comico.

Le mete piovono e il temporale pare non finire più. Si perde in Celtic (una sola vittoria di Treviso con i Dragons, fino a questo momento), si perde nelle coppe (zero vittorie in Champions e Challenge), si perde pure in Qualifying contro i russi. A rugby però se piove non basta aprire un ombrello, noi siamo abituati a correre e placcare anche con le giornatacce più nere. Quindi ci dobbiamo probabilmente abituare a questa pioggia sapendo che ripari non esistono e che continuerà a tempestare ma che, nonostante questo, si deve fare il meglio, il meglio possibile.

Questo di tanta speme ci resta? Già, ma ci pare l’unico obiettivo attuabile, oggi.

The Bad

Oliviero Fabiani. Il novello Ugolino ha un “poco” perso la testa, mordendo un avversario e lasciando la sua squadra, già derelitta ogni settimana, in 14 ad affrontare gli ultimi vincitori della Celtic League. A quel punto si era sul 14-0 e forse c’era anche qualche speranza di riaprire l’incontro. Olly è un ottimo giocatore, uno che si è fatto il mazzo in Eccellenza e sudon sudoni si è guadagnato ogni singolo minuto di presenze in Celtic è in nazionale.

Ha dei limiti ma è sempre migliorato, anno per anno, e in campo non ricordiamo una volta che ci abbia dato l’impressione di tirare il freno o financo solo di andare in folle. Fabiani è uno simpatico, nei terzi tempi lo vedi migrare da un tavolo all’altro, tra afrikaans e italians, neozelandesi e tifosi. Personalmente – pur non conoscendolo direttamente – ci ha dato l’impressione di non essere un cattivo quaglione. Per altro ha fatto una cosa rara, si è subito “scusato senza trovare scuse”, è andato da Pat Lam, ha chiesto di parlare con il giocatore morso, ha domandato scusa e ammesso il gesto dicendo che cercherà di farsi perdonare a squalifica terminata, in campo. Però, caro Olly, ti dobbiamo ugualmente mettere nella categoria dei Bad: già lo abbiamo scritto in passato, questo è uno sport malefico dove sei forte se oltre al cuore e al muscolo hai anche un grande, grandissimo encefalo che a volte deve stare nella più piatta delle piattezze apatiche. Instillati lo spirito di Peter Stringer, quando pigliava cartoni quadrati in pieno volto da Sergio Parisse o da Ale Troncon, e non si scomponeva più di tanto. Instillati quella sana calma e furbizia, perché se impavidi si nasce, volpini si diventa.

The Good

Munster, lo sappiamo tutti, ha subito una perdita pesantissima nei giorni scorsi. L’allenatore che ha passato la palla poche ore prima di un incontro di Champions. Il suo popolo ha risposto prima con una presenza commovente, stadio pieno e tutti a dare una mano alla squadra. E secondariamente con quel silenzio pieno di significati, quel silenzio così comunicativo e rispettoso che i migliori riescono ad avere in certi momenti.

Certo poi nel corso della partita ci sono stati anche schiamazzi per nulla rispettosi al rosso (meritato) di Earls, e lo stesso Earls si è lasciato andare a un comportamento assolutamente non consono dopo l’espulsione contestando Garcès ed esplodendo verso il povero tallonatore scozzese e contro Stuart Hogg che cercava di placarlo. Però diciamo che la situazione era un attimo comprensibile e lo stesso arbitro Garcès ha gestito bene chiudendo un orecchio e anche due…

Franco Smith

Ci fa piacere leggere questo titolo: “Franco Smith suddenly the saviour of SA rugby?”. Titolo che ha qualcosa di ironico ma che lascia intatto un fatto: un allenatore che in Italia abbiamo liquidato, con esonero, a inizio stagione e che ora entra nello staff dei bokke dopo aver vinto il campionato nazionale e dopo essere diventato head coach nel Super Rugby. Se il boss azzurro O’Shea sostiene – a ragione – che in Italia manchino “competenze” a livello di training forse dovremmo fare più attenzione a tenere quelle competenze, quando ci sono. Abbiamo fame di bravi coach, moderni, che si aggiornino costantemente. Abbiamo bisogno di imparare dai migliori, e lo devono fare non solo i giocatori ma anche gli staff e i dirigenti. E Franco, mai sentissi la nostalgia di laguna e prosecco, qua le braccia sono aperte…

O capitano, mio Ca(w)pitano…

14725536_552221464972034_374052693637019518_nEbbene sì, state leggendo correttamente. Il 12 novembre a Roma, chi assisterà all’asfaltata dei TuttiNeri all’Italia, potrà vedere in campo anche il grandissimo capitano Richie Mc Caw. Il quale, secondo la piccola news pubblicata dal quotidiano Il Tempo, è stato convocato dal Ct neozelandese con altri 36 giocatori per una sfida al diretto rivale, il capitano azzurro Parisse.

No, non vi siete persi nulla: Mc Caw ha appeso gli scaripini al chiodo e non li ha più rimessi. Al Tempo non se ne sono accorti e questo indica anche il grado di attenzione della “grande stampa” per il nostro glorioso sport ovale…

Foto copy Stefano Del Frate (https://www.flickr.com/photos/stefanodelfrate/, http://www.stefanodelfrate.com/).

 

Joseph k.

 

Informazioni sull'autore

Rugby.it